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La disavventura del turista “napoleonico”
per visitare il Castello della Rancia:
«Zero bus, l’albergatrice ha fatto da taxista»

TOLENTINO - Alessandro Puato lavora nel Museo nazionale delle residenze napoleoniche, sull'Isola d'Elba. «Non ho la patente e mi muovo con i mezzi pubblici, ma non c’erano. Ero venuto per un diorama che rappresenta la Battaglia di Tolentino ma gli operatori presenti non hanno saputo dirmi nulla a riguardo e non sono riuscito a trovarlo». Ad aiutarlo la titolare del b&b in cui era ospite, Antonella Parrucci: «Non è il modo di fare turismo e accoglienza. E poi sotto Ferragosto in città ristoranti tutti chiusi, va fatta una programmazione»

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Alessandro Puato davanti l’ingresso del Castello della Rancia

di Francesca Marsili

«Questa mattina ho accompagnato al Castello della Rancia un turista mio cliente, arrivato a Tolentino in treno. Alla cassa ha chiesto gli orari degli autobus per ritornare in centro: gli hanno risposto che non c’erano corse, così sono dovuta tornare a riprenderlo. Vi pare normale che un’albergatrice debba fare la taxista?». E’ lo sfogo di Antonella Parrucci, titolare del b&b “La corte” che si trova nel centro storico di Tolentino, a cui si aggiunge la testimonianza del visitatore: Alessandro Puato, originario di Torino che lavora nel Museo nazionale delle residenze napoleoniche, a Portoferraio, sull’Isola d’Elba.

«Non ho la patente e per chi come me si muove con i mezzi pubblici un servizio bus è fondamentale – dice il turista -. Quando si parla di luoghi di interesse come questo, lontani dal centro abitato, soprattutto nel mese di agosto è importante favorire l’arrivo. Non servono molte corse, anche due bastano, anche avessi voluto raggiungere il Castello a piedi lungo la statale non c’è il marciapiede e sarebbe stato pericoloso».

Puato è un appassionato di tutto ciò che riguarda la storia napoleonica: al suo attivo anche la pubblicazione di un libro. Ed è proprio per questo motivo che ha scelto di visitare i luoghi della Battaglia di Tolentino del 1815, preludio della sconfitta di Napoleone a Waterloo.

«Sono venuto nelle Marche in treno per il Rossini opera festival a Pesaro e con l’occasione ho scelto di fare una capatina anche a Tolentino per vistare il Castello della Rancia. Avevo letto che al suo interno c’è un diorama in cui viene rappresentata la Battaglia, ma gli operatori presenti nella struttura non hanno saputo dirmi nulla a riguardo e non sono riuscito a trovarlo. Comunque – aggiunge – ho visitato la mostra della Biennale dell’umorismo e il Museo archeologico. Spero che la mia esperienza possa dare un suggerimento per migliorare».

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Antonella Parrucci

L’albergatrice tolentinate, dal canto suo, sottolinea che questo non è stato affatto un bel biglietto da visita: «Non è certamente questo il modo di fare turismo e accoglienza. L’assessore al Turismo del comune di Tolentino è come se non esistesse, le brochure dell’estate tolentinate le hanno portate in una ferramenta e in una cartoleria, ma non nella mia struttura – dice -. L’assenza di collegamento è ancora più grave soprattutto in queste settimane di agosto, dal momento che nel Castello della Rancia è allestita la mostra della Biennale internazionale dell’Umorismo nell’arte, di grande interesse e rilevanza. In questo difficile momento di ricostruzione che attraversa Tolentino e dove fortunatamente i turisti ci sono io ce la metto tutta, ma sembra sempre che si remi contro».

Parrucci evidenza anche un altro problema: «Ad agosto in centro, soprattutto a pranzo e nei primi giorni della settimana, quasi tutti i ristoranti sono chiusi, capisco le ferie ma il mio cliente ha pranzato in un bar. Credo sia importante una programmazione tra tutte le attività di ristorazione e di somministrazione alimenti e bevande, come si faceva una volta, per evitare che i turisti trovino tutto chiuso. Nella settimana di Ferragosto in centro non c’era un minimo di intrattenimento e non credo sia il massimo in una città piena di cantieri e che dovrebbe essere resa accogliente almeno in questi giorni, sia per i turisti che arrivano felici ma se ne vanno scontenti, ma anche per chi resta i cittadini che non vanno in vacanza».



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