Dall’Argentina alla Corea del Sud, dal Canada alla Lituania, fino all’Italia. C’è rappresentato tutto il mondo tra i 19 finalisti del Civitanova film festival, dal 25 ottobre al 2 novembre in programma al teatro Cecchetti e in altri spazi della città.
Dopo aver annunciato il programma con ospiti ed incontri con gli autori e registi come Gianni Amelio e Francesco Centorame, l’undicesima edizione conferma il suo ampio respiro internazionale, che cresce di anno in anno. Si contenderanno infatti il Premio Stelvio Massi per il miglior corto produzioni provenienti da tutto il mondo: Argentina, Canada, Corea del Sud, Estonia, Francia, Giordania, Haiti, Irlanda, Lituania, Nuova Zelanda, Regno Unito, Russia, Turchia, USA e, ovviamente, Italia. Considerata la qualità delle proposte, gli organizzatori hanno scelto di ampliare la rosa dei finalisti (19, appunto, su oltre 300 cortometraggi iscritti), tanto che durante il festival si aggiungerà un’ulteriore serata di proiezioni per il pubblico.
«Quello che ci piace già sottolineare – le parole dei direttori artistici Peppe Barbera e Michele Fofi – è il valore dei prodotti che abbiamo avuto il piacere di selezionare, non soltanto sotto l’aspetto artistico ma anche di contenuti. Un festival attento alla sostanza”. Ricordiamo che l’edizione 2025 ragiona attorno al tema Gli incontri necessari. “In un momento storico dove trionfano gli individualismi e gli autoritarismi – proseguono Fofi e Barbera -, dove sono in aumento fenomeni di narcisismo e sembrano prevalere gli egoismi sulla solidarietà, ci siamo interrogati sul valore straordinario del riconoscere l’altro per poter riconoscersi. Due è meglio di uno. Nessuno si salva da solo. Il cinema racconta spesso la scoperta di sé e dell’altro attraverso la magia di un incontro, la forza poetica di un sogno vissuto da due o più persone. Il cinema stesso è comunità. Il nostro Civitanova Film Festival è nato da un’amicizia fra due persone ed è diventato un abbraccio collegiale. “Gli incontri necessari” è un invito a riscoprire il valore delle interazioni».
Questi i corti finalisti: “Three Keenings” di Oliver McGoldrick (UK); “The Eggregores’ Theory” di Andrea Gatopoulos (Italia); “Such a Lovely Day” di Simon Woods (UK); “Spine” di Kristina Panova (Russia); “Shadows” di Rand Beiruty (Francia/Jordan); “Room Taken” di Tj O’Grady Peyton (Irlanda); “Rochelle” di Tom Furniss (Nuova Zelanda); “Playing God” di Matteo Burani (Italia); “On Weary Wings Go By” di Anu-Laura Tuttelberg (Estonia/Lituania); “Lovers’ Story Fragment(s)” di Marta Irene Giotti (Italia/Corea del sud); “Julian and the Wind” di Connor Jessup (Canada); “Il burattino e la balena” di Roberto Catani (Italia/Francia); “Eksi Bir” di Ömer Ferhat Ozmen (Turchia); “Des rêves en bateaux papiers” di Samuel Suffren (Haiti); “Deep in My Heart is a Song” di Jonathan Pickett (USA); “Ce qui appartient à César” di Violette Gitton (Francia); “Bienvenido” di Martin Jalfen & Miguel Usandivaras (Argentina/Italia; “Al buio” di Stefano Malchiodi (Italia); “A Dying Tree” di Vincent René-Lortie (Canada).
“Incontri necessari” al Cff: ecco Gianni Amelio e Francesco Centorame
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…accortiamoci… e tre… m.g.