Marche nella Zes, Balducci dice sì:
«Occasione di crescita da non perdere»

ECONOMIA - Gli auspici del presidente dei giovani imprenditori di Confindustria: «Una misura che invocarono i nostri padri dopo il terremoto del 2016, ora è importante per invertire lo spopolamento tornando a creare occupazione»

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Massimiliano-Balducci

Massimiliano Balducci

«Da imprenditore di questo territorio, da presidente di Confindustria Giovani Macerata ma anche da figlio di questa terra ritengo che la decisione del Consiglio dei ministri di allargare la Zes dell’Italia Meridionale anche alle Marche e all’Umbria, sia un grandissimo risultato ma soprattutto un’enorme opportunità».

A dirlo è Massimiliano Balducci, ceo di Cbf Balducci Group di Montecassiano e presidente del gruppo giovani di Confindustria Macerata. «Le Marche hanno un’occasione di crescita e sviluppo certa che porterà vantaggi alle imprese e a chi vuole avviare una propria attività creando lavoro. Il saper fare tipico marchigiano sarà valorizzato. Sono tra coloro, e lo dico convintamente da qualche anno, che la Zona economica speciale rappresenta un acceleratore di opportunità perché in primis attrarrà investimenti, genererà semplificazioni anche fiscali oltre che amministrative e ci aiuterà a rendere meno gravoso un fardello ancora troppo forte per un imprenditore che è la burocrazia».

Anche in seno al neocostituito consiglio direttivo dei giovani confindustriali di Macerata il confronto ha portato a ritenere strategica la decisione. La Regione Marche è diventata una regione in transizione già prima della pandemia, le tensioni internazionali, la crisi energetica il quadro congiunturale complesso hanno fatto il resto. «Questo provvedimento – insiste Balducci – rappresenterà uno strumento in più per agevolare l’avvio di nuove attività imprenditoriali da parte di giovani con buone idee. Questa misura che era stata invocata dai nostri padri già dopo il sisma 2016 che ha ridisegnato il profilo economico e sociale dell’entroterra maceratese, oggi la salutiamo come un’opportunità di invertire lo spopolamento tornando a creare occupazione. Senza imprese non c’è lavoro, sviluppo, futuro per il nostro entroterra. Per i giovani, siano essi imprenditori o lavoratori, servono adeguate opportunità di vita e di lavoro, quindi anche servizi per tornare a credere in un futuro possibile personale e professionale anche nella nostra collina e montagna».

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