Ancora il tutto esaurito per l’Aperitivo culturale di questa mattina che ha visto protagonista Fabio Brisighelli, critico musicale intervenuto quale ospite al tradizionale appuntamento dell’associazione Sferisterio Cultura delle ore 12 agli Antichi forni per parlare de “Il Trovatore”. Ma l’appuntamento più atteso è quello di domani (domenica), sempre alle 12, con la “sacerdotessa del rock”, Patti Smith, che il giorno seguente si esibirà nel “tempio della lirica”, all’arena Sferisterio, per una delle sette tappe della sua nuova tournée. La cantante, musicista, poetessa, voce rabbiosa, febbrile e dolente, che ancora oggi incarna una delle figure femminili più dirompenti della storia del rock, sarà l’ospite di onore. Una vita, quella della Smith, dedicata alla musica; quarant’anni di carriera che hanno segnato in maniera indelebile la storia del rock. Erano gli anni ’60 quando Patti, poco più che ventenne, cominciava ad esibirsi nei locali newyorkesi gettando le basi per quello che sarebbe poi diventato il movimento punk, ed era il 1975 quando incise il capolavoro “Horses”, album cardine della storia del rock. Oggi è ormai a tutti gli effetti una leggenda vivente, inserita nel 2007 anche nella prestigiosissima Rock’n’roll Hall of Fame; la sua voce è stata la voce della protesta, della voglia di lottare per ciò in cui crede da sempre. Con un livello di intensità eccezionale, Patti Smith ha saputo parlare ai cuori di intere generazioni dimostrando che davvero ognuno ha il potere di cambiare e migliorare le cose. Ma domenica l’appuntamento con gli Aperitivi culturali raddoppia. Infatti, alle 18, Cinzia Maroni, curatrice dell’iniziativa nell’ambito dell’attività dell’associazione Sferisterio Cultura, si intratterrà a colloquio con Alberto Battisti e Henning Brockhaus che introdurranno il pubblico degli Antichi forni a“Il piccolo spazzacamino” di Benjamin Britten, spettacolo che debutterà la sera stessa, alle ore 21, al teatro Lauro Rossi.
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ma perchè se una cosa è di sinistra deve essere per forza CULTURALE?
Matteo ma il caldo ti fa quest’effetto? do la vedi la sinistra? O.o
Chissà perchè è stata inserita nel programma lirico…
Forse c’era un posto libero sui programmi, visto che una delle opere -previste per il 2013- è stata poi cassata??
HO ASCOLTATO SUL TELEGIORNALE CHE UN BARCONE E’ AFFONDATO E SONO MORTI UNA VENTINA DI IMMIGRATI. OTTIMO! BELLA TRAGEDIA, VERO?
Q U E S T I M O R T I S O N O D A M E T T E R E I N C O N TO A T U T T I C O L O R O C H E P R O P U G N A N O L’ A C C O G L I E N Z A N E L T E R R I T O R I O I T A L I A N O.
E INNANZI A TUTTI LA BOLDRINI DI SEL E LA KYENGE DEL PD.
Ma perchè queste cose non vengono diffuse vari giorni prima e più spesso dai media??? Lo leggono solo in pochi! Sono arrabbiato!
@ Matteo Mancini.
Quando per cinquanta anni gli intellettuali si sono rifugiati a Sinistra, soprattutto dalle parti del PCI – ed insieme ad essi si camuffavano quelli che nel Ventennio razzolavano con i Littoriali, intelligentemente sdoganati da Tagliatti – come fai oggi a dirti intellettuale di Destra?
Quando dici Destra dici Fascismo, manganellatori neri. Rinverdiscono questo concetti i giovani di Forza Nuova e di Casapound, con atteggiamenti e chiassate e lancio di banane che ottengono il contrario di ciò che vorrebbero ottenere, salvo qualche risata superficiale.
Ricorderai il cancan che l’innocua scritta “Kyenge, torna in Congo” sul muro della sede del PD di Macerata ha scatenato. Gli sconosciuti “scrittori” furono tacciati a torto di essere razzisti e fascisti. C’è qualcuno che potrebbe definirmi razzista e fascista se io scrivessi, come ho già fatto su questa ed altre pagine, “Kyenge, torna in Congo a curare i bambini ammalati agli occhi a causa delle tremende malattie tropicali che li rendono ciechi”? C’è qualcuno che si offenderebbe se dicessi che la Kyenge è solo un “window dressing” di una Sinistra rimasta ai fasti del passato, una “esposizione in vetrina” tanto per dire ad un popolo “progressista” sfiduciato, alla politica europea e mondiale e, ovviamente, alla tribù del Bakunda della Kyenge, che “noi Italiani siamo progessisti, antirazzisti, terzomondisti, mondialisti e continuate come vi pare, e, come vedete, mettiamo al governo una faccetta nera di Africana, perchè purtroppo quella di un Marocchino è ancora troppo bianca e potrebbe essere scambiato per un Siculo”… Ancora devo capire quali siano stati i meriti per cui una Kyenge è stata messa al governo insieme ad un Saccomanni… E scusate l’ignoranza”.
