Spazio pubblicitario elettorale

Droga, c’è chi rompe
il silenzio dell’indifferenza

L'INTERVENTO - L'età sempre più bassa di avvio alle sostanze stupefacenti e la prevenzione che non funziona. Alcuni positivi segnali di risveglio nella società civile: i casi di Tolentino e Recanati

- caricamento letture
bommarito_evidenza

L’avvocato Giuseppe Bommarito

 

di Giuseppe Bommarito*

Notizia tragica quella del ragazzino di undici anni che a Tolentino si è presentato a scuola con un pacchettino di marijuana in tasca, poi esibito durante la ricreazione con ingenuo orgoglio ai compagni, come se fosse un trofeo di guerra. Intendiamoci, niente di particolarmente nuovo. Da anni chi opera nel settore sa bene che è proprio a quell’età, quando si passa dalle elementari alle scuola media inferiore, che ci sono i primi contatti con le sostanze psicoattive, l’alcol, la nicotina, le sostanze stupefacenti. E’ in questo momento di passaggio, infatti, che si sviluppa l’interesse per queste sostanze “proibite”, che si comincia a chiedere informazioni (quasi sempre nell’ambito del gruppo dei pari o agli stessi spacciatori, i quali ovviamente hanno tutto l’interesse a sminuire i rischi ed i pericoli), che si raccontano con dovizia di particolari storie di esperienze già vissute e magari ingigantite od anche del tutto inventate. Giocano un ruolo determinante, in questi esordi così precoci ed ormai così trasversali e diffusi, la naturale tendenza alla trasgressione, la curiosità, il desiderio di sperimentare sensazioni nuove, il trascinamento del gruppo degli amici, la sottovalutazione del problema che emerge in taluni nuclei familiari, e in primo luogo, l’attività di spaccio volutamente mirata su questa fascia di età così fragile e indifesa.

droga-minorenni

Foto d’archivio

Poi, almeno per alcuni, dopo le prime sigarette e le prime bevute, proprio a quell’età comincia il triste viaggio nel mondo della droga. Molti per fortuna riescono a fermarsi alle prime tappe, per altri invece si prosegue, si va avanti, e in questa decisione, spesso inconsapevole, iniziano a pesare abbastanza le condizioni familiari e sociali, le integrazioni difficili, la solitudine nonostante i tanti contatti ed i followers, le vere e proprie angosce tipiche dell’adolescenza. In genere si comincia con la cannabis, per poi passare all’ecstasy e ad altre droghe stimolanti e da sballo come la ketamina e la cocaina ed arrivare infine, secondo un percorso non obbligatorio ma comunque frequente, per sedare l’ansia, l’insonnia e l’eccitazione, all’eroina, oggi almeno nelle prime fasi non più iniettata in vena, ma sniffata o fumata. Con l’alcol che non manca mai e si intreccia in miscele infernali e pericolosissime con le varie sostanze, anch’esse spesso usate in contemporanea, e con la dipendenza sempre in agguato e pronta ad artigliare tante giovani esistenze.

C’è però anche un aspetto positivo nella vicenda del ragazzino di Tolentino (che, come poi si è scoperto, aveva trafugato la sostanza al fratello maggiorenne), e va segnalato con piacere: i compagni di classe, lungi dall’assecondare il desiderio di protagonismo dell’incauto giovane con l’erba in tasca, con un comportamento virtuoso che raramente si riscontra lo hanno immediatamente segnalato agli insegnanti e al dirigente scolastico, e questi non hanno esitato ad informare subito le forze dell’ordine. Non ha pesato nell’occasione l’indifferenza fra coetanei e sono stati messi nell’angolo, almeno questa volta, il falso buonismo e la malintesa e deleteria volontà di preservare il “buon nome” della scuola.

