La Festa della befana fu ripristinata
 grazie ad una studentessa di Serravalle

STORIA - Tutto partì da uno dei tanti incontri con i giovani che Sandro Pertini aveva istituzionalizzato al Quirinale. “Presidente, perché non fa tornare quella vecchietta che noi ragazzi amiamo tanto?” gli chiese Alessandra Conti. “Va bene. Ne parlerò con l’amico Spadolini”

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Studenti delle scuole di Serravalle a Roma da Pertini

L’incontro in Quirinale con gli studenti di Serravalle di Chienti

 

di Maurizio Verdenelli

La Befana? La simpatica ‘vecchietta’ amatissima da tutti i bambini, ‘soppressa’ insieme con altre festività religiose dalla legge 54 del 5 marzo 1977, venne ‘ripristinata‘ (lei sola!) otto anni dopo grazie ad una studentessa della scuola media di Serravalle di Chienti. Il suo nome? Alessandra Conti. La favola bella che porta la firma del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga (suo il DPR 793/1985) aveva avuto dunque il suo fondamentale ‘incipit’ tre anni prima.

Anche in questo caso il ‘C’era una volta’ s’era avvalso di un contesto principesco, anzi reale: più propriamente era stato il Palazzo dei Papi, il Quirinale, dove il Presidente Sandro Pertini riceveva negli anni della sua gloriosa presidenza, di volta in volta, tutti gli studenti delle scuole italiane. Il sogno di una visita era venuta ad un giovane assessore serravallese, Venanzo Ronchetti, nonostante che inutilmente avessero cercato di dissuaderlo. Erano gli anni di piombo. “Come fai a pensare che il Presidente possa pensare a noi con tutto quello che ha da fare?” gli avevano detto. E lui testardo come un mulo, niente. Aveva fatto domanda. La risposta era arrivata quasi a stretto giro di posta tanto che la comunicazione personale al telefono da parte del Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Antonio Maccanico, era sembrata al segretario comunale quella di un burlone… “ma lascia perdere, Venà, ché ti abbiamo riconosciuto…oh, perdoni, dottor Maccanico: come, il Presidente riceverà i nostri ragazzi, davvero?!”. E il sindaco Arnaldo Quadrani, sorpreso, aveva commentato: “Pensare che per un incontro con il presidente della comunità montana di Camerino devo attendere due mesi…”. Con Ronchetti nelle ‘vesti’ di accompagnatore-insegnante (“Pertini non voleva assolutamente i politici insieme con gli studenti ma io avevo una targa da consegnargli da parte dei compagni socialisti della zona…”) due torpedoni in quell’anno di grazia ’82 erano partiti da Serravalle di Chienti per Roma alle primi luci dell’alba.

L'abbraccio di Pertini con Venanzo

L’abbraccio tra Pertini e Ronchetti nel nome di Pietro Capuzi (da ‘Il ragazzo e l’altopiano’ Ilari editore)

“Perquisiti, requisiti i doni gastronomici per il Presidente e finalmente fatti entrare,  mi avvicinai al Presidente dribblando la Sicurezza. E riuscii a dirgli che provenivamo dalla terra di Pietro Capuzi, il partigiano cui è dedicata la piazza di Visso trucidato dalle SS (Pertini si salvò dal medesimo destino per un gran febbrone che l’aveva bloccato il giorno prima di arrivare anch’egli a Visso insieme con l’amico ndr)”. “Al nome di Capuzi, il Presidente pianse e mi abbracciò commosso. Questo creò un clima d’empatia con gli stessi ragazzi di Serravalle, confusi tra centinaia d’altri da tutt’Italia. Così quando Lui chiese che gli facessero domande, Alessandra non ebbe un attimo d’esitazione…”. Presidente, perché non fa rimettere in calendario la Befana che a noi piace tanto?  Certo! Perché no? Lo dirò al mio amico Spadolone!

Così avvenne, anche se il ripristino non fu immediato. Perché il lungo iter che accompagnano riforme e controriforme in Italia ha i suoi tempi lunghissimi. Tuttavia fece la sua parte fino in fondo l’allora presidente del Consiglio, il ‘treiese’ Giovanni Spadolini che amava questa terra maceratese al pari della ‘sua’ Firenze tanto da celebrare la sua nomina a senatore a vita proprio a Treia dove si conserva in Comune una lapide a ricordo -che fa capolino nell’androne dietro ad un’alta pianta. Rammentando il premier repubblicano il 20 dicembre scorso, nel presentare la sua biografia in Comune, Ronchetti ha fatto sobbalzare al nomignolo ‘Spadolone’ il pronipote del senatore, il dottor Riccardo Spadolini, presente in sala. Dove c’erano pure alcune ex compagne di scuola di Alessandra che hanno anch’esse dell’incontro, con il Presidente, vivissima memoria.

Sandro Pertini

Sandro Pertini

Il ritorno trionfale de La Befana venne fortemente sponsorizzato anche dal condirettore de ‘Il Messaggero’, storico capo della Cronaca di Roma, Silvano Rizza, un maestro di giornalismo tra i fondatori della Scuola di Urbino. Così alla vigilia della Festa del 6 Gennaio dell’86, il 28 dicembre, Cossiga, da pochi mesi Capo di Stato, raccolse in tempo l’eredità del grande Sandro Pertini che a giugno aveva lasciato il Quirinale -seppure molti ne avessero caldeggiato il mandato bis. E’ certo tuttavia che in quel Decreto 792, oltre alla campagna del più popolare giornale romano, ci furono la firma di due ‘maceratesi’: la giovane Alessandra da Serravalle da Chienti e del premier Spadolini e soprattutto della Sua, del leggendario Sandro Pertini.



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