Gianluca Crocetti, consigliere comunale e presidente della Commissione cultura
di Laura Boccanera
Condanna di Gianluca Crocetti per evasione fiscale, anche dalla maggioranza si levano alcune voci di dissenso rispetto alla narrazione del «è un fatto privato, nessuna dimissione» sposata anche dal sindaco Ciarapica (leggi l’articolo). Le prime arrivano tramite alcuni post sui social della presidente dei TdC Maria Luce Centioni (FdI) e di Giorgio Pollastrelli (capogruppo Lega) che pur non citando Crocetti palesemente mostrano una chiara presa di distanza rispetto alla scelta di rimanere al proprio posto a ricoprire un incarico istituzionale.
Maria Luce Centioni,presidente Azienda Teatri di Civitanova
Maria Luce Centioni, presidente dell’istituzione culturale su Facebook scrive: «Cercasi qualcuno che definisca e chiarisca il curioso gap culturale ed etico tra i concetti istituzionalità e moralità». Pur non prendendo una posizione netta di rottura rispetto alle decisioni del sindaco e di Crocetti, Maria Luce Centioni oggi aggiunge: «Non prendo posizione rispetto alla persona o al resto, piuttosto soltanto reagisco rispetto a quanto poi dichiarato e scritto, sostenendo con forza ed integrità personale e professionale che etica e istituzione per me rimangono concetti universali. Non mi vergogno di credere nei valori che mi sono stati insegnati e che storicamente fanno parte del credo politico cui appartengo. Ritengo ci sia una certa diffusa confusione tra giustizia, ruolo politico, moralità, coscienza, senso del dovere e rispetto».
Giorgio Pollastrelli, consigliere comunale della Lega
«Alcuni non hanno proprio chiaro il compito della rappresentanza e scambiano questo importante compito per un privilegio che li eleva sopra la morale e sopra l’etica. Noi siamo di un altro tempo, di altre idee e di altri valori». Esce così allo scoperto anche Giorgio Pollastrelli della Lega pur rimanendo “vago” rispetto all’identità di quegli “alcuni” e lo fa sia con un post in risposta alla conversazione avviata da Maria Luce Centioni che con un proprio intervento sulla sua bacheca.
Raggiunto al telefono ammette: «E’ un mio pensiero che vuole essere autentico e sincero. E’ una riflessione che parte da qui, ma che va oltre, perché più che il fatto in sé a preoccuparmi sono i commenti di tanta gente. Credo che le parole soprattutto per chi riveste un ruolo pubblico devono essere misurate e pesate e non mi riferisco solo a questo caso. Leggiamo tutto e il contrario di tutto: se getto una cartaccia in strada posso venire giustiziato sui social, in altri casi invece si giustifica tutto. Il mio commento è un richiamo alla responsabilità delle parole perché quando si ha un ruolo pubblico non si rappresenta solo coloro che ti hanno votato, ma le istituzioni. Bisogna mantenere un profilo elevatissimo».
Sulla vicenda ieri la minoranza di centrosinistra aveva espresso un giudizio netto, chiedendo le dimissioni del consigliere Crocetti esottolineando l’inopportunità di alcuni voti in consiglio, come quello che prevede l’aumento della Tari (leggi l’articolo). Dalla maggioranza al momento solo queste due voci sono uscite allo scoperto, ma l’imbarazzo è comunque tangibile anche da parte del resto dei consiglieri seppur non espresso pubblicamente. Imbarazzo trapela dalla chat Whatsapp del centrodestra: a fronte della solidarietà di un consigliere, la conversazione non è proseguita oltre, un silenzio che pesa quanto una dichiarazione.
Crocetti dopo la condanna: «Ho la coscienza a posto, continuerò col mio ruolo istituzionale»
Evasione delle imposte, condannato consigliere comunale. Un anno e 7 mesi a Gianluca Crocetti
Coerenza...ci vuole.. Hai sbagliato dimissioni.. Punto..
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…in ogni caso e proprio in questa vigilia di Pasqua, ricordare uno dei più importanti insegnamenti di Gesù, sarebbe proprio opportuno… gv
Dimettersi non è obbligatorio, certo. Ma opportuno sì.