Foto d’archivio
di Laura Boccanera
Duemila euro di multa all’azienda che somministra i pasti alla mensa scolastica per aver violato il regolamento del capitolato d’appalto. La contestazione arriva dal comune di Civitanova dopo le segnalazioni e due esposti protocollati dai genitori nei mesi scorsi. La sanzione pecuniaria è il provvedimento che il Comune ha inoltrato nei giorni scorsi alla All Food per aver somministrato lo scorso novembre una fornitura di pesce proveniente dal mare di Barents anziché dall’area Mediterraneo come contenuto nel capitolato e per aver fatto uso di olio extravergine di oliva ottenuto da olive provenienti dalla comunità europea anziché dall’Italia, raccomandazione, anch’essa contenuta nel capitolato.
LA MULTA – L’esposto parte dopo la segnalazione dei genitori che hanno ravvisato nel pasto del 23 novembre scorso servito nelle mense scolastiche un odore strano nel pesce. A quel punto il rappresentante dei genitori di via Ugo Bassi, l’avvocato Marco Vannini, ha richiesto al Comune di visionare l’etichetta del prodotto fornito ed è emerso che la provenienza era al di fuori dell’area Mediterraneo. La All Food, dopo la richiesta di chiarimenti da parte del Comune ha controdedotto che da regolamento l’utilizzo del pesce della zona del mare di Barents è possibile ed è previsto in caso di scarsità di materia prima proveniente dal Mediterraneo. Ma il Comune ha contestato che la variazione deve comunque essere segnalata agli uffici e ciò non è stato fatto, confermando di fatto la sanzione. Per quanto riguarda l’olio di provenienza comunità europea, la ditta ne ha ammesso l’utilizzo e segnalato di aver provveduto al cambio di fornitore. «E’ dallo scorso gennaio che attendevamo risposte dal Comune per sapere perché la All food avesse somministrato alimenti in violazione del capitolato d’appalto – spiega Marco Vannini, rappresentante dei genitori dell’istituto di via Ugo Bassi – solo grazie alla nostra attenzione e a quella costante e preziosa di alcune maestre, oltre ai controlli effettuati nelle mense, siamo riusciti a verificare l’inadeguatezza del pesce servito il 23 novembre che aveva un odore pungente e che poi dalle verifiche fatte dal comune è emerso essere un prodotto somministrato in violazione al regolamento previsto da capitolato. E la stessa cosa è successa con l’olio di oliva. Queste sono solo alcune delle cose che non vanno: tanto per dirne alcune rilevo l’eccessivo utilizzo di verdure surgelate in luogo di quelle fresche, piatti con pasta spesso scotta e scondita, un “pesce” spesso impresentabile e peggiorato con l’avvento del programma Pappa Fish ed in generale uno standard di qualità parecchio distante dal bel panorama di presentazione del nuovo servizio mensa sbandierato ad ottobre scorso. Anche se per correttezza va detto che dall’inizio dell’anno scolastico la situazione, a furia di fare segnalazioni, è un poco migliorata».
IL PASTO DA CASA – Una multa che per il comitato Insieme cambiamo la mensa, fa tornare d’attualità il tema del pasto da casa. I genitori che da tempo richiedono l’adozione del pasto da casa infatti sollecitano l’approvazione del regolamento in tempi rapidi, ma con tutta probabilità la possibilità di accedere alla refezione con il proprio pasto slitterà al prossimo anno scolastico. I consigli di istituto sono al lavoro per tentare di incastrare il diritto al pasto da casa dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso settembre con le rigide normative nazionali e dell’Asur per la somministrazione all’interno delle mense scolastiche attuali. Un incastro non sempre facile per i dirigenti che stanno cercando di fare la quadra e trovare il modo per dare risposte alle richieste dei genitori e del comitato che avevano anche fatto una raccolta firme per dare peso alla richiesta. Sono circa 140 i genitori che vogliono poter aderire al pasto da casa. Ma non si riuscirà a far maturare la cosa entro questo anno scolastico. «Stiamo affrontando la questione tutti insieme, tutti gli istituti comprensivi – ha riferito la dirigente dell’istituto di Via Regina Elena Daniela Boccanera – interloquiamo con Comune e Asur per risolvere tutti i problemi connessi con la procedura del pasto da caso, dovremmo riuscire a sperimentare a maggio, ma l’adozione probabilmente avverrà a partire dal prossimo anno. Entro maggio comunque dovrebbe andare all’approvazione del consiglio di istituto». Una cattiva notizia per il comitato e per i rappresentanti dei genitori che invece continuano a lamentare disservizi e anomalie all’interno della refezione cittadina e vedono nel pasto da casa l’alternativa migliore per l’educazione alimentare dei propri figli.
