
di Marco Ribechi
Applausi scroscianti e una vera ovazione del pubblico hanno accolto al Teatro Lauro Rossi il debutto dello spettacolo “Giradischi”, in programma per la 56ª edizione del Macerata Jazz Festival. Protagonisti assoluti, la “vulcanica” Petra Magoni e il polistrumentista Mauro Ottolini, che hanno portato sul palco il loro nuovissimo progetto: un viaggio affascinante nella grande tradizione della canzone d’autore italiana. Ad accompagnare il duo, un ensemble acustico di altissimo livello e dall’originale timbro, composto da Thomas Sinigaglia alla fisarmonica e Marco Bianchi alla chitarra classica. La promessa, ampiamente mantenuta, era quella di spogliare e reinventare brani iconici, riducendoli all’essenza e riempiendoli di sfumature jazz, teatrali e ironiche.

L’atmosfera si è accesa fin dai primi istanti, complice il carisma scenico di Petra Magoni, che ha esordito con una sgargiante giacca di paillettes, riflesso visibile dell’energia sprigionata sul palco. Il viaggio è iniziato subito con toni alti, spaziando dalla profondità politica di Gaber (L’impotenza) e di De André (Morire per delle idee e, più tardi, Bocca di rosa, Il pescatore e Il Gorilla), fino a una gioiosa reinterpretazione di una celebre samba di Toquinho, Vinicius e Ornella Vanoni e a una scintillante Azzurro.

Il quartetto ha dimostrato una padronanza sorprendente nell’armonizzare generi lontani: la voce calda e acrobatica della Magoni si è sposata perfettamente con i registri gravi e le invenzioni di Ottolini (al trombone e altri fiati), mentre fisarmonica e chitarra creavano un tappeto sonoro intimo e sofisticato. Tra i momenti più inattesi e applauditi, il brano jazz di Vasco Rossi con Va bè (se proprio te lo devo dire), la malinconia rievocata da classici come Quando di Tenco, Il nastro rosa di Battisti e Fiore di Maggio di Concato.

La chiave del successo è stata l’instancabile energia di Petra Magoni, che ha guidato il pubblico con la sua verve e un umorismo contagioso. Il concerto è volato via tra l’esecuzione di capolavori come Canzone di notte n. 2 di Guccini, culminando con l’emozione di Io che amo solo te di Sergio Endrigo e Generale di De Gregori. Il calore del Lauro Rossi, già in ovazione prima del bis, ha imposto un’ulteriore replica alla quale gli artisti hanno risposto intonando una potente e vibrante Vita spericolata di Vasco Rossi. Ma il vero colpo di teatro è arrivato alla fine: dopo gli applausi, i musicisti sono scesi letteralmente in platea e, circondati dal pubblico, hanno intonato a cappella la celebre “Quella carezza della sera”, trasformando il teatro in un unico, grande coro.

Un finale intimo e commovente che ha sigillato la prima esecuzione di Giradischi con un inno alla condivisione musicale e che ha confermato Petra Magoni e Mauro Ottolini non solo come grandi interpreti, ma come autentici e vulcanici innovatori della musica popolare italiana.
Il prossimo concerto in programma per il Macerata Jazz Festival è fissato per il 28 dicembre per il Concerto Gospel.








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