di Alessandra Pierini
(foto-servizio di Guido Picchio)
C’erano anche due personaggi di spicco della criminalità romana tra i quattro rapinatori arrestati ieri sera dopo aver tentato un colpo da 25 milioni di euro al caveau della Fitist di Piediripa (leggi l’articolo), azienda che si occupa di vigilanza e trasporto valori. La riuscita della rapina avrebbe cambiato la vita a Giuseppino Coppola , 48 anni, residente a Pomezia, Massimo Morresi, 49 anni, residente a Castel Madama, M. M. di 54 anni residente a Tivoli e Attilio Clementi di 53 anni residente a Guidonia, volti noti alla giustizia, tutti pregiudicati, i quali fuori dall’uscita dello stabilimento dell’azienda, anzichè l’inizio di un’esistenza di fasti e concessioni, hanno trovato ad attenderli Polizia e Carabinieri e le porte del carcere. «E’ solo grazie alla prontezza e al coraggio degli operatori – ha detto Luigi Nappi, vicario del Questore – che siamo riusciti nella cattura di ottimi professionisti del crimine. Fondamentali sono stati anche i sistemi di sicurezza passiva della Fitist e l’allerta ricevuto in tempo reale dalla centrale operativa».
Intorno alle 19,15 di ieri i 4 malviventi che indossavano maschere raffiguranti le sembianze di Massimo D’Alema e Oscar Luigi Scalfaro si sono introdotti, superando una serie di porte blindate, all’interno del caveau dell’azienda, armati di taglierini e pistole scacciacani, e hanno colto alle spalle i tre metronotte, due uomini e una donna che si trovavano nella sala operativa, li hanno immobilizzati con corde e nastro adesivo per poi passare a selezionare i tagli da 100 e 500 euro tra le banconote conservate all’interno. Hanno impiegato poco meno di venti minuti per caricare il bottino su due Fiat Doblò, non blindati, di proprietà dell’azienda e aprire le porte per andarsene.
«Avevano fatto un lavoro pulito – ha spiegato Alessandro Albini, vice questore aggiunto – è evidente che è un colpo da maestro, senza alcun rischio di farsi male nè di far male ad altri. Da un confronto con i colleghi laziali è emerso che gli uomini arrestati erano inseriti in contesti importanti della criminalità della capitale. Nella notte sono state perquisite le loro abitazioni e abbiamo scoperto che vivevano, pur risultando disoccupati, in ville faraoniche e con un tenore di vita ben al di sopra delle possibilità evidenti». Oltre alle maschere utilizzate per il colpo sono stati sequestrati gli hard disk dei sistemi di registrazione, alcuni dei quali erano già stati rimossi dai 4 rapinatori per non lasciare traccia e una ricetrasmittente che lascia pensare che avessero la necessità di comunicare a qualcuno ogni spostamento. «Il vero lavoro – va avanti Albini – è iniziato questa notte. Sono ancora molti i punti sui quali fare chiarezza. In primo luogo dobbiamo capire come i malviventi si siano introdotti all’interno del caveau ad esempio quella del basista può essere una teoria interessante da approfondire. Dovremo anche accertare se gli stessi hanno commesso reati simili in zona. Non escludiamo nessuna possibilità anche se l’assalto al furgone portavalori ci sembra essere stato realizzato con modalità operative talmente diverse da quelle impiegate ieri sera che è difficile ipotizzare un collegamento tra i due episodi»
A carico dei 4 arrestati, di cui le forze dell’ordine hanno reso note le foto a fini investigativi, risultano moltissimi precedenti penali specie per reati contro il patrimonio e in materia di armi. Non si esclude che facciano parte di un’organizzazione criminale dedita a reati analoghi. Le indagini vengono coordinate dal Pm Andrea Belli. per la convalida dell’arresto bisognerà attendere l’udienza che si terrà nei prossimi giorni in Tribunale a Macerata.
Il Questore vicario Luigi Nappi, il vice questore aggiunto Alessandro Albini e il Comandante del Nucleo Operativo della compagnia dei carabinieri di Macerata Leonardo Bertini
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Bravi e grazie di cuore alle forze dell’ordine che hanno dimostrato ancora una volta grande professionalità.
Impegniamoci tutti a mantenere pulito il nostro territorio da questi delinquenti. Vivere sicuri nelle nostre case è alla base del vivere civile.
Aiutiamoci l’un l’altro, segnaliamo facce e situazioni sospette. Più delinquenti saranno fermati, più sicuri potremo vivere!
..vorrei capire una cosa…questi 4 peracottari hanno cercato di far sparire una ventina di milioni di euro, peraltro assicurati, e li mettono in prima pagina con tanto di nome e cognome mentre nell’articolo appresso si narra di un altro manipolo di “disinvolti affaristi” che avrebbe “magheggiato” con più di una dozzina di milioni di soldi pubblici stavolta dell’affaire IRCR-italappalti srl..e neanche una fotina..anche piccola ?
Ecco perchè ieri sera alle 19.56 scendendo verso Piediripa, ho incrociato tre pattuglie della polizia a sirene accese,che salivano di fretta. ( Mi sono anche accostata a destra per fare spazio insieme ad altre auto)
Dovrebbe essere ben chiaro a tutti che in Provincia (rapine, furti, ecc.) ci deve essere uno basista (o più) che indica a chi viene da fuori e non conosce il territorio dove andare a colpire, quando e dando precise informazioni.
Poi se talvolta i rapinatori a fuori sono poco “professionali” nulla toglie che l’informatore ha informato bene….
Non si è mai sentito di una banda, che viene da fuori, che sia andata a rapinare dentro casa o un negozio di un morto di fame….
…..storico si fa per dire…..con una scacciacani in 4……mah…….come sono entrati lor signori…?
Il famoso tesoriere della Margherita ha fatto sparire piu’ o meno la stessa somma senza maschera e senza pistola.
Perché le rapine si moltiplicano?
Per il risparmio fatto sulla pelle dei dipendenti delle società di servizi come la Fitist Security.
Non mi risulta che siano state tentate rapine contro convogli della Banca d’Italia costituiti da 3 auto militari di scorta con 12 carabinieri armati, oltre ad una vettura civile. Quanti sono stati i tentativi di rapine alle Filiali con almeno due carabinieri presenti 24 ore su 24 ed avanzati sistemi di sicurezza attivi e passivi?
Si economizza chiudendo le Filiali della Banca d’Italia (come quella di Macerata) ed affidando a privati la distribuzione ed il controllo delle banconote mentre in altri campi non si bada a spese: ad esempio costosissime e per certi aspetti inutili ed assurde misure di prevenzione incendi nei garages che molti condomini hanno dovuto sostenere negli ultimi anni mentre nulla è stato fatto per dotare di Certificato di Prevenzione Incendi le scuole che per la maggior parte ne sono sprovviste.