Il procuratore generale Sergio Sottani
di Maria Elena Grasso (Foto di Simone Corazza)
«Un problema che mi preoccupa molto è quello legato ai reati di traffico di stupefacente, mi preoccupa perché c’è una grossa richiesta, nella provincia di Macerata c’è una domanda enorme di droga, specialmente da parte di giovani. C’è un problema di giovani che fanno ricorso a sostanze stupefacenti che colloca la regione ai vertici nazionali». Così il procuratore generale Sergio Sottani nel corso di una intervista a Cronache Fermane e Radio FM1. Sottani ha parlato anche di mafie silenti e codice rosso.
Argomenti che aveva già toccato nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il procuratore ha descritto le Marche come un territorio che può vantare un tessuto sociale sano, un dipartimento che lavora e che si caratterizza per un rapporto di grande fiducia nelle forze dell’ordine. Allo stesso tempo però va superato il concetto dell’isola felice: «Parlarne in questi termini – ha specificato – sarebbe anacronistico. Dal punto di vista economico le Marche stanno bene. E’ sicuramente una regione con anticorpi forti. Uno dei fattori da considerare con attenzione sul territorio è sicuramente quello connesso alle infiltrazioni mafiose, legate anche al distretto calzaturiero. Qui la mafia assume connotazioni diverse, adeguandosi alle peculiarità della realtà locale; non ci sono infatti le classiche dinamiche legate all’omertà o al pizzo ma ha assunto forme diverse. Si tratta piuttosto una ‘mafia silente’, di azioni che prosperano nell’illegalità. Pensiamo al riciclaggio di denaro, prima tappa degli illeciti caratteristici delle organizzazioni criminali».
Non poteva mancare il riferimento al distretto calzaturiero Fermano-Maceratese dove le numerose aziende che si trovano ad affrontare la crisi, rappresentano un aspetto vulnerabile nel tessuto sociale marchigiano e dunque possibile preda di eventuali situazioni malavitose. «Nel settore dell’imprenditoria a volte è difficile ottenere il credito, soprattutto in un momento di crisi come quello che si sta attraversando, con le banche che diventano più selettive nell’accesso al credito – ha spiegato il procuratore generale – e questa problematicità potrebbe portare l’imprenditore a reperire il denaro presso fonti alternative, tipo gli usurai. Il sistema ideale è un sistema che sia rispettoso delle regole, – ha sottolineato il Procuratore – lì, la mafia troverebbe un sistema impermeabile. La criminalità riesce a penetrare solo se incontra un settore in situazione di malattia, e così opera con effetti devastanti». A proposito di post sisma, il bivio davanti a cui si trovano province come quella di Fermo, Ascoli e Macerata, vede da una parte le richieste delle popolazioni di una ricostruzione rapida, dall’altra la necessità di rispetto della piena legalità per scongiurare il rischio concreto di infiltrazioni mafiose nel settore edile. Sottani ha precisato: «Anche in questo contesto la mafia riesce ad insinuarsi. Negli anni del mio mandato ho cercato di unire due elementi indispensabili: la legalità e la necessità di ricostruire in tempi rapidi. Sui contributi pubblici a livello europeo che saranno destinati alle opere di ricostruzione, sono certo che la mafia non rimarrà indifferente di fronte ad una circostanza così allettante».
Paolo Paoletti, direttore di Cronache Fermane con Sergio Sottani
Sul tema degli illeciti più comuni, legati alla quotidianità, Sottani ha delineato uno scenario preoccupante in riferimento soprattutto ai reati che riguardano la violenza sulle donne e la diffusione di sostante stupefacenti tra i giovani. «La nuova normativa ‘Codice Rosso’, è sicuramente molto valida ma, a mio avviso, l’aspetto da migliorare ed integrare è la mancanza di un collegamento con i centri anti-violenza e con i servizi sociali. Resta il fatto che un aumento delle denunce può rappresentare un segnale positivo in quanto si sta superando quel muro di silenzio e paura che purtroppo caratterizza queste situazioni quanto mai delicate».
La domanda è enorme perchè l'offerta è diventata enorme e a buon mercato. Prima era ben pochi gli spacciatori, adesso tra albanesi, marocchini, pakistani e nigeriani c'è solo l'imbarazzo della scelta. Certo che se poi si rimettono in libertà quelli che vengono arrestati, allora....
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Finalmente qualcuno che ci capisce oltre al Questore.
Gradualmente il Procuratore Generale Sottani sta passando dalla segnalazione di infiltrazioni della criminalità organizzata alla denunzia di una presenza ben radicata sia sul fronte del traffico di droga (quale migliore segnale della sussistenza di forti ramificazioni delle varie mafie italiane, ed anche straniere?) che su quello del riciclaggio. Mi sembra un’ottima cosa.
Credo che il Procuratore Generale Sottani, come peraltro ha già fatto, dovrebbe spingere ulteriormente affinchè nelle Marche venga istituita una sezione autonoma della DIA (Direezione Investigativa Antimafia), oggi inesistente.
Malgrado gli appelli e l’azione della Giustizia e della repressione da parte delle forze dell’ordine, questo cancro, che potrebbe un domani coinvolgere i miei nipoti, sta aumentando. Il motivo è la leggerezza ideologica di una democrazia ammalata, con partiti che sono per la dxroga libera, lo spinello libero. Il paravento posto è enunciare il diritto individuale di fare ciò che si vuole… Quindi, mancano le leggi draconiane necessarie per debellare il cancro e mancano le forze necessarie a contrastarlo. Manca soprattutto la volontà politica. Il motivo è il seguente: certe forze politiche utilizzano la droga per rendere le menti, soprattutto dei giovani, manipolabili. Quando uno è schiavo della droga guarda solo a quella e non si oppone all’azione dei padroni del vapore.