di Maurizio Verdenelli
Un bagliore nel tunnel del dopo sisma. E’ venuto questa mattina da palazzo Chigi durante il summit tra il premier Gentiloni, il Commissario Errani, il capo della Protezione Civile, Curcio e i quattro governatori delle regioni, tra i quali naturalmente quello marchigiano, Ceriscioli.
Il presidente del Consiglio ha voluto mettere una toppa al terzo decreto legge che tante critiche ha sollevato e sta sollevando anche e soprattutto tra i sindaci dei 140 comuni del ‘cratere’ ai quali pare si stia negando tutto, non solo le provvidenze per l’emergenza ma pure una ragionevole proroga amministrativa sui bilanci comunali. La ‘toppa’, come il leggendario Signor Bonaventura di tanti anni fa, il tolentinate (ad honorem) Gentiloni l’ha messa in termini di denaro: un fondo di un miliardo di euro, ogni 12 mesi, nell’arco di un triennio. Non è propriamente molto se si pensa ai 23,5 miliardi di danni registrati da agosto ad oggi nel Centro Italia, tuttavia rappresenta un buon messaggio di speranza. Così come l’apertura per le cosiddette zone franche nelle quali il Maceratese si è generosamente speso -vedi Unimc con il ‘Modello Ussita’ e soprattutto Unicam con un progetto di legge, bell’e confezionato per i legislatori ma subito ‘cestinato’ dalla commissione Ambiente sotto forma di emendamenti. Invece, quasi a sorpresa, s’è aperto un barlume di speranza, seppure al ’91, seppure attraverso un vertice d’urgenza mentre spontanea montava la protesta nei container e nelle campagne dove si è ancora in attesa di stalle e tra gli operatori economici ormai in fuga dalla loro professione.
Ha detto Gentiloni: “Questo fondo ci servirà per adottare misure per la ricostruzione delle aree del cratere sismico, per adottare misure per il sostegno al reddito ed all’attività delle imprese attraverso le cosiddette zone franche ed infine per adottare misure per la sicurezza sismica degli edifici anche al di fuori del cratere”. Si tratta in pratica, come dice la stessa nota di Palazzo Chigi, di un ‘decreto correttivo’. “Non dobbiamo dimenticare infatti –ha dichiarato il premier di origini marchigiane- la gravità di quanto accaduto”. Sicuramente questo non è accaduto nelle zone del cratere dove hanno memoria buona anche per sentire l’ultima recentissima scossa (magnitudo 3.2) che ha fatto tremare ancora una volta Amatrice ed Accumoli.
“Si tratta di una notizia buonissima –dice il rettore dell’università di Camerino, prof. Flavio Corradini- siamo consapevoli che si tratta di un primo passo, ma l’accenno alle ‘zone franche’ da parte del Presidente Gentiloni ci riempie di speranza dopo le docce fredde in commissione ed in aula in riferimento al nostro progetto di Zes: zona economica speciale, che mi pare sacrosanta per permettere a città e borghi devastati di rimettersi in piedi, non solo nelle murature ma, quel che più conta, economicamente attraverso l’intervento soprattutto dei privati”.
La misura in effetti era già piuttosto colma anche perché il ‘no’ di Montecitorio alla proposta di ‘zone franche’ (virgolette, proto) era senza motivo a parte quella, probabilmente fondata, motivata con la necessità di non disturbare il Grande Manovratore: l’Europa. Che da parte sua promette due miliardi di euro, assolutamente insufficienti, per il cratere ‘sismico’. Una promessa fatta seppure laicamente a Norcia ‘al cospetto di San Benedetto che l’UE paradossalmente non riconosce tra le proprie radici: quasi un ossimoro, un paradosso’ commenta l’avvocato Giuseppe De Rosa (giornalista e fondatore del settimanale camerinese Orizzonti della Marca) uno dei componenti del gruppo di lavoro di Unicam dal quale è emersa la proposta di zona economica speciale.
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Sul tema interviene anche Oreste Pastorelli, deputato del Psi e componente della commissione Ambiente della Camera:“Da situazioni drammatiche come quella che stanno vivendo i cittadini delle province colpite dai terremoti si può uscire solo attuando provvedimenti straordinari. E’ da accogliere con favore, dunque, lo stanziamento di tre miliardi in tre anni per i comuni del cratere annunciato dal premier Gentiloni, così come la richiesta di flessibilità rivolta all’Europa. L’auspicio, però, è che questi fondi vengano utilizzati per istituire delle Zone Economiche Speciali e delle Zone Franche Urbane – così come previsto dalla nostra pdl presentata qualche settimana fa – che prevedano l’esenzione totale dalle tasse per cittadini e imprese e abbattano la burocrazia che sta mettendo in ginocchio interi comparti produttivi”.
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I sogni muoiono all’alba (del giorno dopo quello delle primarie del Pd).
Veramente lo stanziamento di 3 miliardi in 3 anni per fronteggiare una catastrofe da 23 miliardi più che un messaggio di speranza sembra un impudente fantauzziano “attaccate ar caz.zo”.
Sul tema interviene anche Oreste Pastorelli, deputato del Psi e componente della commissione Ambiente della Camera: “Da situazioni drammatiche come quella che stanno vivendo i cittadini delle province colpite dai terremoti si può uscire solo attuando provvedimenti straordinari. E’ da accogliere con favore, dunque, lo stanziamento di tre miliardi in tre anni per i comuni del cratere annunciato dal premier Gentiloni, così come la richiesta di flessibilità rivolta all’Europa. L’auspicio, però, è che questi fondi vengano utilizzati per istituire delle Zone Economiche Speciali e delle Zone Franche Urbane – così come previsto dalla nostra pdl presentata qualche settimana fa – che prevedano l’esenzione totale dalle tasse per cittadini e imprese e abbattano la burocrazia che sta mettendo in ginocchio interi comparti produttivi”.