I piccoli Matteo e Chiara, figli della caposala di Dermatologia Fabiana Mochi, tagliano il nastro della nuova accettazione
di Claudio Ricci
(foto di Andrea Petinari)
Uno spazio di 200 metri quadrati con 11 casse e due punti per il ritiro dei referti e le cartelle cliniche, uno sportello accessibile ai disabili e un dispositivo elimina-code per eliminare l’attesa di donne incinte, disabili e categorie svantaggiate. In attesa che riprendano i lavori di ampliamento del pronto soccorso che, garantisce il direttore di Area vasta Maccioni «dovrebbero ripartire al massimo entro gennaio», slittando così ancora una volta (leggi l’articolo), all’ospedale di Macerata viene inaugurata la nuova area accettazione. Da lunedì le vecchie casse verranno sostituite dal nuovo spazio collocato nell’ex sede della direzione sanitaria, nell’atrio dell’ospedale. «Un’area che in prospettiva ospiterà anche la segreteria del laboratorio analisi – dice Alberto Cacciamani, direttore amministrativo di Area Vasta – il nuovo spazio vanta 11 casse contro le 8 del precedente. Qui non ci sarà attesa. Le persone prenderanno il ticket e dalla porta sul fondo della stanza potranno accedere direttamente ai servizi senza tornare indietro come prima. Abbiamo dato anche una risposta ai servizi igienici di visto che occorreva scendere al piano di sotto per il bagno. Stiamo cercando una nuova allocazione per l’Urp che probabilmente verrà situato qui nell’atrio dell’ospedale». I lavori dell’importo di 110 mila euro erano iniziati alla fine del 2014.
La responsabile dell’ufficio tecnico Fulvia Dini e il direttore amministrativo Alberto Cacciamani
«I ritardi sono dovuti ad un contesto socio-economico difficile – spiega la Fulvia Dini, responsabile dell’ufficio tecnico che ha seguito il progetto – con imprese che falliscono, affitti di rami d’azienda e controlli continui ai requisiti delle imprese che hanno partecipato ai bandi. Il problema è che il progetto è stato redatto dagli uffici interni dell’area vasta già sovraccarichi per la mole di lavoro che include 4 ospedali della provincia e i nosocomi di Matelica, Tolentino e Recanati che andranno convertiti in case della salute».
Il nuovo spazio include anche una stanza per le fotocopiatrici e una per l’ufficio calendari che si occupa della programmazione delle prenotazioni. «Abbiamo fatto un ottimo lavoro – commenta Maccioni che nel frattempo raccoglie anche i complimenti del nuovo primario di Neurochirurgia Francesco Logullo – e credo che lo stesso possa valere per l’ampliamento del pronto soccorso. Anche in quel caso abbiamo ricevuto critiche per i ritardi ma sono convinto che il risultato sarà ottimo».
Il direttore di Area Vasta Alessandro Maccioni
I ritardi all’ampliamento dell’area emergenza erano dovuti a dei cambiamenti al progetto iniziale che dovevano essere approvati dalla dirigenza regionale.«La variante del progetto è stata approvata – ha continuato Maccioni – ora dobbiamo solo aspettare che venga firmato l’atto di sottomissione per la sottoscrizione dei lavori da parte delle imprese. Ma il cantiere dovrebbe riprendere al massimo entro gennaio 2016»
Maurizio Cammertoni geometra del Servizio tecnico di Area Vasta
Il primario di Neurochirurgia Francesco Logullo
Il direttore dell’Hospice Luigi Nardi mostra il dispositivo “eliminacode”
Don Pio Pesaresi ha benedetto la nuova area
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Attenti al Pronto soccorso di non fare entrare gli over ottanta, perché come riferito dal dottor Turri del Ps di Civitanova, campano a lungo e intasano. Leggere per credere. Ah se non si muore prima, da vecchi il trattamento sarà molto simile per tutti e non pensate che solo i vecchi invecchiano.
https://www.cronachemaceratesi.it/2015/12/16/nuovo-pronto-soccorso-per-snellire-gli-interventi-turri-arrivano-anziani-curabili-a-casa/745723/
Forse il dott. Tutti voleva dire che con un miglior lavoro di filtro svolto sul territorio anche dai medici di base si potrebbe riuscire a trattare a casa alcuni malati che una volta ricoverati in ospedale hanno un costo molto maggiore per la collettività senza vantaggi apprezzabili in termini di cura .
I forse, i se e i ma lasciamoli alla dialettica filosofica che male non fanno.