Maceratese in D, i protagonisti:
«Che gioia, riportato entusiasmo nei tifosi»
La festa al Del Conero (Foto)

PROMOZIONE BIANCOROSSA - Il presidente Crocioni: «Ad inizio stagione non ci pensavamo. Quando avevamo l’obiettivo nel mirino ce l’abbiamo messa tutta». Mister Possanzini: «Vittoria che vale tantissimo. È una base di partenza importante. Abbiamo creato qualcosa di unico in questa categoria». Il ds Nicolò De Cesare: «La cosa su cui ho premuto tanto è stato il senso di appartenenza, di lottare per la maglia»

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Il post ufficiale con cui la Maceratese ha festeggiato la promozione in Serie D sui social

da Ancona, Mauro Giustozzi (Foto di Giusy Marinelli)

«Ce la siamo meritata». La gioia del presidente Alberto Crocioni è la gioia di una città intera. La Maceratese torna in Serie D e lo fa al termine di una partita sofferta e intensa. Allo stadio Del Conero, gremito da 3.500 spettatori di cui circa 2.500 biancorossi, la squadra di Possanzini piega ai calci di rigore un generosissimo Montecchio, che aveva acciuffato l’1-1 nella ripresa dopo il vantaggio della Rata nel primo tempo. Tempi supplementari a reti bianche, poi la lotteria dagli undici metri: cinque rigori perfetti per la Maceratese, errore fatale per il Montecchio. Finisce 6-4, e la festa può cominciare (leggi l’articolo).

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L’allenatore Possanzini dopo la vittoria

La riscossa di una piazza ferita che ora, finalmente, la città riabbraccia la D. «Grande gioia. Ce lo aspettavamo – ha commentato il patron Crocioni, visibilmente emozionato – e ci pensavamo, però arrivare ai rigori è stata dura, i rigori sono un terno al lotto. Potevamo chiuderla prima, però va dato merito al Montecchio che ha fatto una bella partita.

maceratese-8-650x433Un campionato che sembrava vinto a dicembre perso ad aprile e riacciuffato a maggio. Quando arrivi al punto che uno l’obiettivo lo mette nel mirino poi ce la mette tutta. La sorte ci ha detto bene col Montecchio Urbino, magari soffrendo ma l’abbiamo presa. Quest’anno abbiamo pensato di partire in un certo modo, era una squadra messa insieme in poco tempo, nuova. Siamo andati avanti giorno per giorno, anche dopo Montecchio, ci siamo messi lì la società, lo staff, abbiamo stretto i ranghi, senza far polemiche. Una soddisfazione aver risvegliato l’entusiasmo dei tifosi. Penso che dentro a Macerata c’è la cognizione del calcio, ovunque andavo in questi giorni mi si parlava della partita di oggi».

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Maglia celebrativa

Sulla stessa lunghezza d’onda il tecnico Matteo Possanzini, artefice di una squadra solida e ambiziosa: «Questa vittoria vale tantissimo. È una base di partenza importante. Abbiamo creato qualcosa di unico in questa categoria. Chi persevera, alla fine, viene ripagato. Oggi è stata una partita molto sporca, potevo essere più bravo a fare stare più tranquilli i ragazzi. Abbiamo fatto una partita più contratta, ma ci sta, è uno spareggio. I rigori? Li abbiamo decisi insieme, chi se la sentiva ha calciato. Ogni campionato è una gioia, speriamo in futuro di avere risultati ancora più grandi. Uno stadio meraviglioso oggi, se c’erano più posti li avremmo riempiti. Abbiamo regalato loro una grande gioia e siamo contenti».

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Il direttore sportivo Nicolò De Cesare sottolinea un altro aspetto chiave: «La cosa su cui ho premuto tanto è stato il senso di appartenenza, di lottare per la maglia. Una cosa che negli ultimi anni, per diversi motivi, non avveniva. Un campionato che sembrava vinto a dicembre, poi perso ad aprile e riconquistato a maggio. Merito del Montecchio che al ritorno ha fatto un girone incredibile. Però ci abbiamo sempre creduto e abbiamo lavorato con buon senso. Oggi essere maceratese è un orgoglio più grande di ieri. Abbiamo dato dei valori condivisi e quando semini bene, poi raccogli».

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Tra i protagonisti in campo, il portiere Gagliardini, a dir poco decisivo: «Una partita di alto livello da parte di tutta la strada. Siamo stati bravi a mantenere la lucidità in tutti i 120 minuti. Oggi la posta in palio era più alta del solito, ma non ci siamo mai snaturati. Una vittoria del gruppo e di coraggio. Io mi sono fatto male nel momento decisivo della stagione a Montecchio, ma il calcio per fortuna mi ha regalato questa seconda opportunità. Ce la meritavamo di giocarcela ad armi pari, dispiace per Mastro, squalificato, perché anche lui avrebbe meritato oggi. La parata più difficile? Non il rigore, ma nel primo tempo».

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Emozionato anche Lucero: «Siamo stati tutti protagonisti, non solo di questa partita. Ci siamo meritati questa partita. Il calcio ci ha premiato perché secondo me questa squadra il modo in cui gioca a calcio e questa città. Abbiamo vinto». E ancora Marras, che parla di «gioia indescrivibile. C’è un’identità chiara e forte, ed è questo che ha fatto la differenza in Eccellenza».

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Infine, parole da grande sportivo per Giuseppe Magi, allenatore del Montecchio ed ex giocatore della Rata: «Abbiamo fatto la partita bene, abbiamo tenuto benissimo il campo, potevamo soffrire la rete al settimo minuto sul calcio d’angolo, potevamo anche perdere la partita e crollare, invece siamo stati bravi, siamo stati in campo, abbiamo vissuto la partita da protagonisti e questo mi rende orgoglioso. La mia esperienza con la Rata è indimenticabile e affrontare la Maceratese da avversario è sempre particolare, ma sono rimasto sereno».

Ora, per la Maceratese, è tempo di pianificare il futuro. Ma intanto si può tornare a sognare. Macerata grande, con la D maiuscola.

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