
Livio De Vivo
di Alessandro Luzi
Insulti in una diretta social all’assessore ai Servizi Sociali di Civitanova, Barbara Capponi: questa l’accusa per l’ex consigliere comunale Livio De Vivo, imputato per diffamazione. Oggi il giudice Francesca Preziosi del tribunale di Macerata ha ascoltato la testimonianza dell’assessore e di un di lei conoscente che l’avrebbe avvisata del contenuto della diretta di De Vivo.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Stefano Lanari, nel corso di una diretta Facebook del 14 aprile 2020, l’ex consigliere avrebbe offeso l’assessore con frasi come «Questa è un’assassina, nel senso che fa casini» e l’avrebbe chiamata «la bambola assassina» scrivendo: «Pronto sono la bambola assassina dei bambini civitanovesi dei servizi sociali che mi dovrei vergognare a vita e dovrei dimettermi».
De Vivo, dice l’accusa, nella diretta Facebook parlava della mensa scolastica e dei pagamenti dei buoni pasto. Sempre secondo l’accusa l’imputato avrebbe detto: «Questa adesso in tempo di pandemia è andata a chiedere i soldi. Vergognati». Poi l’accusa parla di insulti in cui De Vivo avrebbe definito «deficiente» l’assessora. E ancora «assessore pupazzo, devi ji a spurgà le fogne». E poi: «Loro vole che dico che ruba ma io non glielo dico perché non ruba io dico che magna, s’è ingrassati».

Barbara Capponi, assessore ai servizi sociali del Comune di Civitanova
Oggi Capponi, che si è costituita parte civile nel processo ed è assistita dall’avvocato Antonio D’Agostino, è stata sentita nel corso dell’udienza. «È una vicenda orrenda dal punto di vista personale. È stato un momento di disagio per tutta la mia famiglia ed i figli. Tutt’ora mi è rimasto l’appellativo di “bambola assassina”. Come donna ho cercato di costruire un percorso professionale, essere additata in questo modo è stato molto spiacevole». Riguardo alla diretta, l’assessore ha detto: «Il contenuto mi è stato segnalato da un conoscente. Non mi sono collegata subito ma l’ho vista qualche giorno dopo».
L’udienza di oggi è stata rinvita al 4 aprile, quando verrà ascoltata la testimonianza dell’imputato per poi andare alla discussione. Secondo l’avvocato difensore Marco Mariani manca l’autenticità delle prove, inoltre il suo assistito non avrebbe mai accusato la Capponi di rubare. Sempre secondo la difesa, la diretta sarebbe stata aperta al pubblico quindi tutti potevano intervenire per difendersi e l’epiteto “bambola assassina” è un riferimento goliardico ad un film.
De Vivo era finito sotto accusa al tribunale di Macerata anche per altre accuse di diffamazione per quanto riguarda l’ex assessore civitanovese Maika Gabellieri. In quel caso, lo scorso 22 novembre, era stato condannato a 8 mesi (in primo grado). Mentre era accusato di diffamazione e stalking verso l’assessore Roberta Belletti in un processo che si è chiuso il 28 giugno scorso, sempre in primo grado, al tribunale di Macerata, con la condanna a 1 anno e un mese. In entrambi i processi De Vivo contestava le accuse e la difesa aveva annunciato appello. In un ulteriore processo, sempre per stalking verso Belletti, il giudice, il 12 giugno scorso, aveva disposto il non doversi procedere.
«Stalking e diffamazione all’assessora Roberta Belletti» Condannato Livio De Vivo
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