IL CONFRONTO – Tutt’altro clima a Macerata dove il servizio mensa dal 2013 è gestito tramite le mense bio, con singoli centri di cottura in quasi tutti i plessi scolastici e con appalto su forniture centralizzato dal comune. «Qui l’apprezzamento per la mensa è elevatissimo – ha sottolineato l’assessore Stefania Monteverde – e pertanto non è arrivata nessuna richiesta per l’adozione del pasto da casa, oltretutto il costo del singolo pasto, a fronte della qualità degli alimenti, è molto conveniente. Pertanto il gradimento è talmente alto che nessuno ha richiesto il pasto da casa. Con i genitori e con il comitato mensa c’è uno scambio sempre molto partecipativo. Come membro della commissione istruzione dell’Anci ho spesso discusso e sollevato la questione perché a mio avviso il pasto da casa viola un principio fondamentale dell’educazione alimentare: ovvero che il pasto è un diritto, tutti hanno diritto ad un pasto completo. L’introduzione di questa modalità invece porterebbe a delle differenze fra i bambini, oltre al fatto che tecnicamente andrebbero separati dai compagni. Il pasto e la mensa, non è solo nutrizione, è un momento educativo fondamentale, noi facciamo anche tanta formazione ed educazione alimentare per far conoscere la provenienza degli alimenti, del pesce. E tutto questo si perde e non crea equità. E tutto questo non può essere garantito dal pasto da casa. Abbiamo investito molto fin dal 2013 nella mensa che comunque rimane tra le più convenienti e lo abbiamo fatto perché ogni euro investito nei bambini non è una spesa, ma, appunto, un investimento».
I DATI – Raffrontando i dati, il comune di Macerata, per tutti i plessi, spende ogni anno 1 milione e 600 mila euro, di cui 700mila per la fornitura e il resto in personale. Il servizio è organizzato con singoli centri di cottura in ogni istituto con cuochi e personale addetto al servizio e allo scodellamento per un totale di circa 1.700 pasti al giorno. Il costo per le famiglie varia in base all’Isee e prevede fino a 6.200 euro di Isee la gratuità del servizio che sale per scaglioni da 1.80 euro (per la fascia Isee da 6.200 euro a 7.500 euro), 3.00 euro per lo scaglione da 7.500 euro a 15mila euro, 3.40 euro per lo scaglione dal 15mila a 30mila euro, 3.60 euro da 30mila a 40mila euro, 3.90 da 40mila a 50mila euro e infine 4.20 euro per i redditi superiori a 50mila euro. Ai bambini non residenti con Iee inferiore a 15mila euro si applica la tariffa unica di 3.30 euro, mentre per gli Isee superiori si applicano le tariffe degli altri. Riduzioni previste per i secondi e terzi figli. A Civitanova invece il servizio mensa viene gestito tutto esternamente dalla All food che ha vinto l’appalto del Comune che spende annualmente circa 1 milione e 300 mila euro per la refezione scolastica. I pasti somministrati quotidianamente variano da 1.300 a 1.600. Il costo per le famiglie è variabile sulla base dell’Isee e va da zero euro (per i redditi fino a 7.000 euro) a 4.95 euro per chi ha un Isee superiore a 45mila euro o per chi non presenta la certificazione fiscale o è residente fuori comune. La forbice interna comprende variazioni di costo pari a 2.50 euro (per i redditi da 7 mila a 15mila euro), 2.75 euro (per i redditi fino a 25mila euro), 3.25 euro (per i redditi fino a 35mila euro), 3.75 euro (per i redditi fino a 45mila euro) e 4.95 per i redditi superiori a 45mila euro.
