«Corretto il licenziamento di Pecora»
In Appello confermata la sentenza

MONTELUPONE - Si tratta del procedimento civile relativo ad un provvedimento disciplinare dell'allora Area Vasta 3 che riguarda il primo cittadino e nuovo vicepresidente dell'assemblea sanitaria dei sindaci. All'epoca era pediatra all'ospedale di Civitanova

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Rolando Pecora, sindaco di Montelupone

di Luca Patrassi

Quella di Rolando Pecora, fino ad alcuni anni fa pediatra in servizio all’ospedale di Civitanova sembrava una storia finita nel dimenticatoio ma improvvisamente arrivano due nuove puntate a distanza di pochi giorni l’una dall’altra.

Nei giorni scorsi l’Assemblea sanitaria dei sindaci che fanno parte della Ast Macerata ha eletto i nuovi vertici all’unanimità, vicepresidente il sindaco di Montelupone Rolando Pecora.

Ora si ha notizia della conclusione dell’Appello che era stato promosso dallo stesso Pecora contro la sentenza di primo grado del Tribunale civile di Macerata che riconosceva la correttezza del procedimento disciplinare, chiusosi con il licenziamento, adottato dall’allora Area vasta 3 dell’Asur contro Rolando Pecora all’epoca pediatra dell’ospedale di Civitanova.

La commissione disciplinare dell’Asur, all’indomani del rinvio a giudizio del medico e sindaco di Montelupone, aveva deciso per il licenziamento in tronco e Pecora aveva scelto immediatamente la strada del prepensionamento.

I giudici di Appello hanno confermato la sentenza di primo grado. In sede penale Rolando Pecora è accusato di truffa per aver timbrato il cartellino delle presenze risultando presente in reparto mentre in realtà poco dopo l’ingresso, sostiene l’accusa, sarebbe uscito. Secondo l’accusa avrebbe ottenuto un ingiusto profitto di 15mila euro a danno dell’azienda sanitaria, secondo la difesa il semplice esercizio dell’attività di sindaco visto che Pecora non sarebbe stato obbligato a timbrare il cartellino delle presenze.

I fatti si sono svolti tra l’ottobre del 2015 e il dicembre del 2016. Il procedimento penale che vede Pecora accusato di truffa deve ancora arrivare alla sentenza di primo grado con l’azienda sanitaria che si è costituita parte civile mentre il giudizio civile è appunto appena passato alla valutazione della Corte di Appello di Ancona.

L’azienda sanitaria è seguita dall’avvocato Gianfranco Borgani mentre Pecora – che ha sempre respinto gli addebiti chiedendo all’epoca all’Asur il risarcimento dei danni che dice di aver subìto – è assistito dall’avvocato Andrea Calzolaio per la parte civilistica e dall’avvocato Paolo Rossi per il profilo penale. Giusto per la cronaca, a proposito del voto unanime dei giorni scorsi per l’elezione dei vertici della conferenza dei sindaci, giova ricordare che all’epoca dei fatti il centrodestra attaccò duramente Pecora.

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