Oltre 30mila presenze
per il Festival dell’Appennino.
È tra le buone pratiche in Italia

L'EVENTO ha coinvolto i comuni di Camerino, San Severino, Sarnano e Visso. Il commissario Guido Castelli: «Le nostre aree interne non sono periferie»

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Una delle escursioni

Si chiude con numeri straordinari, un bilancio eccezionale e un prestigioso riconoscimento nazionale la sedicesima edizione del Festival dell’Appennino, inclusivo di natura. La manifestazione, promossa dal Commissario straordinario al sisma 2016 e dal Bim Tronto, con la collaborazione dei Bim Vomano-Tordino Teramo, Nera Velino Cascia e Nera-Velino e delle Regioni Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, si è imposta come un vero e proprio motore di rinascita per l’Appennino del centro-sud Italia.

Il Festival – che nel Maceratese ha coinvolto i Comuni di Camerino, San Severino, Sarnano e Visso – ha toccato il record di oltre 30.000 presenze, consolidando la sua posizione di Festival dell’Appennino del Centro Sud Italia. Il successo è frutto di un ricco programma che per sei mesi – attraverso tre stagioni, dalla primavera all’autunno – è stato un vero e proprio viaggio lungo i sentieri dell’Appennino, unendo borghi, vette e comunità attraverso il filo conduttore che ha previsto 27 appuntamenti che si sono tenuti tra il 4 maggio al 12 ottobre in 28 Comuni distribuiti nelle quattro regioni dell’Appennino centrale colpite dal sisma del 2016-2017: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

La manifestazione ha simbolicamente preso il via dal borgo più piccolo e suggestivo del Piceno, Palmiano, per poi ampliare la sua portata. Il culmine, in senso letterale, è stato raggiunto sul Terminillo, il massiccio laziale che ha ospitato uno degli appuntamenti, a testimonianza della volontà di valorizzare ogni angolo del cratere sismico. Oltre al successo di pubblico, il Festival dell’Appennino ha ottenuto un prestigioso riconoscimento a livello nazionale: è rientrato nella selezione finale di 30 “buone pratiche” italiane per un’Italia più sostenibile 2025 – AsviS.

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Un momento del Festival

«Il Festival dell’Appennino 2025 – dice il commissario Guido Castelli – si chiude con numeri che certificano inequivocabilmente la bontà del lavoro svolto e con un messaggio chiaro: le nostre aree interne non sono periferie, ma il cuore pulsante del Paese. In questi mesi abbiamo visto la forza delle nostre comunità, la loro capacità di unire memoria e voglia di guardare avanti, di trasformare la fragilità in coesione ed energia costruttiva. Il futuro dell’Appennino centrale passa da qui: dalla bellezza dei luoghi, dalla ricchezza del patrimonio storico, culturale e artistico e dal valore delle persone. Perché ciò di cui hanno bisogno i nostri territori non è soltanto la ricostruzione materiale, ma anche la riparazione economica e sociale. L’Italia ha bisogno dell’Appennino centrale, dei suoi borghi, delle sue radici e della sua visione di futuro fondata su cultura, sostenibilità e innovazione. Sono queste le caratteristiche che abbiamo valorizzato attraverso questa manifestazione, resa possibile grazie al fondamentale contributo dei quattro Bim coinvolti, dei comuni che hanno partecipato e delle tante persone che hanno offerto il loro supporto affiche anche questa edizione 2025 fosse un successo».

Luigi Contisciani, presidente del Bim Tronto, ha aggiunto: «Queste oltre 30.000 presenze al Festival sono il segno tangibile che l’Appennino ha una forza attrattiva immensa e un desiderio inesauribile di rinascita. Abbiamo dimostrato che camminando insieme, dal piccolo borgo alla vetta, possiamo restituire vitalità e futuro a questi territori. L’inclusione del nostro Festival tra le ‘buone pratiche’ selezionate per l’iniziativa di Rapporto Territori 2025 ASviS ci onora e rafforza il senso del nostro impegno. Questo riconoscimento non solo mette in evidenza come la collaborazione tra enti locali possa generare risultati concreti in termini di sostenibilità, ma sottolinea anche il nostro contributo efficace al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare riguardo alla sostenibilità urbana e locale. Il successo del Festival dell’Appennino dimostra che un turismo lento, sostenibile e inclusivo è la strada maestra per un futuro resiliente».

«Siamo giunti al termine di questa sedicesima edizione con il cuore colmo di gioia e un bilancio che definire ‘straordinariò è riduttivo – dice il direttore artistico Carlo Lanciotti -. La risposta entusiasta, in particolare nei luoghi di pregio naturalistico inediti che abbiamo voluto svelare, dimostra che la comunità del Festival è più viva e appassionata che mai. La nostra formula multidisciplinare, dove musica, teatro e circo contemporaneo si sono fusi in un connubio unico, ha trovato la sua massima espressione. Grazie di cuore a tutti gli artisti, ai partner, allo staff e, soprattutto al pubblico, che ha reso questa edizione un trionfo indimenticabile».



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