Amianto: 12 siti ad alta priorità
Provincia più virtuosa per le segnalazioni

ETERNIT - Sono dislocati nelle zone interne, tra Camerino e Macerata. In totale le aree contaminate sono 4.200. Un terzo rispetto al dato regionale. Giuliano Tagliavento: «La pericolosità dell'amianto è dovuta alla respirazione delle sue fibre. Ciò avveniva nelle aree produttive legate alla cantieristica o alla produzione di cemento-amianto. La maggior parte dei siti censiti sono tetti di capannoni, pagliai e tutto il materiale per l'edilizia e per l'idraulica che contiene questo elemento»

- caricamento letture

Ministero_1di Marco Ricci

Sono circa 4.200 i siti contenenti amianto censiti in provincia di Macerata mentre nel complesso regionale, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente, si arriva a 15 mila su un totale nazionale di circa 34 mila. Numeri che spingerebbero la regione Marche e la nostra provincia verso la cima di una non invidiabile graduatoria se non fossero però il frutto più di attenzione verso il problema che di trascuratezza e inquinamento. L’immagine a fianco, rimbalzata su tutti i telegiornali, mostra infatti come la regione Marche insieme all’Abruzzo contengano circa la metà dei siti del paese in cui è presente amianto per uso antropico. Da più di un punto di vista questa immagine rappresenta un’assurdità se solo pensiamo come l’amianto abbia avuto nel novecento più di 2mila utilizzi diversi, dall’edilizia alla meccanica, passando dai freni per le auto fino alle guarnizioni e ai materiali ignifughi. Che poi qualche numero possa non rappresentare esattamente la situazione reale lo lascia sospettare già il ministero dell’Ambiente che scrive testualmente come «La Banca Dati Amianto non consente una copertura omogenea del territorio nazionale. Inoltre i dati raccolti necessitano di ulteriori verifiche in quanto le regioni hanno utilizzato nella raccolta dei dati criteri non omogenei. A titolo indicativo si osserva che circa il 50% dei dati è riconducibile a due sole regioni, Marche e Abruzzo, mentre non sono stati forniti dati per la regione Calabria e sono scarsissimi quelli forniti dalla Sicilia». Insomma alcune Regioni i compiti in casa li hanno fatti bene e altre un po’ meno se, come recita sempre il ministero, «Moltissime aree di impianto particolarmente rilevanti in termini di necessità di intervento, quali, ad esempio, lo stabilimento ex Isochimica di Avellino o l’ex stabilimento Cemamit a Ferentino (FR) non rientrano tra i dati censiti».

Ministero_2Le norme nazionali hanno imposto che ogni Regione procedesse al censimento dei siti contenenti amianto e le Marche – con la collaborazione di Ars, Asur, Aree territoriali, Arpam e Camere di Commercio – hanno terminato il lavoro nel 2007, dopo aver inviato oltre 200 mila schede a circa 120 mila proprietari di immobili destinati alle attività produttive, commerciali e di locali ad uso pubblico. In Provincia di Macerata le schede spedite furono oltre 42.000 e le risposte ricevute dai proprietari ben 16 mila, una media più alta della Regione. Nel maceratese, al termine del censimento, si sono individuati come detto 4200 siti contenenti amianto, di cui 55 situazioni con amianto friabile. La Regione, così come prevede la legge, ha poi stilato una graduatoria con le situazioni su cui intervenire con maggior priorità, una graduatoria che non è però sinonimo intrinseco di pericolosità per la salute pubblica né una scala di rischio. Sui novantanove siti presenti nella fascia a priorità più alta della regione, la provincia di Macerata ne ha contati solo dodici dislocati nelle zone interne corrispondenti per la maggior parte alle ex zone Territoriali di Camerino e Macerata. L’Asur e la Regione stanno da qualche mese predisponendo un sistema dinamico per verificare quali e quanti siti siano già stati bonificati. I dodici siti del maceratese ad alta priorità di intervento non dovrebbero presentare comunque situazioni paragonabili alle zone più inquinate del paese o della stessa regione Marche. Per stessa ammissione dell’Ars, alcune di queste situazioni potrebbero già essere state sottoposte a bonifica.


Arpam_amiantoDal punto di vista della salute pubblica, nel maceratese non ci sarebbero particolari situazioni di allarme, almeno secondo un’indagine epidemiologica condotta dall’Arpam negli anni scorsi.
Sebbene l’Arpam stessa abbia lamentato nella sua relazione la non completezza dei dati a disposizione, dal punto di vista statistico in nessun comune del maceratese si sono rilevati eccessi significativi di mesoteliomi. La cartina a fianco (in alto) mostra il valore di un indice statistico dove 100 rappresenta la media regionale dei casi attesi di malattia. In provincia di Macerata i valori sono sempre a livelli più bassi. Una seconda cartina (in basso), prende in esame il singolo comune facendo però una media con i territori confinanti. Anche in questo caso i risultati appaiono tranquillizzanti. Diverso, ad esempio, il caso dell’Anconetano, di Falconara, Senigallia e Pesaro dove quattro siti produttivi hanno condotto, secondo Arpam che ha lavorato con dati Inps – a 15 casi di malattia sui 37 riscontrati in regione a causa delle attività lavorative svolte.

«La pericolosità dell’amianto – spiega Giuliano Tagliavento, dirigente del settore Prevenzione e Promozione della Salute dell’Azienda Regionale per la Salute – è dovuta alla respirazione delle sue fibre e ciò di norma avveniva nelle aree produttive dove si utilizzava questo materiale. Nelle Marche tali situazioni si potevano verificare nelle attività legate alla cantieristica o alla produzione di cemento-amianto. La maggior parte dei siti censiti – ha proseguito Tagliavento – sono tetti in Eternit di capannoni, pagliai e tutto il materiale per l’edilizia e per l’idraulica che contiene questo elemento. Con un’adeguata manutenzione, questi manufatti non portano a particolari rischi per la salute».Tagliavento, dopo aver ricordato come neppure la legge imponga la sostituzione dei materiali contenenti amianto ma appunto la lore manutenzione per evitare la dispersione di fibre, ha voluto sottolineare l’importanza dell’impegno dei cittadini. «Ogni proprietario è responsabile del proprio immobile e del proprio stabilimento produttivo, della manutenzione e al limite della bonifica delle parti in amianto – ha spiegato – e l’ottima risposta che i marchigiani e i maceratesi hanno dato al censimento è sintomo di una grande attenzione civica. In ogni caso – ha concluso Tagliavento – le situazioni che abbiamo di fronte sono ben diverse da quelle registrate a Casale Monferrato. Tornando al censimento poi, possiamo dire che coloro che mi hanno preceduto e i cittadini hanno lavorato bene. Colgo quindi l’occasione per invitare i marchigiani a proseguire su questa strada e a farsi carico del problema».



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X