di Maurizio Verdenelli
C’è un maceratese nell’inferno su questa Terra, nello Yemen dilaniato dalla guerra, stremato dalla fame e dal colera: in una parola immerso nella “più grande crisi umanitaria odierna”. Il virgolettato appartiene al direttore generale della Fao, Josè Graziano Da Silva, espresso in un recentissimo briefing con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Emanuele Tacconi è tornato per qualche giorno a Macerata, una breve licenza dal suo ‘lavoro’ (lo chiama così, low profile) di inviato dell’Oms, organizzazione mondiale della Sanità, nei teatri più disperati del pianeta. I Cavalieri dell’Apocalisse sono da tempo nello Yemen: guerra, fame ed epidemie su tutto. Diciassette milioni di persone sono a grave rischio di incertezza militare: di questi sette sull’orlo della carestia. I mezzi di sostentamento agricoli sono minacciati e spesso annullati dalla crisi e dalla violenza.
Questo il quadro del Paese della Penisola araba all’epoca del colera. “Trecentomila i casi, millesettecento i morti per l’epidemia” dice Tacconi, specialista della Logistica e dunque alle prese quotidianamente con il problema di raggiungere i villaggi, spesso tagliati fuori dalla guerra, per portare soccorsi e cibo. “Un quadro terribile” aggiunge colui che è stato insignito con il Premio Maceratese nell’anno, nel 2015, volto scavato, provato da mesi e mesi di ‘lavoro’ nel posto più ‘caldo’ del mondo. Per Emanuele una missione di maggior sacrificio, rispetto alle altre pur durissime, questa a far la spola tra Sana’a e Gibuti.
A Macerata qualche partita dell’amatissimo calcio, tante passeggiate a vedere cosa è cambiato nella sua città. L’apprezzamento da parte sua che ha casa fra le antiche mura, per la pedonalizzazione del centro storico. Tanti timori per il futuro della Maceratese, di cui da sempre è tifoso. Per seguire in radio la telecronaca della storica vittoria dei biancorossi contro la Spal a Ferrara nel marzo 2016, evitò miracolosamente d’imbattersi nella ‘strage’ di Al Gaeda (18 morti) sulla spiaggia di Grand Bassam a 40 km da Abidjan, la capitale della Costa d’Avorio dove si trovava lo scorso anno (leggi gli articoli). Ogni domenica, Tacconi era al mare a godersi l’estate ivoriana: una giornata ‘saltata’ quella volta per amore, solo per amore della ‘Rata’. “Che continuerò a seguire anche dallo Yemen e Gibuti…ripensando ai quattro gol inflitti ad una squadra che è adesso in serie A”. Anche se la Maceratese dovesse finire in terza categoria? “Anche, soprattutto”. Tocca ferro, in ogni caso, Emanuele. Lui sorride, lo sguardo ancora un po’ triste.
Complimenti Emanuele, buon lavoro
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Perlomeno, se la ‘Rata’ dovesse precipitare nell’inferno della terza categoria, l’assistenza da parte delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite sarebbe assicurata.
Un abbraccio ad Emanuele.