Staccò il dito al controllore,
processo al via:
“Urlavo, ancora sento i suoi denti”

MACERATA - La prima udienza si è svolta oggi in tribunale. Presenti numerosi colleghi del dipendente Apm aggredito. Il legale dell'imputata: "Lei non è un mostro"

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La solidarietà dei colleghi di Corvatta, che questa mattina erano in tribunale

Vitangelo Corvatta

Vitangelo Corvatta

di Gianluca Ginella

Solidarietà dei colleghi al controllore dell’Apm Vitangelo Corvatta nel giorno in cui è iniziato il processo in cui è imputata la donna nigeriana accusata di avergli strappato con un morso la falange dell’anulare. Oggi si è svolta la prima udienza del processo con una quindicina di autisti e controllori sia di Apm, ma anche di Contram e Sasp, che si sono ritrovati al tribunale di Macerata per sostenere il collega. Che in aula ha raccontato quello che è avvenuto la mattina del primo aprile scorso, quando era in servizio a Rampa Zara, a Macerata, su di un autobus della linea 3. L’uomo aveva chiesto il biglietto alla nigeriana Magdaliene Rose Louk (che è assistita dall’avvocato Federico Valori) provocando la reazione della donna. “Lei ad un certo punto si è abbassata col mento e mi ha morso le mani, sono riuscito a togliere due dita ma l’ultimo no. Giuro che non mi ha mollato finché non mi ha staccato la falange del dito. Io urlavo, urlavo” è la drammatica testimonianza resa in aula da Corvatta questa mattina. “Ancora sento le due fila dei denti sul mio dito” ha detto Corvatta in aula. “Non siamo di fronte ad un mostro” ha detto l’avvocato Valori. E ha chiarito che “Il nostro primo obiettivo è far comprendere la condizione di costei, una persona sottoposta a gravissimo stress perché le è stata tolta la figlia, e che molto probabilmente non percepiva nel modo migliore ciò che accadeva intorno al ei quella mattina”. Valori ha spiegato che la donna nel 2009 “venne coinvolta in una vicenda al tribunale dei minori che la rilega in una casa famiglia con la figlia, e lei va via da questa casa per disagio e tanto è vero che nel 2009 fu condannata per sottrazione di minore, per mancata esecuzione di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. Poi la donna torna in Nigeria, dove conduceva una vita agiata ad infine è ritornata in Italia. Dove al rientro è stata fermata e le è stata tolta la bambina. Se avesse compreso la gravità del fatto che le veniva contestato non sarebbe rientrata nel nostro Paese”.

L'avvocato Federico Valori

L’avvocato Federico Valorie

E sulla dinamica di quando accaduto, Valori ha detto “La colluttazione ha avuto uno svolgimento non del tutto chiaro. Riteniamo che l’amputazione della falange non sia dipesa da una azione volontaria, ma conseguenza di una colluttazione tra il controllore e la donna”. Nel corso dell’udienza si sono costituiti parte civile sia Corvatta, sia l’Apm di Macerata, assistita dall’avvocato Elisa Moretti. I colleghi di Corvatta hanno assistito all’udienza seduti in fondo all’aula del tribunale “Siamo qui per solidarietà nei confronti del collega e per tenere viva l’attenzione su questo problema che sta diventando sempre più grave – ha detto Salvatore Zizzi, segretario provinciale della Ugl –. Quasi tutti i giorni ci sono degli episodi di tensione a causa di persone, soprattutto extracomunitarie, che vorrebbero viaggiare gratis. Vorremmo smuovere la coscienza dei direttori delle aziende affinché si adottassero misure per prevenire atti di violenza”.

 

 

 

 

 

 



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