di Luca Patrassi
La questione legata alla proprietà dei locali di piaggia della biblioteca, a Macerata, proprietà che la Diocesi rivendica mettendo in discussione il titolo del Comune, è al centro di un intervento del maceratese Massimo Lanzavecchia.
«È comparsa – premette Lanzavecchia – in questi giorni la notizia di una supposta rivendicazione di proprietà da parte della chiesa locale su una parte del palazzo di San Giovanni, sede della Biblioteca comunale.
Il locale sarebbe quello dell’ex oratorio della Congregazione dei Contadini, con ingresso esterno in piaggia della Biblioteca, che fino a qualche tempo fa ospitava un circolo politico cattolico. Se ciò fosse vero, sarebbe quantomeno singolare oltre che di un certo sapore antistorico».
Fatta la premessa, Lanzavecchia rende noti i risultati di ricerche fatte in passato: «Avendo studiato la storia della Società Filodrammatica, che occupò parte dell’edificio dal 1809 al suo scioglimento nel 1901, gli atti sulla proprietà del Comune sono emersi talmente chiari da non lasciare adito a dubbi. Dopo la bolla papale che sopprimeva la Compagnia di Gesù, con il “breve pontificio” del 15 dicembre 1773 papa Clemente XIV concede, assegna e applica sia l’edificio che la chiesa alla città di Macerata, per la sua pubblica Università degli studi nonché per una Biblioteca ad uso pubblico (l’atto papale è consultabile all’Archivio di Stato, in Archivio Priorale). Tralasciando passaggi intermedi, l’atto definitivo risale poi al Governo Provvisorio murattiano. Il 19 marzo 1814, un decreto di Gioacchino Napoleone Re delle due Sicilie, stabilisce che «Il locale detto di S. Giovanni, in quella parte che rimane disponibile, esclusa la sola porzione destinata in servizio al Parroco, è conceduto in piena proprietà alla città di Macerata, ad uso della Biblioteca Municipale, e a fondo e incremento della medesima» (il documento è consultabile presso l’Archivio della Biblioteca)».
Infine Lanzavecchia riprende testimonianze di altri maceratesi: «Amedeo Ricci, che fu direttore della Biblioteca e tanto altro, in una nota dattiloscritta – databile agli anni del dopoguerra e consultabile in Archivio di Stato – è perentorio: “In forza di tale decreto il fabbricato di S. Giovanni e sue dipendenze passarono in proprietà definitiva, piena ed assoluta del Comune [compreso] l’Oratorio della Congregazione dei Contadini».
Ricci, per correttezza, aggiunge anche che «La Congregazione dei Contadini continuò ad usare saltuariamente il locale sotto la Biblioteca, limitandosi a celebrarvi, fino a venti anni fa, la festa della Purificazione di Maria Vergine, detta della Candelora, che cade il 2 febbraio”. Pio Cartechini, che fu direttore dell’Archivio di Stato, fondatore e presidente del Centro Studi Storici Maceratesi nonché direttore dell’Archivio Diocesano, questa storia l’ha anche autorevolmente pubblicata, ricostruendone puntualmente tutti i passaggi in un bellissimo libro, La Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, edito nel 1993 a cura di Alessandra Sfrappini. Sugli atti d’archivio disponibili e sulle competenze di Ricci e Cartechini sarebbe difficile obiettare. Ora, quale ulteriore documento, fin qui sconosciuto e che abbia forza di atto di proprietà, potrebbe rimettere tutto in discussione?»
I locali di piaggia della biblioteca: proprietà contesa tra Diocesi e Comune
A controllare in catasto c'è andato poi più nessuno?
Carlo Natali, qualcuno ci andrà pure, ma non è certo il catasto ad attestare un diritto di proprietà
Perché la i papaveri non vanno ha pagare l'Imu tanto x incominciare?
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