cannabis-tolentinoI ragazzi e le istituzioni scolastiche hanno cioè fatto per intero la loro parte, e questo deve essere considerato come un segnale altamente positivo, sia pure nell’ambito di una brutta storia. Così come va positivamente segnalata un’altra vicenda accaduta nei mesi scorsi a Recanati, dove un padre, anziché farsi complice e girarsi da un’altra parte, ha avuto il coraggio di denunciare il figlio che coltivava in casa numerose piante di marijuana (certo non per uso solo personale, ma anche a fini di spaccio). Anche in questo caso il genitore in questione è riuscito a venir fuori dall’indifferenza e dall’involontaria complicità, cercando, con una decisione sicuramente dolorosa ma necessaria, di aiutare realmente il figlio e di evitare che continuasse a fare del male a se stesso e a terze persone. Tanto di cappello, allora, a questo sconosciuto padre che con umiltà e con una stretta al cuore ha lanciato al figlio un’autentica ancora di salvezza!
Continua tuttavia, e pesa nella sempre maggiore diffusione della cannabis, la schizofrenica contrapposizione tra le posizioni del “Dipartimento nazionale antidroga”, organo tecnico della Presidenza del Consiglio, che ritiene devastante, soprattutto per gli adolescenti, la cannabis oggi in circolazione, potenziata con tecniche di coltivazione ogm e giunta a toccare concentrazioni di principio attivo anche del 50 per cento (a fronte di un principio attivo del 3-4 per cento di qualche decennio addietro), e quelle di molti parlamentari che incoscientemente e irresponsabilmente straparlano di legalizzazione della cannabis. Straparlano e nel frattempo disseminano il terreno di leggi e leggine che di fatto oggi hanno reso quasi impunito il reato di spaccio di cannabis, anche se effettuato senza sosta e senza pietà nei confronti di ragazzini appena usciti dalle elementari e dalla campana di vetro delle famiglie. Un esempio ne abbiamo avuto nei giorni scorsi proprio qui a Macerata, ai giardini Diaz, con uno spacciatore trovato a cedere droga ad un minorenne e subito rimesso in libertà con una semplice pacca sulle spalle, non per l’insensatezza di un giudice ma per norme volute dal legislatore che sono ridicole e che, anziché avere una funzione deterrente, incentivano in tutti i modi il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

E intanto, per sedare i sensi di colpa e per gettare un po’ di fumo negli occhi della gente, i fautori della legalizzazione fanno finta di credere che una prevenzione occasionale e scoordinata possa tamponare questa lenta distruzione dei cervelli dei nostri figli, che, come è ormai notorio, quando entrano nella fase di assunzioni ripetute e frequenti anche solo della marijuana e dell’hashish, perdono ogni interesse allo studio, allo sport, alla solidarietà familiare, al raggiungimento di qualsiasi obiettivo, e spesso e volentieri tracimano nella violenza più gratuita ed insensata, sino ad arrivare, in casi per fortuna limitati, a gravissimi e altrimenti inspiegabili fatti di sangue, come ci insegna il doppio omicidio avvenuto nelle scorse settimane nella bassa ferrarese, dove due adolescenti dediti da tempo al consumo di “erba” hanno ucciso nottetempo a colpi di accetta il padre e la madre di uno di loro.

cannabis_1-400x240La prevenzione fatta tanto per farla, a mo’ di spot, non funziona in questo contesto così diffuso e così incentivante, è solo un alibi sbandierato tanto per dire che le istituzioni qualcosa stanno facendo. A volte poi nemmeno si vuole più parlare di prevenzione, come avvenuto a Macerata, dove l’attuale prefetto Roberta Preziotti, giunta da noi nel giugno 2015, appena arrivata ha affondato in un battibaleno il comitato provinciale che, costituito faticosamente grazie ad un lavoro di anni, sia pure con molti limiti cercava di portare avanti un discorso coordinato e concordato di presenza nelle scuole site in provincia, con l’attiva presenza del “Dipartimento dipendenze patologiche”, delle comunità terapeutiche, delle associazioni di volontariato operanti nel settore, del provveditorato agli studi, dei due maggiori comuni della provincia (Macerata e Civitanova), delle forze dell’ordine, della stessa procura della Repubblica. Una noncuranza istituzionale che, bisogna pure dirlo, si affianca a quella dei due comuni capofila sopra citati, i quali, per una sorta di malintesa “cortesia” tra istituzioni, non sono sinora riusciti a dire neanche mezza parola sulla mancata convocazione dall’estate 2015 di questo comitato. Una noncuranza che fa paura e che tuttavia ci fa capire, e bene, il messaggio implicito delle istituzioni: alziamo le mani, lasciamo che le cose vadano come devono andare, che spaccino pure come, dove e quando gli pare, noi abbiamo ben altre cose a cui pensare! Al massimo, e non sempre, faremo finta di fare un po’ di prevenzione!

* Giuseppe Bommarito, presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X