Il disegno al centro della discussione
di Luca Patrassi
Lo Sferisterio accende il dibatto ed alimenta le polemiche, sia che si parli di festival che delle sue radici storiche. Stavolta a far esplodere un altro caso è una mostra sugli stadi, dall’antichità ad oggi, allestita al museo Maxxi. A chiedere spiegazioni è l’assessore comunale all’Urbanistica ed ex presidente storico dell’Ordine degli architetti della provincia di Macerata Silvano Iommi che non ha gradito la modifica – da parte di qualche operatore della mostra – della paternità del primo disegno dello Sferisterio attribuita al settempedano Ireneo Aleandri, che firmò sì l’opera da giovane architetto ma partendo dal primo disegno opera del maceratese Salvatore Innocenzi, ingegnere capo del Comune.
Al Maxxi è stata inaugurata pochi giorni fa la mostra «Stadi, Architettura e mito» a cura di Manuel Orazi, Fabio Salomoni, Moira Valeri.
“Gli stadi, simboli di passioni e cambiamento, raccontano – si legge nella nota di presentazione del Maxxi – la storia delle città attraverso architettura, cultura e identità collettiva. La mostra – la prima grande esposizione in Italia dedicata a questa tipologia architettonica – ripercorre la storia degli stadi, dalla pietra antica del Panathinaiko di Atene ai capolavori contemporanei della tecnica e del design. Cattedrali laiche del nostro tempo, oggi queste architetture monumentali sono molto più che arene sportive: sono centri vitali, specchi delle città, luoghi di rito collettivo, simboli di trasformazione urbana e culturale, dove la vita quotidiana e l’eccezionalità si incontrano. Un viaggio lungo i secoli che attraversa diversi continenti mettendo in luce l’evoluzione di queste strutture. Il percorso espositivo dedica inoltre un focus speciale agli stadi italiani”.
In mostra ci sono il disegno originario dello Sferisterio e un modellino in legno opera realizzata nel 2003 dall’artista corridoniano Nazareno Palmieri. La polemica è nata appunto dall’etichetta del Maxxi che attribuisce il disegno a Aleandri e non a Innocenzi, cosa che era stata ben indicata dalla dirigente dei servizi museali del Comune Giuliana Pascucci nella breve presentazione a margine del prestito dell’opera.“A pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina” diceva Andreotti ma qualcuno nella “vicenda” Maxxi ci vede la scia della polemica lanciata alcuni anni fa da alcuni esponenti della sinistra e da alcuni settempedani contro l’assessore Iommi “reo” di aver parzialmente rivisto la storia progettuale dello Sferisterio restituendo volto e un ruolo anche all’ingegner Innocenzi.
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Onestamente non capisco. Non ho mai approfondito il percorso storico dello Sferisterio, ma presupponendo che esista una documentazione che fa risalire i primi disegni a Salvatori Innocenti come sostiene l’assessore Iommi presumo che questa attribuzione sia fatta sulla base di documentazione certa, ma anche se così non fosse e l’attribuzione è invece da ricondurre all’Aleandri, non comprendo l’interferenza della politica su questa questione, argomento a lei per definizione assolutamente estranea. La politica quando interferisce impropriamente su questioni tecniche o sulla lettura storica degli eventi del passato produce solo danni. Nel primo caso, l’autostrada del Sole tratto calabro ne è testimonianza, nel secondo caso, la storia viene modificata al fine di piegarla ai propri interessi ideologici nascondendo così la verità storica dei fatti
Tecnicamente l’associato è insegnante di seconda fascia