Foto d’archivio
Rigettati gli appelli di otto operatori socio sanitari dell’Asp civica assistenza di Tolentino che chiedevano un inquadramento contrattuale di livello B3, con conseguente adeguamento di stipendio: anche i giudici del lavoro di Ancona hanno ritenuto corretto l’inquadramento B1, dando ragione all’azienda.
«La Corte d’appello di Ancona, sezione lavoro, lo scorso 26 settembre, ha rigettato integralmente gli appelli presentati dagli operatori socio-sanitari dopo che anche il tribunale di Macerata si era espresso in tal senso, ritenendo corretto l’inquadramento contrattuale nella posizione economica B1», a comunicato con una nota è la stessa Asp Porcelli di Tolentino. «La Corte d’appello di Ancona ha affermato che la progressione automatica alla posizione economica B3 – richiesta dagli appellanti – non è ammissibile in assenza della formazione integrativa prevista dall’accordo Stato-regioni del 2003. La sentenza ribadisce la distinzione tra il possesso della qualifica base di Oss e l’eventuale accesso a progressioni economiche, che non possono considerarsi automatiche in mancanza della specifica formazione richiesta nei bandi di reclutamento». La decisione quindi, ha confermato la piena legittimità della condotta aziendale, ribadendo quanto già stabilito in primo grado dal tribunale di Macerata.
Due gradi di giudizio hanno dunque fornito un orientamento univoco sulla correttezza dell’inquadramento contrattuale nella posizione economica B1. «La Corte – prosegue l’Azienda servizi alla persona di Tolentino – ha inoltre precisato che le dichiarazioni congiunte del Ccnl 2001 non generano diritti soggettivi a progressioni economiche, ma hanno natura interpretativa, confermando la linea difensiva sostenuta dall’Asp. Agli appellanti è stato imposto l’integrale rimborso delle spese di giudizio, oltre al pagamento del doppio del contributo unificato, come previsto dalla normativa vigente. L’Azienda – sottolinea l’Asp – è tuttavia chiamata a difendersi, nei prossimi mesi, su ulteriori contenziosi promossi da altri dipendenti per la medesima questione, già affrontata e giudicata. Un nuovo procedimento è attualmente pendente innanzi al tribunale di Macerata». Nella nota, si sottolinea «la necessità di impiegare risorse umane ed economiche significative per rispondere a tali vertenze, con il rischio di sottrarre tempo ed energie alla vita dei reparti e alla qualità dei servizi erogati agli oltre cento assistiti e esprime riconoscenza gli organi giudiziari per l’operato chiaro, rigoroso e trasparente, e conferma il proprio impegno a garantire servizi di qualità, nel pieno rispetto delle normative contrattuali e della corretta gestione del personale».
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