
A destra Massimo Rossi
Bocciatura della Corte dei conti sul gestore unico dell’acqua, il portavoce dei Movimenti per l’Acqua bene comune, Massimo Rossi: «Per capire la portata di questa bocciatura “senza appello” basti citare alcuni tra i tanti durissimi passaggi del pronunciamento dei magistrati contabili». Rossi cita alcuni passaggi: “… dalle delibere consiliari e dall’annessa documentazione emerge che tale costituenda società non è altro che un involucro formale all’interno del quale permane una molteplicità di gestori o, comunque, di società operative a partecipazione pubblica chiamate ad espletare il medesimo servizio nel medesimo ambito” “una pluralità di operatori e gestori che, oltre a porsi in contrasto con le indicazioni della Legge pone problemi di compatibilità con i principi di corretta gestione delle partecipazioni pubbliche e con i canoni di buon andamento e sana gestione finanziaria”». Rossi, sintentizza così: «mantenere in piedi otto società con otto presidenti, otto direttori, decine di amministratori e consulenti, oltre ad essere contrario alla legge fa a cazzotti con l’efficacia, l’efficienza e l’economicità della gestione, rappresentando uno sperpero di denaro pubblico. Dire che avevamo previsto esattamente questo epilogo, affermandolo da oltre due anni in decine di volantini, comunicati stampa, iniziative pubbliche ed incontri con i sindaci, senza che i nostri appelli a cambiare strada fossero presi in considerazione, ci appare come un’amara consolazione. Del resto non occorreva la Corte dei conti, perché anche un bambino era in grado di capirlo».
In seguito alla pronuncia, continua Rossi «adesso, come in un drammatico gioco dell’oca sulla pelle e sulle tasche dei cittadini si torna al punto di partenza. Il problema non certo irrilevante è che tra pochi giorni, il prossimo 31 dicembre scadrà l’affidamento delle attuali concessioni con il rischio concreto di mandare a gara la gestione dell’acqua». Infine, dicono i Movimenti per l’Acqua bene comune «riteniamo che oltre a dover rispondere politicamente al cospetto dei propri cittadini e anche patrimonialmente davanti alla Procura della Corte dei conti per lo sperpero di risorse pubbliche già prodotto, gli amministratori coinvolti debbano assumersi la responsabilità di prorogare il termine di scadenza degli attuali affidamenti per procedere senza indugi alla costituzione di un vero gestore unico».
Ma l'acqua è un business come l'immondizia? Ma chi ha la poltrona non la vuole lasciare? Ma noi cittadini dobbiamo sempre e sempre subire? Ma l'arroganza di politici e non solo non ha mai fine?
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Ma la soluzione sarebbe un gestore unico con tante bocche da sfamare?