di Laura Boccanera
(Foto di Federico De Marco)
«Il sogno si è trasformato in realtà, Popsophia è di nuovo a Civitanova Alta». Sono le parole dell’assessore Ermanno Carassai a dare il la alla prima giornata del festival della Pop filosofia che torna nel suo luogo di origine e apre le danze con l’inaugurazione delle 6 mostre sparse all’interno del Borgo alto. C’è Andy Warhol e l’arte contemporanea di Enzo Cucchi, Eliseo Mattiacci, Sandro Chia. E poi i paesaggi di Giulio Catelli, nipote d’arte di Arnoldo Ciarrocchi. Ma anche il mare delle foto in bianco e nero di Ivano Quintavalle e l’installazione organobotanica di Paola Tassetti. Prospettive diverse per un racconto a puntate che parla del pop.
E l’apertura ufficiale non ha tradito le aspettative di chi attendeva con ansia il ritorno di Popsophia. Nel pomeriggio è arrivato anche Philippe Daverio, ospite della prima serata che, cocktail pre conferenza e papillon d’ordinanza, ha visitato le mostre e chiacchierato con i presenti. La cifra dell’apertura è nella mostra Andy Pop, curata da Matteo Catani, docente dell’accademia di Belle arti di Macerata che ha curato l’installazione multimediale dedicata al padre del pop inserendo un elemento in più rispetto al racconto del movimento. Lo spettatore si trova di fronte a 4 proiezioni sul mondo della Factory, con Nico e Lou Reed e poi sulla grande tela in trasparenza verso l’altare della ex chiesa di san Francesco un collage delle opere che compongono i ritratti dell’artista. Ma l’esperimento alla Warhol e che attualizza i famosi “15 minuti di notorietà” è nello spazio allestito nelle nicchie dove sono state predisposti esperimenti interattivi. C’è l’installazione nella quale lo spettatore può diventare la famosa “Marilyn” seriale mettendosi davanti allo schermo del pc in un selfie pop che diventa tessera di un quadro plurale e lo stesso esperimento tradotto sul piano sonoro con le parole telefono del visitatore che vanno a comporre il tappeto sonoro della performance.
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