L’uscita di Nikollaq Hudhra dalla caserma dei carabinieri
di Gianluca Ginella
È apparso lucido durante l’udienza davanti al Gip del tribunale di Macerata Nikollaq Hudhra, il 55enne che ha ucciso la ex moglie, Gentiana Hudhra, 45, lo scorso sabato a Tolentino. L’uomo l’ha accoltellata in viale Benadduci, con una decina di fendenti, colpendola da dietro. Ha confermato, nel corso dell’udienza davanti al gip Daniela Bellesi, che si è svolta in videocollegamento, quanto detto nel corso dell’interrogatorio alla caserma dei carabinieri di Tolentino poche ore dopo il delitto.
Nikollaq Hudhra
Il gip gli ha chiesto se volesse rendere ulteriori dichiarazioni e se volesse rispondere alle domande. L’uomo, assistito dall’avvocato Lucia Testarmata, ha deciso di rispondere. Nel corso dell’udienza non ha mai chiamato Gentiana per nome, ma ha usato termini come «la signora» e peggio ancora «monstra». Ha detto al giudice che secondo lui Gentiana era causa dei mali suoi e dei suoi figli. «Adesso che quella monstra è morta – uno dei passaggi più pesanti dell’udienza – non c’è malattia per i miei figli, ora sono liberi». L’uomo ha detto «ho speso 70mila euro per i medici». Medici che, tra l’altro ha detto l’uomo, «non sono stati capaci di dare una risposta su questi mali». Il giudice ha chiesto come potesse la ex moglie essere causa di tutti i mali di cui l’uomo ha detto soffrire lui e i figli. La risposta del 55enne albanese è stata di chiedere a uno dei figli.
«Suo figlio – ha detto il giudice – non ha detto che la madre fosse causa dei suoi mali. Ha detto che era lei a crederlo». «Allora come mai nessuno dei medici ce la faceva a fare una diagnosi?» ha risposto l’uomo. Ha anche detto che dal gennaio 2024 lavorava a Passignano sul Trasimeno in un allevamento di bestiame, e che in precedenza aveva fatto il muratore e poi il panettiere.
Nel corso dell’udienza, a cui hanno presenziato sia il procuratore Giovanni Fabrizio Narbone e il pm Enrico Riccioni, è stato chiesto all’uomo con che frequenza sentisse la moglie.
Il procuratore Giovanni Narbone
«Mai» ha detto. L’ultima volta che l’aveva vista, ha detto, era stato dal notaio perché dopo la separazione lei aveva tenuto la casa e gli aveva versato i soldi per comprare la sua parte. L’ultima volta che l’aveva sentita era stato quando la moglie gli aveva scritto per parlare con uno dei figli. L’uomo in udienza ha ribadito «L’ho fatto per i miei figli se non facevo questo erano morti. Non l’avrei fatto per altro, non ho mai nemmeno preso una multa in vita mia».
Il pm Enrico Riccioni
È stato anche chiesto se fosse mai stato visitato da uno psichiatra. Ha detto «sì, nel 2021». Ha detto che in auto ha tutta la documentazione medica e la procura acquisirà la documentazione.
A detta dell’uomo dalla visita psichiatrica non sarebbe emerso niente. La visita gli era stata consigliata dal consultorio in fase di separazione.
Il gip ha convalidato l’arresto, confermato la misura cautelare in carcere a Montacuto di Ancona, dove l’uomo si trova dalle prime ore di domenica, e ha inoltre sin d’ora disposto una valutazione medica sullo stato di salute del 55enne e ha dato incarico allo psichiatra del carcere di occuparsi di questo accertamento.
Gentiana Hudhra
Anche il pm Enrico Riccioni, che coordina le indagini dei carabinieri del Reparto operativo di Macerata e del Nucleo operativo di Tolentino, sta valutando di chiedere una perizia psichiatrica, o subito con incidente probatorio, o al processo. Intanto oggi è stato dato incarico al medico legale Antonio Tombolini di fare l’autopsia. L’esame medico legale è stato fissato per giovedì alle 9 all’obitorio di Macerata.
A Hudhra viene contestato l’omicidio premeditato della moglie. L’uomo già nel corso del primo interrogatorio aveva detto di aver provato a ucciderla altre due volte. Ha detto che sabato scorso era arrivato in auto a Tolentino, aveva passato la giornata con uno dei figli, poi era andato a uccidere la moglie. Lo ha fatto con un monopattino, perché la moglie conosceva la sua auto.
Ha preso un coltello con lama di 18 centimetri che ha nascosto in una busta di plastica. Poi in viale Benadduci l’agguato a Gentiana. L’uomo le ha sferrato diverse coltellate da dietro e quando la moglie era a terra ormai esanime l’ha presa a calci. Fatto questo si è seduto su di una panchina a pochi passi dalla ex moglie uccisa.
L’avvocato Lucia Testarmata
Lì l’uomo è stato tenuto sotto controllo dall’avvocato Mauro Chiariotti che si era fermato credendo fosse avvenuto un incidente stradale «poi ho visto il coltello e mi sono reso conto che era successo altro. Ho ritenuto un mio dovere intervenire, purtroppo sono arrivato dopo che l’aveva accoltellata. In quel momento credevo fosse ancora viva e l’ho tenuto sotto controllo per evitare che la colpisse ancora».
Commenti disabilitati per questo articolo