E’ organizzato da Clara Ferranti, la professoressa finita al centro delle polemiche dopo la scelta di sospendere una lezione per un momento di preghiera (leggi l’articolo), il seminario istituito da Unimc. Come trasmettere alle generazioni del futuro la Memoria della Shoah? E come farlo nel rispetto della sostanza storica, ma tenendo a distanza la retorica e la facile demagogia? Infine, quali, fra le molte iniziative possibili, offrono i migliori benefici sul piano didattico e formativo? Per rispondere a queste domande l’università di Macerata propone per martedì 24 ottobre il seminario di ricerca e disseminazione della Memoria, uno dei nove organizzati negli stessi giorni dalla Rete Universitaria per il Giorno della Memoria e dal Centro interuniversitario 27 gennaio in altrettanti atenei italiani, da nord a sud. La data è stata scelta per commemorare il “sabato nero” del ghetto di Roma: all’alba di sabato 16 ottobre 1943 la polizia tedesca, agli ordini del tenente colonnello delle SS Herbert Kappler, fece irruzione con obiettivi il sequestro, la deportazione e l’eliminazione degli ebrei romani. Degli oltre mille catturati e tradotti ad Auschwitz, ne tornarono sedici. Anche grazie al contributo di Giacomo Debenedetti, il 16 ottobre rappresenta da allora un momento chiave nella Memoria, ebraica e non solo ebraica.
Il seminario, di cui la professoressa Ferranti è responsabile scientifico, è patrocinato e sostenuto dalla Comunità Ebraica di Ancona, dal Consiglio Regionale delle Marche, dalla Regione Marche e prevede due momenti. Il primo è il convegno all’Auditorium Unimc, la mattina dalle 9 alle 13 e il pomeriggio dalle 15 alle 17.30 al quale interverranno Rita Borioni, su “Italiani Brava Gente”, Vincenzo Caporaletti su “sti e pratiche musicali nella Shoah”, Paolo Coen su “Distruggere l’arte, distruggere la Memoria”, Marcello La Matina su “Linguaggio e violenza”, Anton Giulio Mancino su “Linguaggio e violenza”, Simone Misiani su “La dissoluzione della convivenza in Europa”. Si prosegue con la suite “Le Imperdonabili” in scena al Cinema Italia alle 17.30: si tratta di una elaborazione drammaturgica a cura di Clara Galante, dal testo “Le Imperdonabili – L’ultima lettera di Etty Hillesum” di Guido Barbieri, ispirato all’omonimo libro di Laura Boella per la regia di Alessio Pizzech, un ritratto teatrale di una delle più intense e commoventi figure del Novecento, Etty Hillesum, giovane scrittrice olandese che si trasferirà volontariamente nel campo di concentramento di Westerbork, per contribuire ad alleviare le sofferenze degli internati, e finirà i suoi giorni ad Auschwitz, il 30 novembre del 1943, a ventinove anni d’età. Il seminario è principalmente rivolto agli insegnanti – la partecipazione rientra fra i titoli riconosciuti in ambito scolastico-, agli studenti universitari e a chiunque abbia interesse verso i temi trattati. Per info e iscrizioni.
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” Il “fermarsi e cominciare a pensare”, che secondo la Arendt a ragione rappresenta una forma importante di resistenza al male, implica, a mio avviso, il riconoscere che si può correre il rischio, da cui nessun uomo può dirsi escluso, di “smettere di pensare”, continuando a credere il contrario, di diventare cioè superficiali, abdicando o attribuendo ad altri la responsabilità delle proprie scelte”: così scriveva la prof.Clara Ferranti, introducendo il volume “Carissimi Primo, Anne ed Elie”, uscito per Eum nell’ottobre 2016, che raccoglieva studi e interventi per la Memoria della Shoah.
Meno male che è ancora in libertà, si temeva che i comunisti l’avessero spedita in un gulag.