Caro Matteo, oggi più che mai ci sarebbe bisogno di una Cultura di Destra, seria e argomentata. Meglio ancora: di una Cultura a tutto tondo, onesta, che basi sulla concretezza e la realtà della nostra popolazione, territorio, eccetera, la sua ragione d’essere.
Il ministro Kyenge, con la proposta di cittadinanza a tutti quelli che giungono sul “bagnasciuga” lampedusiano, ci farebbe invadere dalle popolazioni tribali dell’Africa, soprattutto musulmane, che MAI si integreranno con cristiani, ebrei, materialisti, atei, poichè, per essi, è l’unica ed ultima religione rivelata da Dio. Risultato: la costruzione di una nuova una razza “café au lait”, come in Congo vengono chiamati i mulatti.
Ma, ancora qui saremmo ad un discorso su cui terzomondisti, pacifisti, mondialisti, globalisti eccetera, innesterebbero attacchi di razzismo e fascismo. Quindi, dico subito che non avrei alcuno scrupolo (pure se è troppo tardi) di mettere al mondo figli mulatti con una Denka, od una Nubiana, onde evitare che abbiano la mascella prominente di forma scimmiesca. Sto scherzando, naturalmente: un essere umano è qualcosa di unico e irripetibile nella sua individualità eterna indipendentemente dal colore della pelle. Ciò, però, è stato vanificato con anni di materialismo e di concetti cosiddetti “radicali”, i quali, nella sola ottica della materia e dei diritti ad essa collegati, hanno poi distrutto gli altri corpi invisibili dell’individuo, senza i quali lo Spirito resta sespeso, senza collegamento con la materia.
“Droga libera”, “spinello libero”, “modica quantità ad uso personale”, sono state le parole d’ordine che abbiamo innestato noi della Sinistra e i Radicali nella mente delle “masse”. Il risultato lo abbiamo visto nelle vittime di questa politica: i morti, i drogati perenni, i piccoli spacciatori. Senza tenere conto della cultura della Morte e della Distruzione: Aborto, Divorzio e, prossimamente, l’Eutanasia.
Come possiamo bloccare questa discesa verso l’annichilimento individuale e collettivo?
Dobbiamo ripartire dal quesito “da dove veniamo”; poi prendere coscienza del “che siamo”; ed infine dare una risposta al “dove andiamo”.
“DA DOVE VENIAMO” già lo sappiamo… Veniamo dalla Civiltà dell’Antica Roma, mantenuta dal Monachesimo, arricchiata dalla Cultura, dalla Scienza e dall’arte araba della Conquista, che ha prodotto poi un Dante, un Michelengelo, e così via. Noi NON abbiamo bisogno di una CULTURA TRIBALE AFRICANA, che può solo essere studiata, ma non utile al livello nostro per il nostro futuro.
Invece ci siamo imbastarditi con l’utilizzo nell’Arte di forme espressive africane: vedi Picasso, con le “Demoiselles d’Avignon”, sfociate nel Cubismo, già defunto, e nel Rock, musica di Patti Smith e di tantissimi altri, che abbassa e mantiene l’Individuo ancorato ai piani dell’Astrale, forse i più bassi, inconsci, belluini e tribali.
Caro Matteo, da dove dobbiamo ripartire? Credo dalla Patria. Ma non da quella retorica del “chi per la Patria muor vissuto è assai”. Ma da quella espressa egregiamente dal termine inglese di “Homeland”. “Casa”, come edificio, si dice “house”. Ma quando è il luogo in cui vivi con i tuoi, a cui sei legato, in cui ti senti protetto e che sei pronto a difendere, in cui hai i tuoi ricordi e la tua storia, allora si definisce “home”. Quando estendi il concetto di “home” ad un territorio più vasto e ad un numero esteso di individui che con te lo condividono, allora diventa “homeland”. Sì, Homeland è la tua Patria! Homeland è la nostra patria da difendere, da preservare come Storia, Tradizioni, Arte, bellezze naturali e artistiche.
Tutto ciò noi della Sinistra abbiamo cercato di distruggerlo verso i nuovi sogni teorici di “internazionalismo”, divenuto poi “globalizzazione”, con tutti i retroscena possibili… Ma non è tardi per difendere ciò che è sacro patrimonio della Civiltà occidentale. Si sta formando una nuova coscienza culturale (almeno lo è per me) che dovremmo tradurre in concetto politico. Che certi idioti di casa nostra definiranno razzista e fascista.