Il progetto del parco eolico
Il Comune continua a tenere alta la guardia sul progetto di una multinazionale norvegese con sede in Italia che vorrebbe realizzare a Caldarola un mega parco eolico.
L’amministrazione Fabbroni non ci sta e, dopo la mozione approvata all’unanimità nelle scorse settimane in consiglio comunale, in cui veniva chiesto alla Regione di intervenire il prima possibile con l’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti rinnovabili, ora il primo cittadino ha inviato all’ente una nuova richiesta che riguarda la Montagna della Croce, zona in cui dovrebbero sorgere le pale.
Con tanto di tavole e progetti allegati, Giuseppe Fabbroni ha inviato alla Regione una proposta di individuazione della Montagna della Croce come area di notevole interesse paesaggistico. «Dato atto del notevole valore paesaggistico – si legge nel documento a firma del primo cittadino – dell’area ubicata nel Comune di Caldarola denominata Montagna della Croce, propongo di individuarla come area di notevole interesse pubblico così come definita dagli elaborati grafici».
Tale riconoscimento potrebbe contribuire a evitare la realizzazione del mega impianto eolico proprio in quella zona. La documentazione sarà esaminata proprio oggi dalla apposita commissione regionale. «L’impianto proposto – spiega Fabbroni – consiste nell’installazione di pale eoliche di grandi dimensioni e, anche a fronte di un numero di pale ridotto dalle 12 del precedente progetto alle sette dell’attuale le grandi dimensioni delle pale rendono comunque l’impatto insostenibile e destinato a deturpare tutto il crinale dell’Appennino marchigiano, anche in considerazione del fatto che un analogo impianto è stato proposto nei Comuni di Serrapetrona e San Severino».
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Sette turbine -> "MEGA PARCO". Dodici vocabolari sono andati in autocombustione.
Si chiama Monte dAria quella zona, se non lo fanno li un parco eolico, dove lo fai? A Civitanova?
Premesso che pale e natura non le vedo antitetiche. Non e' che le fanno li per fare un dispetto ma le fanno dove c'e' vento, non sono strutture in alcuni modo ricollocabili, quindi e' una polemica abbastanza sterile. PS:Il metano sta risalendo con tutte le conseguenze.
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Pazzia pensare a zone desertiche come da proteggere.