Il presidente della fondazione Claudio Massimo Ciambotti e il regista Luciano Gregoretti durante la presnetazione di questa mattina
di Massimo Scoponi
«Ho avuto una vita non monotona» con questo parole esordisce nella conferenza di questa mattina a Macerata l’ottantasettenne regista, artista eclettico, Luciano Gregoretti originario di San Severino per la presentazione di una mostra dedicata alla sua vita artistica. Ad introdurlo è stato Massimo Ciambotti, presidente della fondazione Claudi che ha accolto con entusiasmo l’idea di allestire l’espozione nella sede di palazzo Claudi di Serrapetrona: «Le motivazioni che ci hanno spinto a dar vita ad una mostra dedicata al regista sono essenzialmente due, la terza che si aggiunge è di carattere personale. Innanzitutto Luciano è da sempre un grande amico della Fondazione, in quanto ha avuto modo di conoscere il fondatore Vittorio Claudi e il fratello Claudio Claudi ai quali la fondazione è stata dedicata, il secondo motivo nasce dagli obiettivi che la fondazione stessa si è posta ovvero di dare un sostegno economico ad alcuni principi morali di età avanzata scelti tra vari artisti di elevata statura morale. E per tanto chi se non Luciano Gregoretti? Il terzo e personale motivo è il rapporto d’amicizia e stima consolidatosi nel corso del tempo». «Un’occasione per conoscere le attività del regista, dell’associazione Claudi e delle tante piccole realtà locali del nostro territorio che nascondo personalità di grande spessore come queste. Un percorso di vita che può essere di esempio e di stimolo per le giovani generazioni» ha detto la vice presidente della Provincia Paola Mariani.
Da sinistra: il sindaco di Serrapetrona Silvia Pinzi, il vicepresidente della Provicnia di Macerata Paola Mariani, il presidente della fondazione Claudi Massimo Ciambotti, il regista Luciano Gregoretti e sua moglie Maria Teresa Copelli
La mostra sarà allestita a Palazzo Claudi di Serrapetrona dal 21 giugno (inaugurazione alle 18) fino al 13 settembre: «Per noi è un onore ospitare questa iniziativa – ha detto il sindaco Silvia Pinzi – per conoscere un artista poliedrico e dare voce alla comunità di Serrapetrona che oltre la Vernaccia dalla quale il nome del paese è ormai inscindibile dà la possibilità a questo territorio di farsi conoscere sotto altri aspetti culturali e territoriali». “Unendo le arti” è stata curata da Maria Teresa Copelli e Stefania Severi per omaggiare l’eclettico artista: «Sono arrivato a 87 anni e penso di aver fatto qualcosa – sorride il regista Luciano Gregoretti ed inizia il racconto dagli esordi in teatro -, lavoravo senza essere pagato e ho imparato molto, dopo qualche anno mi sono stufato e sono passato al cinema dove ho diretto diversi film tra cui dei western, ma non ero soddisfatto, non era il mio percorso.
Una volta ho scritto un film sul femminismo poco dopo la guerra sulle donne che diventavano feroci e brutali come gli uomini ed ho pensato di truccare gli uomini sul set così che le parti si invertissero ma in quegli anni il film è stato visto come qualcosa di politicamente scorretto ed è stato rifiutato.»
Dopo aver lavorato per diversi anni come regista libero professionista in tv gli è stato offerto di aprire e di insegnare per il corso di regia all’accademia delle Belle Arti di Macerata. Ricorda Gregoretti: «Ero indeciso inizialmente non mi vedevo come insegnate alla fine ho accettato e sono rimasto ad insegnare per 23 anni. Sono stato il primo ad unire lo studio con il lavoro , facendomi regalare dalla Rai una telecamera, un cavalletto e una pellicola per le riprese. Con gli studenti abbiamo girato 6 filmati sull’artigianato che la Rai averebbe comprato per diversi milioni di lire a quel tempo ma che per motivi burocratici non è stato poi possibile. Ma i ragazzi hanno vinto un premio dov’è stato previsto un viaggio al quale io non sono potuto andare per motivi di lavoro».
Gregoretti con gli allievi Abam, 1971
Il flusso dei ricordi è inarrestabile per Luciano che cattura i presenti in sala «Per un periodo della mia vita ero indeciso se essere pittore o regista. Un gallerista americano comprava i miei quadri per 30 mila lire l’uno. Quando poi un giorno ho scoperto che in America i miei quadri venivano rivenduti dallo stesso per 200 mila lire mi sono arrabbiato e li ho mandati a quel paese e ho deciso di smettere di essere pittore». Sua moglie vicino sorride riattraversando i ricordi che hanno condivisi insieme nel tempo. Ripete più volte Luciano Gregoretti volgendosi prima alla moglie e poi alla stampa. «Ringrazio mia moglie senza la quale non avrei fatto nulla e non sarei stato ciò che sono».
Il Catalogo della mostra porta la preziosa presentazione di Claudio Strinati, storico e critico dell’arte, scrittore, già soprintendente al Polo Museale Romano e si avvale dei contributi di Massimo Ciambotti, Paola Ballesi, Antonio Bruni, Enzo G. Castellari, Stefania Severi, Yang Yu Lin. La Pubblicazione è di Edilet Edilazio Letteraria con progetto grafico di Giuseppe Moroni. La mostra propone sei sezioni: 4 Luglio, Teatro, Cinema, Televisione, Accademia di Belle Arti, Arte, con quadri, sculture, foto, manifesti, locandine cinematografiche e teatrali che accompagnano il visitatore attraverso la lunga e variegata carriera di Luciano Gregoretti. Il suo talento creativo e poliedrico ci guida anche in un viaggio parallelo attraverso l’atmosfera e cambiamenti di quasi mezzo secolo di storia del nostro Paese e del mondo dello spettacolo e del cinema.
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