
Fabrizio Cesetti
Era uno degli impegni che si era preso Matteo Ricci in campagna elettorale, anzi ne era stato uno dei leitmotiv: «Chiuderò l’Atim, avete buttato in questi anni 12 milioni di euro in prebende, favoritismi che non hanno portato un turista». Ora quell’impegno prova a prenderselo Fabrizio Cesetti: il consigliere regionale Pd ha depositato stamattina una nuova proposta di legge per l’abrogazione della legge istitutiva di Atim, l’Agenzia per l’internazionalizzazione e il turismo creata nel 2021 dalla giunta Acquaroli, finita negli ultimi anni al centro di numerose polemiche.
Cesetti aveva già avanzato questa proposta nella scorsa legislatura e la ripropone come primo atto di quella appena avviata. «La scorsa legislatura – afferma Cesetti – il centrodestra ha impedito in tutti i modi la discussione di questa mia proposta, sapendo benissimo che anche nella maggioranza c’erano consiglieri favorevoli all’abrogazione di Atim. Ora non ci sono più scuse, perché il testo che ho ripresentato oggi dovrà essere immediatamente calendarizzato nei lavori del consiglio. E allora vedremo davvero chi è dalla parte della trasparenza e del buon governo e chi invece intende ancora difendere un costosissimo carrozzone politico voluto dalla giunta Acquaroli per svuotare le funzioni direttive degli assessorati competenti che si occupano di turismo e internazionalizzazione e creare uno strumento ad hoc per aggirare le regole che disciplinano l’attività della pubblica amministrazione».
La data scelta da Cesetti per depositare nuovamente la sua proposta di legge per l’abrogazione di Atim non è casuale. Domani, infatti, la Corte dei Conti emetterà il giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Regione. Negli scorsi anni, in tale occasione, più volte l’organo di controllo si è mostrato critico sull’operato dell’agenzia. «Non penso – dice Cesetti – che si possa continuare a far finta di niente. Atim è diventato un emblema di sprechi e favoritismi, ma soprattutto ha prodotto zero risultati per le Marche e il tessuto di aziende che operano nel comparto turistico. Anzi, a tratti la sua azione è stata persino dannosa. Basti pensare all’imbarazzante vicenda dell’accordo tra la stessa Atim e la compagnia aerea Aeroitalia per la programmazione dei voli di continuità interni, affondato in un mare di inefficienze, disservizi e, ancora una volta, di spreco a non finire di denaro, con milioni di euro di risorse pubbliche per far volare da Falconara aerei praticamente vuoti (in media meno di dieci passeggeri a tratta) verso Roma, Milano e Napoli. Un errore macroscopico che ha leso gravemente l’immagine delle Marche e del suo aeroporto e non è stato ancora oggi recuperato. Come ho detto già da tempo, Atim va spazzata via per consentire alla Regione e alle sue strutture tecniche che si occupano di turismo e internazionalizzazione di tornare ad adempiere ai propri doveri con trasparenza e osservando correttamente i principi di legalità, imparzialità ed economicità che devono sempre sovrintendere l’agire pubblico».
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