Il colonnello Michele Roberti Mostra la brochure che è possibile ritirare nelle caserme dei carabinieri
di Gianluca Ginella
Tre truffe a donne anziane fallite in due giorni, prova che se da un lato la maggiore informazione sui rischi di essere avvicinati da malviventi paga (le denunce per raggiri sono scese parecchio rispetto allo scorso anno) dall’altro testimonia che con l’arrivo dell’estate in giro per la provincia ci sono persone a caccia di vittime. Proprio per questo il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri ha deciso di dare il via ad una campagna di informazione per salvare gli anziani dalle truffe. «Ho dato disposizione di iniziare una campagna informativa nelle parrocchie, nei comuni, nelle associazioni culturali, nei luoghi frequentanti da persone anziane – spiega il colonnello Roberti –. Durante queste campagne esponiamo quelle che sono le modalità più ricorrenti delle truffe. Vogliamo arrivare a più persone possibili in modo che chi viene qui per fare truffe sia scoraggiato dal fatto che nessuno ci casca». Nei primi sei mesi del 2017 le truffe e frodi informatiche in provincia denunciate ai carabinieri sono state 327 (106 quelle scoperte), nei primi sei mesi di quest’anno sono state 223 (115 quelle in cui è stato individuato l’autore). Le truffe a persone over 65 anni sono state 66 nel 2017 e 20 nel 2018. «C’è stato un notevole decremento» spiega Roberti. Il rischio dell’estate è che le persone anziane con i centri che si svuotano restino ancora più isolate diventando una preda più facile per i malviventi. Ieri ci sono stati due tentativi di truffe «abilmente scoperte da due persone anziane» dice Roberti. Si trattava della truffa più comune, quella del falso avocato o del finto maresciallo dei carabinieri che chiama a casa dicendo che un parente ha avuto un incidente ed è necessaria una somma perché manca la copertura assicurativa. Anche oggi una 69enne di Tolentino è scampata ad una truffa di una persona che presentandosi come maresciallo dei carabinieri aveva chiesto denaro per la figlia, che aveva avuto un incidente. La donna ha capito che era una truffa e ha denunciato la cosa ai carabinieri.
Ma attenzione perché i truffatori «studiano le loro vittime. Prendono informazioni sui loro parenti – spiega il comandante provinciale –. E’ capitato il caso di una signora avvicinata per strada da un uomo che diceva di conoscere il genero. Le ha detto che si chiamava Marco, e il genero si chiama proprio così. L’ha fatta pure parlare al telefono con lui, ovviamente si trattava di un complice». Il fatto è avvenuto a maggio e la donna è stata truffata di 700 euro. Altro caso è quello di una donna avvicinata da un uomo che diceva di essere il figlio e che le ha chiesto del denaro per comprare il telefonino. Un caso avvenuto a Montecosaro e siccome il figlio nei giorni precedenti le aveva detto proprio di voler compare un nuovo cellulare la donna c’è cascata. A Civitanova una vedova è stata avvicinata da uno sconosciuto che dice di essere amico del figlio, le ha persino fatto parlare con lui al telefono «ovviamente era un complice, che al telefono la chiamava “mamma”. La signora voleva chiamare il figlio con il suo cellulare ma glielo hanno sfilato e gliene hanno passato uno loro dicendo che ce lo avevano già in linea». Dopo aver parlato con falso figlio la donna si è convinta a consegnare al malvivente 2.900 euro. Altro caso un po’ diverso è quello di un frate che gestisce una biblioteca francescana. E’ stato contattato da un finto impiegato del comune che ha detto che c’era una donazione per la biblioteca di 9mila euro ma per errore ne sono stati versati 11mila e ha chiesto di pagare la differenza tramite Poste pay. Persone abili, che conoscono le vittime quanto basta per riuscire a raggirarle, e che si presentano bene. Per evitare le truffe i carabinieri hanno anche realizzato una brochure che è possibile ricevere gratuitamente andando in caserma. Lì vengono spiegate le truffe più comuni e come evitarle. «Agli anziani diciamo di non aprire mai la porta di casa quando sono da soli, a persone sconosciute – spiega il colonnello Roberti –. I tecnici di gas, luce, telefono normalmente preavvisano se devono andare a casa di qualcuno. Qualora dovessero presentarsi senza alcun preavviso hanno tutto il diritto di non aprire la porta e prendere informazioni, magari chiamando il Comune o la compagnia del gas o della luce. Ma devono chiamare con il proprio cellulare non con quello dell’altra persona perché se si tratta di un truffatore passerà loro un complice. Non esiste poi che rappresentanti delle forze dell’ordine vadano a casa a chiedere denaro. In questo caso si deve chiamare immediatamente il 112. Inoltre devono stare attenti quando dopo essere stati a ritirare denaro vengono avvicinati da qualcuno con richieste strane, perché è possibile si tratti di una truffa. Consiglio inoltre di avere un buon rapporto di vicinato in modo da porte chiedere aiuto».
“Nessuno tocchi l’anziano”, campagna per prevenire le truffe
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