Ho la fortuna di far mangiare mia figlia in una piccola mensa di una piccola scuola!
fosse solo l'olio e la provenienza del pesce il problema dei pasti delle scuole civitanovesi..
E cmq il problema è a monte.. Si da sempre tutto in appalto e ecco cosa ne esce fuori.. Se la cucina come una volta era interna magari il problema non c'era
In Russia si vendono scarpe “Made in Italy” che di Italy non c’ha nemmeno il nome, sai quanto ci mettono a prendere il pesce cinese d’allevamento e spacciarlo come pescato in oceano? Niente....
Ma cosa date da mangiare a questi figli?. Ma non vi vergognate ??? Ma chi deve controllare cosa fa? Genitori incazzatevi e denunciate....
Almeno a Roma ai bambini si dava extravergine marchigiano...
Chiamatelo con il loro nome. Pangasio. Andate a vedere come si alleva e si pesca... Pesca, scusate, come si porta in tavola.
Vergogna.......il mare di Barents è una discarica x rifiuti radioattivi e ha un alta concentrazione di microplastiche....ri-vergogna!
Perché ha rivinto il bando?
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Come Macerata ci sono altre città da portare ad esempio. Inoltre è ridicolo non fare la spesa in una città di mare come Civitanova Marche.
civitasvolta@gmail.com
civitanoi2015@gmail.com
Siete sicuri di ravvisare del pesce nello strano odore? Certo leggere che lo standard è di gran lunga inferiore a quello strombazzato e che dall’inizio dell’anno la situazione è migliorata anche se di poco e a forza di lamentele non devolve di certo a favore del comune . Ma invece di portare il pasto da casa non sarebbe meglio mandare a casa chi è all’origine di questi impicci come chi ha il dovere di controllare e i fatti dimostrano che non lo fa.? E’ questo un punto ostico per molti amministratori di cui tra quelli regionali possiamo trovare esempi estremi tipo Casette Sae con all’interno adeguati spazi per la coltura del fungo violaceo, brutto come la fame. Dare un appalto, significa poi vigilare in tutto e per tutto per vedere se i requisiti per cui si è ottenuto ci siano davvero e le promesse vengano mantenute. Il famoso “ fatto ad opera d’arte “ significa questo. Un pasto con pesce tipo merluzzo del mar di Barents per quanto importante risorsa per la Russia e per la Norvegia ma che da un punto di vista ambientale desta preoccupazione per i rischi di contaminazione nucleare da reattori navali russi affondati e le future trivellazioni nell’area Goliath al largo della Norvegia. soddisfa questi parametri? Una preparazione culinaria con questo merluzzo condito con olio di olive straniere non è di certo cucinata “ ad opera d’arte”. Al massomo possiamo definirlo un piatto a sorpresa. Se cominciamo a nutrirli da piccoli con certi alimenti non è difficile prevedere quali saranno le malattie a cui potrebbero andare incontro. Potrei continuare per ore, con il computer sottomano potrei raccontare cose raccapriccianti su cibi, provenienze e veleni in essi contenuti che possono in buona parte anche essere suddividi per paesi di provenienza. Alla fine di tutto, i duemila euro di multa li avrei scalati a chi dico io. E cioè a chi ancora una volta dimostra e per il cibo che fa servire nelle scuole e per le lamentele che tardano ad essere recepite e per il solito ben notabile distacco con la cittadinanza tenuta ai margini, che non riesce a fare il proprio dovere. Al grande letterato, il Maestro Leonida Rubistein, fu offerto un importante lavoro presso il Palazzo d’ Inverno a San Pietroburgo: Nonostante in quel periodo non versasse in buone condizioni sia di salute ché economiche rispose: “ Non avete bisogno di assumere. Visto come vanno le cose avete bisogno di licenziare”.
Daniela Boccanera, dirigente dell’Istituto comprensivo via Regina Elena di Civitanova, precisa per maggiore chiarezza e comprensione che il regolamentato del pasto da casa sarà deliberato entro maggio dal consiglio di istituto e non “sperimentato”. Conferma che l’adozione del pasto da casa slitterá a settembre al nuovo anno scolastico