il segretario uscente del Pd Marche, Francesco Comi, ed il neo eletto Giovanni Gostoli
di Martina Marinangeli
Prima uscita pubblica per il nuovo segretario del Pd marchigiano, Giovanni Gostoli, che oggi ha ricevuto la benedizione ufficiale del suo predecessore Francesco Comi, in un passaggio di testimone nella sede regionale del partito di piazza Stamira, ad Ancona. La vittoria schiacciante del candidato pesarese sullo sfidante Paolo Petrini nelle primarie del 2 dicembre – 68% delle preferenze – ha di fatto sconfessato l’asse dei sindaci di Ancona e Macerata, che escono ridimensionati da questa tornata elettorale. Ma se la prima cittadina dorica Valeria Mancinelli può almeno consolarsi sapendo che il 75% degli iscritti nella provincia anconetana ha votato per il nome da lei sponsorizzato, il maceratese Romano Carancini mastica doppiamente amaro. Nella sua città ha infatti prevalso Gostoli, nonostante il sindaco fosse stato tra i primi sostenitori di Petrini. Il neo eletto segretario dribbla però la facile polemica e invita a «non personalizzare il voto: è tempo di metterci le Primarie alle spalle e procedere uniti, come ci chiede il nostro popolo. Il primo messaggio ricevuto la sera delle Primarie è stato quello di congratulazioni da Petrini». Il politically correct è servito, salvo poi sottolineare l’importanza del «dato di Fermo», dove ha battuto lo sfidante che giocava in casa. Il nodo cruciale del new deal del Pd targato Gostoli è però quello dell’indispensabile ricucitura dello strappo con il capoluogo regionale, peso specifico troppo importante per essere ignorato. «Ho chiamato proprio oggi la sindaca Mancinelli per incontrarci e confrontarci la prossima settimana», fa sapere il segretario. «Sono ben disponibile ad incontrarlo – la risposta –: anche lui, durante la campagna elettorale, si è detto d’accordo sulla necessità di una svolta radicale. In questo sono pronta ad aiutarlo, ora bisogna discutere sul come».
Nell’attesa di capire se il baricentro del partito riuscirà a riavvicinarsi, almeno parzialmente, ad Ancona o sarà definitivamente tarato su Pesaro, il segretario uscente Comi ha puntato l’accento sul fatto che, dalle Primarie, «sia emersa una leadership forte ed indiscussa, che è quella del governatore Luca Ceriscioli», sponsor della candidatura di Gostoli insieme al sindaco di Pesaro, Matteo Ricci. «Sono state primarie molto partecipate, circa 13 mila persone si sono recate alle urne – sottolinea Comi –, dato al di sopra delle aspettative, visto il periodo che sta attraversando il partito», anche se, per dovere di cronaca, si puntava a raggiungere la quota di 20 mila votanti e la tornata abbia restituito l’immagine di un partito piuttosto autoreferenziale. In ogni caso, il plebiscito per Gostoli è innegabile e, puntualizza Comi, «avrebbe vinto con 1200 voti di scarto anche senza presentare la lista a Pesaro e con 650 senza Ancona». La prossima tappa nel lungo iter che porta alle Regionali del 2020, passando per le Amministrative e le Europee del prossimo anno, è quella dell’assemblea del 16 dicembre, nell’Abbazia di Fiastra, durante la quale verranno riorganizzati gli organi del partito, dal direttivo regionale alla segreteria, che prevederà anche una decina di persone, metà uomini e metà donne, da impiegare nei dipartimenti tematici, ovvero tavoli aperti alla società civile in cui si discuterà delle questioni più spinose della politica regionale, a partire da ricostruzione, sanità e lavoro. Un’idea lanciata da Petrini che Gostoli ha tutta l’intenzione di raccogliere, nello spirito di quell’unità da tutti ripetuta come un mantra.
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Ricostruzione????? Sanità?????
Stasera c’è chi l’ha visto. Fate ancora in tempo a fare un identikit del Pd e faxarlo. Almeno portate una nota di allegria alla trasmissione.
ciacaron.
Come molti sapranno, Carancini (il quale ci ha fatto sapere un paio di settimane fa che vorrebbe continuare ad amministrarci anche ad altri livelli, perchè sinora, secondo lui, avrebbe fatto molto bene alla guida del Comune di Macerata) stava addirittura meditando di proporsi, nelle prossime primarie PD per la scelta del nuovo governatore, come successore di Ceriscioli.
Ora le primarie per il nuovo candidato governatore non si faranno più, visto che quelle appena svolte per la nomina del nuovo segretario regionale PD delineano sostanzialmente una netta vittoria di Ceriscioli, il quale ambirà ad una riconferma “sic et simpliciter” (con ampia soddisfazione dei partiti di opposizione, ma questo è un altro discorso).
Quanto a Carancini, palesemente sconfessato nella sua città e non sostenuto nemmeno da altri componenti della giunta comunale, il risultato di domenica scorsa suona come una campana a morto anche per la semplice candidatura a consigliere regionale e per le sue possibilità di successo in tal senso.
La Mancinelli, infatti, almeno può dire che ad Ancona il suo candidato ha ottenuto un risultato eccellente. Carancini invece porta a casa una manciata di voti per Petrini ed una pesante umiliazione proprio nella città da lui amministrata. Un disastro, insomma, per le velleità caranciniane.
«Chiunque, in luogo pubblico (Per luogo pubblico si deve intendere quel luogo continuativamente libero, di diritto e di fatto, a tutti o a un numero indeterminato di persone senza alcuna limitazione di accesso o di orario e in presenza di più persone, ad esempio il deserto del Sahara.. e chi te sente ) (..presenza di più persone alla commissione del fatto. Queste devono aver effettivamente percepito le offese. . ), offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione fino a tre anni.
Eppure Carancini come la papera fenice, si innalzerà dalle sue ceneri per volare sulle vostre teste. Se non proprio il cappello almeno una cuffia o un sacchetto di plastica, isolante e idro e altro repellente. Comunque ste volate ve le fa da quasi dieci anni e ultimamente studiando a fondo certi commenti su tutto ciò che concerne Carancini e nemmeno quelli sportivi si possono escludere, sono giunto alla conclusione che chi sta a bocca aperta je se rimpie solo de mosche.