Accusati di aver truffe ai preti, condannati in tre. Caduta l’accusa dell’associazione a delinquere. Il processo si è chiuso oggi al tribunale di Macerata. Sotto accusa erano Vincenzo Di Maso, 37 anni, di San Giovanni Rotondo, residente a Civitanova, il romeno Alexandru Catalin Manolache, 33, il siciliano Pietro Tomasiello, 46, residente a Civitanova. Secondo l’accusa avrebbero operato in un modo collaudato per compiere truffe a sacerdoti. Di Maso, Manolache e Tomasiello sono accusati di aver truffato il parroco della chiesa del Rosario di Filiano (Potenza), don Mariano Spera, che avrebbero contattato telefonicamente riferendogli di situazioni familiari disastrose e chiedendogli un aiuto.
Il sacerdote, impietosito, avrebbe così versato loro del denaro: dall’agosto del 2012 al gennaio 2013 avrebbero ottenuto circa 2.700 euro dal sacerdote attraverso bonifici su conti Postepay. A Di Maso e Tomasiello viene contestato poi di aver raggirato il parroco di Castel D’Aiano (Bologna), don Pietro Facchini. Anche questo sacerdote sarebbe stato contattato telefonicamente e gli sarebbero state riferite situazioni familiari ed economiche disastrose. In questo modo, dice l’accusa, dall’ottobre 2012 al ottobre del 2013 sarebbero riusciti ad ottenere una somma di denaro piuttosto ingente: circa 67mila euro. Oggi il pm Enrico Riccioni ha chiesto la condanna a 5 anni per Di Maso, e a tre anni per gli altri imputati. Il Tribunale di Macerata, che ha assolto gli imputati dall’accusa di associazione per delinquere, come chiesto dalla difesa, ha condannato Di Maso a 1 anno e sei mesi, Tomasiello a 1 anno e 3 mesi e Manolache a 4 mesi. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Domenico Biasco (per Di Maso), Giuseppe Ferrari e Simone Santoro.
Commenti disabilitati per questo articolo