Donati letti e arredi per l’hospice
mentre l’ospedale guarda al futuro:
«Presto un centro per il tumore al pancreas»

SAN SEVERINO - La fondazione "L'anello della vita" ha donato materiali per circa 40mila euro, ma per il nosocomio ci sono grandi progetti. Il direttore Ast Alessandro Marini: «Sul piatto 4,5 milioni per adeguamento antincendio e casa di comunità». L'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini: «Abbiamo lottato per questa struttura, stiamo lavorando per metterla in rete con i poli oncologici più importanti a livello nazionale»

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La presentazione della donazione con l’assessore regionale Filippo Saltamartini

Quando il dolore si trasforma in dono per gli altri è capace di portare frutti di bene tangibili. Così è stato per la donazione di 40mila euro all’hospice di San Severino da parte della fondazione L’anello della vita Onlus del presidente Marco Massei.

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La sindaca Rosa Piermattei

Una donazione importante attraverso la quale sono stati comprati nuovi letti e arredi, frutto della generosità di tante famiglie di pazienti che hanno soggiornato all’hospice e hanno voluto ringraziare con un’elargizione benefica la struttura ospedaliera per la qualità delle cure ricevute. «L’hospice di San Severino è parte integrante della nostra realtà – ha affermato il sindaco Rosa Piermattei – un luogo di cura dove si incontrano grandi professionalità e straordinaria umanità nell’attenzione rivolta ai pazienti e alle famiglie». Luca Faloppi, primario di Oncologia genetica, ha parlato di un modello da riprodurre: quello delle cure simultanee, cioè di quella presa in carico a 360 gradi del paziente oncologico in un’integrazione multidisciplinare tra oncologia attiva e fine vita, tra gli specialisti palliativisti e oncologi per garantire efficacia delle cure e qualità della vita. «Ringrazio di cuore tutte le famiglie che hanno donato e che hanno permesso l’acquisto di nuovi arredi per rendere l’attività terapeutica che qui si svolge ancora più confortevole – ha esordito Massei – Il diritto alla salute è anche potersi curare adeguatamente, anche quando non si può guarire».

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Il direttore dell’Ast Alessandro Marini

«L’ospedale di San Severino è un punto di riferimento importante per le cure, che noi vorremmo implementare per essere vicini ai pazienti, anche nelle cure a domicilio – ha evidenziato il direttore generale dell’Ast Alessandro Marini – stiamo investendo cifre importanti e stiamo completando l’adeguamento alla normativa antincendio per un importo di 1,2 milioni, abbiamo già realizzato la Centrale operativa territoriale (Cot) per un importo di 173mila euro, che funge da collegamento tra ospedale e territorio, e sono in corso i lavori di realizzazione della casa di comunità Hub per un importo di 3,3 milioni. Dobbiamo ragionare in termini di offerta sanitaria di qualità e in rete con gli altri ospedali dell’Ast, mantenendo i servizi, perché all’ospedale di San Severino lavorano 185 persone e rappresentano un patrimonio di competenze importanti, che vanno valorizzate. Da gennaio abbiamo fatto 100 assunzioni, è un piano occupazionale di grande impegno, ma vi assicuro che faremo il possibile per avere le dotazioni organiche che servono».

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«Non per caso siamo qui oggi a parlare di un ospedale che è stato difeso nel tempo attraverso battaglie istituzionali dove anch’io ero presente, in diverso ruolo – ha esordito l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini – abbiamo lottato perché San Severino avesse il suo ospedale di base, con la sua autonomia e i suoi finanziamenti dedicati, previsti ora anche nel piano sociosanitario che abbiamo approvato». E l’assessore cita i numeri. «1245 sono i ricoveri di San Severino, mentre gli accessi al punto di primo Intervento sono stati 12678. Cifre importanti per un ospedale riferimento di un intero territorio. La domanda di sanità è una domanda indefinita, ma noi come Regione abbiamo investito nella formazione dei medici finanziando 150 borse di studio in più l’anno e garantendo il numero dei medici che serviranno per gli anni a venire, 2027 e 2028. Qui ci sono eccellenze nazionali, basti pensare all’Oculistica guidata da Vincenzo Ramovecchi e all’Oncologia genetica guidata da Luca Faloppi. Voglio annunciare con orgoglio che stiamo lavorando per fare di San Severino un centro per la cura del tumore al pancreas in collaborazione con altri prestigiosi centri a livello nazionale, a testimonianza della caratura professionale dei medici che lavorano qui».

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Luca Faloppi, primario di Oncologia genetica

Dr.-Giorgetti

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