di Maurizio Verdenelli
Dopo centoquarantasette anni le ‘sudate carte’ del Giovane Favoloso tornano a Bologna. Il 29 marzo 1869 il sindaco di Visso, Gaola Antinori l’aveva acquistate per quattrocento lire dal preside dello storico liceo cittadino ‘Galvani’, Prospero Viani, collezionista in difficoltà ed aveva giurato che mai sarebbero state più strappate al ‘cuore’ della sua cittàdina, simbolo stesso dei Sibillini: “Ecco i manoscritti leopardiani che Visso conserverà per ornamento suo e per gloria dell’Italia”.
Un giuramento mai fatto ma sempre presente invisibilmente ma potentemente nell’anima dei suoi successori. “Guarda, ti confesso un fatto ma tu tienilo riservato, altrimenti succede il finimondo!”. Dovetti giurare sul mio (scarsissimo, ahimè) onore di cronista che così sarebbe stato. E sorprendendo pure me, quel segreto è rimasto tale per circa diciannove anni. Ma è giunto il tempo di sciogliere il giuramento che feci quella volta al mio buon amico, il dottor Alessandro Lucerna, sindaco di Visso, circa diciannove anni fa in uno dei tanti giorni terribili come questo: un giorno del terremoto del ’97.
“Quando li ho avuti per notti e notti tutti sotto il mio letto, mi sentivo pieno di timore per la responsabilità enorme che mi assumevo ogni volta e al momento stesso pieno di legittimo orgoglio, come quando conobbi il presidente Ronald Reagan in America” mi disse il primo cittadino eletto alla guida di una lista civica il 21 aprile 1995 e rimasto in carica fino al 12 giugno 1999. Lucerna, socialdemocratico (se ricordo bene) era stato prima ancora assessore provinciale e in quella veste -per l’occasione aveva acquistato, altra confidenza, un tight o uno smoking- era stato accolto alla Casa Bianca insieme con l’intera delegazione maceratese della quale facevano parte anche amministratori del comune, dello Sferisterio, con Claudio Orazi ed Alberto Girolami. Il Presidente degli Usa, sia detto per inciso ma non tanto, ammirò soprattutto l’Arena e la carta Fabriano: ‘preziosa’.
Bene, ma arriviamo al dunque. Cosa aveva conservato ogni notte, per mesi, Lucerna sotto il letto? i manoscritti leopardiani, in primis L’Infinito che qualche anno prima era stato esposto alla Sanpaolo di Macerata. E sotto il letto del sindaco di una cittadina assediata dal sisma e dai rischi rischi di furti, rapine e sciacallaggi, c’erano stati pure gli altri cinque Idilli: ‘La sera del giorno festivo’, ‘La ricordanza o alla Luna’, ‘Il sogno’, ‘Lo spavento notturno’, ‘La vita solitaria’, cinque sonetti in persona di ser Pecora Beccaio; l’epistola al conte Carlo Pepoli, la prefazione alla seconda edizione del commento alle rime del Petrarca e quattordici lettere indirizzate all’editore Stella di Milano tra il 1825 e il 1831, alcune inviate da Recanati, altre da Bologna.
Il bravissimo ed intrepido sindaco naturalmente aveva le sue precauzione: ritirate ogni sera dal caveau della banca che li custodiva, i manoscritti erano ‘vigilati’ anche dal fucile che Lucerna teneva nei pressi del comodino. “Nessuno si sarebbe portato via Leopardi da Visso, ma certo che paura ho avuto” mi raccontò a bilancio di quell’avventura piena di pericoli corsa per difendere Il Giovane Favoloso.
Che a Visso è stato sempre ‘uno di casa’: Franco Sensi, l’ex presidente della Roma che successe a Lucerna, rilanciò il progetto di valorizzazione e del museo. E in anni a noi vicini, fino a quando è vissuto e poi tragicamente scomparso a capodanno del 2013, il carissimo Roberto Scocco, ogni estate, pubblicizzava come una star moderna l’insospettabile presenza di Leopardi a Visso come ‘cavalieri’ in tutte le piazze e le vie del centro storico. Aveva due grandi innamoramenti culturali, Roberto: Giacomo e Maddalena Pallotta, la giovane signora del castello di Caldarola, morta per amore, la cui ombra vaga secondo la leggenda per torrette e sale del maniero da lei fatto restaurare. L’ultima volta che vide Scocco fu nell’estate del 2012 ai concerti di musica da camera del castello di Lanciano. Mi confidò, un po’ spaventato: “Lo spirito di Maddalena è tornato ad abitare a Caldarola”.
Ed è tornato a Bologna anche il Giovane Favoloso, dopo gli accordi ed i rapporti di ‘buon vicinato’ tra il sindaco di Visso, Giovanni Pazzaglini e quello del capoluogo emiliano-romagnolo, Virginio Merola. Sarà una breve vacanza, il tempo perché si restauri il Palazzo dei Governatori (sede del museo) lesionato gravemente dalle scosse e …perché il buon preside Viani, dal suo sacello, si possa almeno compiacere che quel desiderio, separandosi dai suoi amati manoscritti, sia stata bene soddisfatto dai vissani: “Con grave dolore abbandono altrui queste preziose carte e mi sarà solo in parte attenuato se passeranno nelle mani di persone che lo sapranno pregiare e conservare”. Certo, professore, anche sotto un letto, come in guerra e con un fucile carico, L’Infinito è stato conservato e difeso.
Intanto sul trasferimento da Visso a Bologna interviene l’assessore regionale Moreno Pieroni: “Si tratta di un trasferimento temporaneo già programmato da tempo, in modo autonomo, sulla base di un’intesa tra il Comune di Visso, proprietario del manoscritto e di altri documenti originali e il Comune di Bologna che, attorno al prezioso idillio leopardiano, intendeva realizzare un importante evento culturale”. Nessun allarme dunque di una perdita né la necessità di “mettere al sicuro” fuori regione le preziose carte leopardiane: “Abbiamo certamente sicure e idonee sedi per conservarle adeguatamente. Vorrei sottolineare , inoltre, che la ricorrenza del bicentenario del manoscritto leopardiano più importante (1819-2019) è inserita dalla Regione Marche tra i grandi eventi culturali programmati in questa legislatura e che ci auspichiamo possa celebrarsi insieme alla nomina di Recanati a Capitale italiana della Cultura 2019.
Il trasferimento a Bologna, dunque – ha concluso l’assessore Pieroni – fa parte di una ordinaria operazione di prestito e collaborazione fra Enti, come è già accaduto a settembre a Napoli con l’esposizione dell’Infinito alla Biblioteca Nazionale. Quindi il trasferimento è assolutamente indipendente dal recente evento sismico che ha purtroppo colpito Visso”.
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