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Busta paga pesante, parlamentari dem:
«Decreto in extremis
per colpa di Lega e M5s»

MACERATA - Alessia Morani e Mario Morgoni fanno il punto sull'ultimo decreto approvato da governo Gentiloni: «Il cratere è centrale per la regione, dall'opposizione continueremo a fare le nostre proposte per i marchigiani»

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di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

«Il decreto per la busta paga pesante è arrivato in ritardo? No. In extremis – dice la parlamentare del Pd Alessia Morani -, dato che abbiamo aspettato 3 mesi che i vincitori delle elezioni componessero un governo. L’ultimo atto del governo Gentiloni è stato dedicato alle Marche e alle zone terremotate. Altrimenti da oggi, 1 giugno, si sarebbe ricominciato a pagare». Insieme a lei Mario Morgoni, anche lui deputato dem. Assente perché trattenuto da impegni a Roma il terzo parlamentare marchigiano del Pd: Francesco Verducci.

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Alessia Morani

Stamattina i parlamentari dem hanno voluto fare il punto sull’ultimo decreto approvato giusto in tempo per prorogare la restituzione della busta paga pesante. Un provvedimento che sposta anche il termine di diverse misure di sostegno economico al cratere e aumenta il fondo per gli interventi strutturali dal 2020 al 2023 di circa 100 milioni di euro (leggi l’articolo). «Abbiamo scelto il primo giugno perché da oggi, senza un decreto, i cittadini delle zone terremotate avrebbero dovuto ricominciare a pagare – spiega Morani -. Lega e M5s, dopo la propaganda fatta sul terremoto, se ne sono dimenticati per tre mesi. Nel loro contratto c’è qualche misera riga sul progetto di ricostruzione. Questo denota scarsa attenzione per qualcosa che nelle Marche è il cuore del futuro». In ogni caso il Pd a Roma sarà in minoranza. «All’opposizione – conclude la parlamentare – saremo al fianco dei marchigiani, continueremo a fare le nostre proposte».

Proposte che spiega invece Morgoni, che il cratere in questi due anni lo ha percorso, ascoltando chi ci vive. «L’emendamento è stato importante perché c’era grande preoccupazione per la busta paga pesante – dice Morgoni -. Ora è stato approvato il prolungamento dei termini per l’avvio della restituzione e si è passati da 24 a 60 mesi per la rateizzazione. Devo notare però che la Lega fa anomale rivendicazioni, dicendo che è merito del loro pressing (leggi l’articolo). In realtà i loro parlamentari hanno spesso votato contro a provvedimenti in favore delle popolazioni terremotate. Come nel caso del decreto 50 che prorogava i tributi sospesi e approvava la zona franca urbana: Lega e M5s avevano votato no».

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Mario Morgoni

Ora i prossimi provvedimenti per cui il Pd spinge sono «la proroga della sospensione dei mutui – dice Morgoni -, per attività produttive prima casa e per i Comuni del cratere, la prosecuzione della cassa in deroga fino al 2019 per i lavoratori residenti nel cratere, la regolarizzazione delle piccole difformità edilizie e della doppia conformità, l’eliminazione della conformità temporanea per le casette d’emergenza, almeno fino alla ricostruzione e ulteriori misure di sostegno al reddito come la proroga dell’una tantum, per cui ci sono margini finanziari». Insomma, addossare al Pd tutte le colpe per quello che non ha funzionato nella gestione del terremoto «è un esercizio di pura propaganda di chi oggi governerà. Noi abbiamo messo a disposizione grandi risorse, parliamo di circa 11 miliardi di euro sia statali che europei. Risorse che risulteranno preziose, così come il contributo di una politica capace di dare un orientamento a queste risorse. Sicuramente – conclude il deputato -, c’è stato un affollamento di situazioni da affrontare per cui le cose si sono stratificate e i problemi non sono stati tutti risolti. Adesso indubbiamente è ora di dare un’accelerazione per le misure di rilancio. Ma bisogna anche valutare la fragilità amministrativa di questo territorio che può diventare un elemento negativo. Ci vuole un territorio che sappia costruire il proprio futuro immaginando una nuova strategia di sviluppo economico, altrimenti andremo a ricostruire la stessa fragilità. Anche rispetto a temi come le scuole bisogna superare la chiusura a campanile e ragionare in sinergia tra Comuni».

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