Aato3, Gentilucci chiede integrazioni
su interesse pubblico e parere dei revisori.
Cherubini, M5S: «C’è chi cerca il caos»

ACQUA - Oggi riunione con sindaci e tecnici. La richiesta porterà allo sforamento del cronoprogramma per l'approvazione della delibera nei Consigli comunali: doveva essere entro il mese, ora si parla di settembre. Il consigliere comunale di Macerata: «Manovra ostruzionistica»

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Gentilucci

Alessandro Gentilucci, presidente dell’Aato3

di Luca Patrassi

Positivo il giudizio dei vertici Aato3 – nel particolare quello del presidente Alessandro Gentilucci – che questa mattina hanno avuto una riunione informale con i primi cittadini dei Comuni soci dell’Ambito e con i rappresentanti delle società di gestione: i tecnici hanno consegnato la piattaforma documentale e la delibera da portare all’esame dei Consigli comunali per dare il via libera alla nascita della società consortile che dovrà chiedere poi l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato.

Il presidente Gentilucci ha chiesto alcune modifiche non sostanziali legate a un potenziamento della motivazione dell’interesse pubblico per la gestione del servizio idrico, alla indicazione del parere dei revisori dei conti (non obbligatorio e dunque non presente per i Comuni non serviti da Astea). Gentilucci ha anche chiesto chiarimenti sulla situazione della presenza del socio privato in Astea mentre i tecnici osservano che l’affidamento in house avverrà nei confronti di una società interamente pubblica e dunque senza violazione delle norme.

Alcuni passaggi formali in più che richiederanno però diversi altre giornate di lavoro e dunque lo sforamento del limite di luglio inserito nel cronoprogramma Aato3 per l’approvazione delle delibere in Consiglio comunale. Il presidente Gentilucci ha chiesto ai Comuni di convocare una riunione straordinaria di Consiglio entro metà agosto, ma sembra trattarsi di impresa disperata visto che sembra difficile garantire il numero legale in periodo di ferie. Probabile che il passaggio in Consiglio ci possa essere ai primi di settembre.

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Roberto Cherubini (M5S)

Sull’accaduto interviene il capogruppo comunale dei Cinque Stelle Roberto Cherubini che, in tutto questo, vede la volontà di dare ai privati la gestione del servizio idrico. «Un colpo di mano in piena estate. Così si può definire quanto accaduto venerdì scorso, quando i tecnici dell’Aato3 Marche – l’ambito territoriale per la gestione dell’acqua – hanno modificato in corsa la delibera già predisposta da decine di Comuni per l’approvazione dell’operatore unico pubblico del servizio idrico.

Una scelta gravissima, che ha avuto effetti immediati: invalidato il parere dei revisori, vanificato il lavoro di preparazione delle amministrazioni e costretto molti Comuni ad annullare i Consigli comunali già convocati, con tutto ciò che comporta in termini di tempo, costi e trasparenza verso i cittadini.

Non si tratta di un errore tecnico, ma di una vera e propria manovra ostruzionistica. È lecito chiedersi: perché cambiare un atto così delicato all’ultimo momento? E soprattutto: chi sta remando contro la gestione pubblica dell’acqua, diritto fondamentale e bene comune? Mentre in molti territori si discute e si lotta per affermare un principio costituzionalmente sancito – quello dell’acqua pubblica, fuori dalle logiche del profitto – c’è chi, tra i tecnici e forse non solo, sembra agire per bloccare o rallentare il processo, rendendolo più confuso e vulnerabile. Un comportamento che mina la fiducia tra istituzioni e cittadini, e che rischia di compromettere anni di battaglie per un modello di gestione trasparente, equo e partecipato. Chi ha autorizzato questa modifica? A che titolo? Con quali pressioni esterne?». L’attacco di Cherubini: «Il sospetto è che ci sia chi non vuole l’operatore unico pubblico. Che preferisce il caos, l’incertezza, la frammentazione, magari per lasciare aperta la porta ai privati o per proteggere interessi consolidati. Ma è un gioco sporco, fatto sulla pelle delle comunità e su un bene essenziale per la vita. I cittadini hanno già scelto: lo hanno fatto con il referendum del 2011 e lo dimostrano ogni volta che si parla di acqua pubblica. Ora tocca ai Comuni fare fronte comune e pretendere il rispetto degli impegni presi. E, soprattutto, chiedere conto di chi tenta di sabotare il percorso con manovre oscure. La battaglia per l’acqua pubblica è tutt’altro che finita. E va difesa, ora più che mai, anche dai “nemici interni”».

 

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