L’arrivo dei militari in piazza del Papa nel centro storico di Ancona per accedere all’abitazione di via della Pescheria di Renata Rapposelli
Al centro, il colonnello Americo Di Pirro, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Ancona
Nella casa, c’era già stato un sopralluogo da parte dei carabinieri della stazione Centro. Era stato eseguito dopo la denuncia di scomparsa presentata il 16 ottobre dagli amici di preghiera della pittrice. In quell’occasione, era stato trovato tutto in ordine. Non mancava nulla, neppure i documenti identificativi di Renata. I Ris hanno repertato residui biologici che verranno poi confrontati con quelli prelevati a casa dei Santoleri. Sia Simone che Giuseppe non avrebbero mai messo piede nell’appartamento della pittrice, trovata senza vita lo scorso sabato dopo un mese di ricerche. Il corpo, stanziato all’obitorio di Macerata, non è stato ancora liberato. Possibile possano essere eseguiti sul cadavere altri accertamenti medico-legali. Ieri, dall’autopsia non sono emerse particolari evidenze. Del corpo non è rimasto praticamente nulla. È sui rimasugli di vestiti, la ciocca di capelli rimasta attaccata al cranio e il cumulo di ossa che verranno effettuate analisi approfondite per poter risalire alle cause della morte della pittrice. Finora, c’è una sola pista da escludere: Reny non è morta per un colpo d’arma da fuoco. Tra le ipotesi al vaglio della procura, il soffocamento, lo strangolamento e l’avvelenamento. Intanto, l’ex marito Giuseppe, ieri ha lasciato la Rianimazione dell’ospedale di Atri per raggiungere di nuovo il reparto di Psichiatria di Giulianova. Per lui, non è stato ancora fissato un nuovo interrogatorio.
(servizio aggiornato alle 19.35)
(foto di Giusy Marinelli)
L’ingresso di casa, al centro il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Ancona, colonnello Americo Di Pirro
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