
Giuliana Giampaoli, sindaca di Corridonia
«Il tempismo di questo debole tentativo lascia poco spazio all’interpretazione». L’amministrazione comunale di Corridonia mette i puntini sulle i dopo la notizia dei giorni scorsi del ricorso al Tar presentato dal Comitato corse ippiche sul bando di gestione per l’ippodromo Martini. Ricorso secondo il quale il Comune avrebbe messo a bando anche beni mobili (la rete internet, i televisori e altra attrezzatura) che sarebbero di proprietà dell’associazione guidata da Pietro Antonio Siciliano. E da questa ultima puntata dell’annosa vicenda legata al rilancio dell’impianto, la giunta della sindaca Giuliana Giampaoli dà la sua versione dei fatti accaduti nel recente passato.
«Assistiamo con enorme disappunto a un tentativo, anche piuttosto goffo, di affossare qualsiasi sforzo di mettere finalmente ordine in un rapporto che per anni si è retto sulla precisa volontà di non voler vedere gli enormi problemi che si sono ingigantiti nel tempo – scrive la giunta Giampaoli in una nota – una gestione passata, quella del Comitato, prima gloriosa poi dignitosa, a cui va riconosciuta gratitudine, ma che nell’ultimo decennio è stata caratterizzata da una visione poco lungimirante, priva della capacità imprenditoriale oggi necessaria per garantire un futuro nel complicato e profondamente mutato panorama ippico nazionale».

Il presidente del Comitato è l’avvocato Pietro Siciliano
Dal 2021 il Comitato si trovava nella condizione di essersi aggiudicato il bando ma di non aver mai firmato la convenzione. «Un limbo amministrativo incompatibile con la possibilità di gestire legittimamente un bene pubblico – prosegue l’amministrazione – abbiamo ritenuto e riteniamo, anche quando può sembrare scomodo o impopolare, che sia dovere preciso di ogni pubblica amministrazione rilevare e farsi carico dei problemi, non continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto come è stato fatto per anni, andando avanti a colpi di delibere a scadenza, senza monitoraggio, senza progettazione, senza visione anzi, se vogliamo dirla tutta, anche con atti e comportamenti che hanno aggravato negli anni l’equilibrio economico e finanziario dello storico gestore, tutto questo con responsabilità chiare e definite. Questa amministrazione si è attivata fin da inizio mandato per regolarizzare il rapporto, sollecitando la firma della convezione bloccata dal 2021 e contemporaneamente rilevando le gravi criticità presenti nell’impianto, anche con un confronto continuo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dai tanti lavoratori del settore che hanno cercato il sostegno dell’amministrazione, fino al Ministero».
Ricostruendo i burrascosi ultimi anni dell’ippodromo, l’amministrazione ne ha un po’ per tutti: anche per quel Maurizio Croceri, oggi ceo di Exelite (Liu Jo, Blumarine) che fece trapelare il suo interesse nei confronti del Martini. «Nessun progetto, e sottolineiamo nessuno, è stato sottoposto all’attenzione dell’amministrazione – rimarca una volta di più la giunta Giampaoli – alla pluricitata e ormai famosa proposta di partenariato da parte della società EliFarm non è mai seguita nessuna ulteriore comunicazione, nemmeno dopo l’assenso da parte del Comune a esaminare la proposta, assenso trasmesso alla EliFarm a gennaio 2024. Nessun altro progetto è mai stato formalmente presentato all’ente». Progetto che pure una forma l’aveva presa, visto che nell’estate 2024 erano emersi anche rendering piuttosto accurati commissionati a uno studio da Andrea Manciola, coordinatore comunale di Forza Italia (esponente della stessa maggioranza che esprime l’amministrazione Giampaoli). Ma già all’epoca Giampaoli bocciò la proposta affermando che «una manciata di slide non sono un progetto».

Uno dei rendering commissionati un anno e mezzo fa dal coordinatore comunale di Forza Italia Andrea Manciola
«Il 2025 è iniziato con un impianto in degrado ed in stato di quasi abbandono, utenze disattivate, cavalli al buio, scarsa cura dei locali e delle aree circostanti, lavoratori e addetti non pagati, canone di concessione comunale non pagato, nonostante la locazione dell’agenzia ippica regolarmente percepita dal gestore – prosegue l’amministrazione – una situazione grave e irreversibile di fronte alla quale il Comitato, a ridosso dell’inizio della stagione, ha ritenuto di riconsegnare l’impianto al Comune, senza pretese e con un debito aperto nei confronti dell’ente. Solo la sollecitudine dell’amministrazione, la rapida costituzione di una società interessata alla gestione e il canale aperto con il Ministero, hanno portato ad un affidamento diretto per salvaguardare in extremis la stagione ippica 2025, nelle more dell’emanazione di un nuovo bando. Grazie alla collaborazione con la nuova società Corri Ippo siamo riusciti a garantire la stagione, ridotta vero, ma esclusivamente per questioni di tempo, con un impianto riqualificato a passo di record e, soprattutto, nonostante le pretese avanzate da diversi creditori del Comitato che hanno contribuito non poco a rallentare la procedura. Oggi il Comitato contesta la legittimità dell’emissione del bando, essendo però perfettamente consapevole che l’avviso è stato fatto in piena regola e che come gestore non avrebbe potuto in alcun modo ripresentarsi a un nuovo bando, prova ne è che non l’ha fatto nemmeno in questa occasione».
Quale sarebbe però il fine di questa iniziativa quindi? «Perché, solo ad assegnazione avvenuta ad una società che ha un progetto imprenditoriale di rilancio per questo impianto comunale, il Comitato eccepisce la legittimità dell’avviso, pur essendo stato fin da subito consapevole della necessità dell’emissione del nuovo bando e che entro il 30 novembre andava comunicato al Masaf il nome del nuovo aggiudicatario? In sintesi, “O è mio o non sarà di nessuno”. Con buona pace della tutela dell’interesse pubblico. Riteniamo che chi sta lavorando per minare ogni tentativo di rilancio dell’ippodromo se ne debba assumere pienamente tutta la responsabilità».

L’ippodromo Martini di Corridonia
E per chiudere non manca la stilettata all’opposizione (che pure sulle ultime vicende del Martini ha tenuto un profilo piuttosto basso). «Chi per anni, da amministratore pubblico, ha ignorato cosa stava accadendo e ora si straccia le vesti e si spende in parole retoriche sulla vicenda, o è sprovveduto o è in malafede – finisce l’amministrazione corridoniana – noi vogliamo un futuro di primo rilievo nel contesto nazionale per il nostro storico impianto con un gestore che abbia un chiaro interesse nello sviluppo di un progetto imprenditoriale di lungo periodo. Per questo abbiamo lavorato e per questo continueremo a lavorare».
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