Negozi di cannabis light, dopo i sequestri che ci sono stati a Macerata e le decisioni non univoche della Cassazione, il 31 maggio la massima corte si riunirà a Sezioni unite «al fine di analizzare ed esaminare e poi emettere una sentenza univoca e definitiva in ordine al contrasto sorto tra le varie pronunce delle diverse Sezioni emesse in tempi e occasioni differenti riguardanti la liceità degli interventi di polizia giudiziaria compiuti a Macerata con molteplici sentenze emesse a favore e alcune sfavore dei numerosi interventi operativi che hanno portato alla chiusura dei negozi di cannabis legale». La circostanza è stata resa nota dal questore di Macerata Antonio Pignataro, che aveva disposto i sequestri di prodotti a base di cannabis light. Interventi della questura erano stati a Macerata, ma anche a Civitanova e Porto Recanati. I negozi che vengono cannabis legale si sono moltiplicati negli ultimi anni. Il problema se sia possibile vendere o meno questo genere di prodotti sta nella normativa che viene applicata in relazione al quantitativo di thc presente nella cannabis (nata per la coltivazione, c’è da vedere se è applicabile anche per la vendita). Il questore sostiene proprio l’esistenza di un vuoto legislativo inerente questa delicata e controversa materia. Un fenomeno portato alla luce grazie alla filiera istituzionale rappresentata dal procuratore di Macerata Giovanni Giorgio e dallo stesso questore Pignataro che ha più volte invocato l’intervento esaustivo e dirimente del legislatore. L’omicidio di Pamela Mastropietro e la successiva sparatoria di Luca Traini, ha portato ad una stretta sui controlli e ad una più incisiva azione di contrasto allo spaccio di droga in provincia.
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La cannabis light è il cavallo di Troia per formalizzare la legalizzazione della cannabis ricreativa, di fatto peraltro già in qualche modo raggiunta grazie alle depenalizzazione dello spaccio minuto.
Più che un vuoto legislativo – se veramente ci fosse non si potrebbe procedere a sequestri perché ‘ciò che non è proibito è permesso’ – io intravedo un problema di interpretazione della normativa, che è poco chiara. Comunque la lobby del tabacco dovrebbe essere ben ‘attrezzata’ e pronta ad investire.
P.S. Normativa forse volutamente poco chiara.