Lo staff del reparto di Ortopedia a un incontro conviviale
di Luca Patrassi
Il dottor Roberto Procaccini, maceratese di 46 anni, guida dal 2021 il reparto di Ortopedia dell’ospedale di Macerata: formazione universitaria ad Ancona, professionale a Torrette, quando è stato nominato era il primario più giovane delle Marche.
Roberto Procaccini
Ci presenti il reparto, uomini e mezzi.
«Innanzitutto volevo ringraziare Cronache Maceratesi per averci contattato e darci modo di poter presentare il nostro gruppo. Siamo otto ortopedici, un medico specializzando in formazione, una coordinatrice infermieristica, 14 infermieri di reparto e otto di sala operatoria, 6 operatori socio-sanitari. Abbiamo inoltre la preziosissima collaborazione dei medici fisiatri e dei fisioterapisti che accompagnano quotidianamente il recupero dei nostri pazienti già dalle prime ore dopo l’ intervento. La nostra attività si svolge in un reparto con 24 posti letto, una sala operatoria dedicata, un ambulatorio ortopedico in pronto soccorso, due ambulatori specialistici e un’ampia sala gessi. Da circa tre anni faccio parte di questa squadra e ne sono molto onorato. Come sottolineato, la mia vita professionale proviene da un altro ospedale e al mio arrivo qui sono stato accolto con grande affetto e soprattutto professionalità. Il nostro principale mezzo è dato dal capitale umano, di cui vado estremante orgoglioso. Ricevo quotidianamente complimenti per il nostro personale di reparto, sia per la professionalità ma ancor di più per la gentilezza e la cortesia che adoperano con tutti i nostri pazienti. Un’altra vera eccellenza è presente in sala operatoria, dove possiamo collaborare con infermieri, anestesisti, tecnici radiologi e operatori socio sanitari dedicati e prevalentemente ultraspecialisti al trattamento delle principali patologie ortopediche. Abbiamo a disposizione la miglior dotazione possibile a livello tecnologico, sia per le cure delle fratture che per la patologia elettiva, artroscopica e protesica. Inoltre, a breve avremmo a disposizione un nuovo letto operatorio, in modo da poter ampliare i numeri degli interventi e ridurre per quanto più possibile la lista di attesa chirurgica. Non da ultimo volevo ringraziare la Direzione generale, sanitaria, amministrativa e di presidio per averci fortemente aiutato sia nelle disponibilità economiche necessarie al nostro patrimonio tecnologico e soprattutto per averci messo in condizione di assumere quattro neo colleghi. Siamo un reparto molto giovane, io sono il più anziano. Questo è un dato a mio parere molto importante per tutta la nostra comunità, in considerazione del fatto che il nostro reparto sta sviluppando le basi per un ampio futuro, cosa non scontata nel panorama attuale».
In Ortopedia la chirurgia e la terapia risolvono tutto? O qualcosa può anche la prevenzione?
«In Ortopedia la chirurgia sta sviluppando sempre di più nuove soluzioni a patologie che fino a pochi anni fa non avevano una risposta concreta. Le protesi o i mezzi di sintesi che quotidianamente utilizziamo, hanno avuto uno sviluppo tecnologico nei materiali e nelle sue applicazioni, formidabile. Per fare un esempio abbiamo a disposizione un numero sempre più ampio di impianti protesici tale da personalizzare e “customizzare” la soluzione per il singolo paziente, siamo sempre più in grado di trattare fratture che prima non avevano soluzioni e soprattutto abbiamo sempre più procedure mininvasive con la possibilità di velocizzare il successivo recupero. Anche la prevenzione ha il suo ruolo decisivo. Per questo vorrei fortemente ringraziare la collaborazione con il nostro centro trasfusionale, il quale è l’unico a livello regionale a darci la possibilità di poter eseguire delle infiltrazioni con concentrato piastrinico autologo, fatto con il sangue stesso del paziente, in modo poter quanto più preservare un articolazione o una lesione tendino-legamentosa prima di dover ricorrere alla chirurgia ricostruttiva».
Roberto Procaccini
I momenti più belli vissuti in questi anni a Macerata da primario?
«I momenti belli sono stati tanti. Essendo una buona forchetta, i ricordi più piacevoli sono sicuramente le nostre cene, sempre più frequenti e partecipate, segno che lo “spogliatoio” sta crescendo e consolidando».
Se potesse decidere in piena autonomia anche sul fronte delle scelte aziendali, una cosa che farebbe subito?
«Fare scelte di strategia e management sanitario è molto complesso e soprattutto difficile in questo periodo. Di sicuro non ho la pretesa di avere una ricetta, ma semplicemente consiglierei di guardare a tutto quello che di buono c’è nella nostra azienda. Nel nostro reparto abbiamo a disposizione un gruppo giovane e motivato, con ambizioni di crescita professionale sempre più specialistiche. In questo senso l’investimento nelle nuove tecnologie, come la robotica, potrebbe favorire l’upgrade formativo e soprattutto l’offerta alla nostra utenza. Migliorare noi stessi non è una mera stipula contrattuale ma più che altro un obbligo etico volto al bene della comunità».
Mancano i medici: sbagliata la programmazione, alcune specialistiche non sono più attrattive, carriere più facili e stimolanti all’estero o ci sono altri motivazioni?
«I medici stanno arrivando. La vera problematica sarà mantenere all’interno dei confini nazionali le nostre risorse. Ho la fortuna di provenire da un reparto universitario e di collaborare costantemente con medici specializzandi in formazione inviatici dall’Università Politecnica delle Marche. Le nuove generazioni hanno un livello altissimo di preparazione e dedizione che noi tocchiamo con mano ogni giorno. Per il bene della sanità mi auguro che l’offerta per le nuove leve sia sempre più attrattiva e questo rimane anche una mission in modo da poter coltivare e poi usufruire del nostro vivaio intellettuale, che non teme paragoni a livelli internazionali. La sanità pubblica ha un grande ruolo formativo e molti medici la scelgono ancora oggi anche se meno remunerativa rispetto alle altre opzioni».
Macerata è anche la sua città. Cosa le piace e cosa non gradisce?
«Sono nato, cresciuto e ora ho la fortuna di essere ritornato a lavorare nella mia città. Macerata è ricca di cultura, tradizione e stile. Mi auguro che possano sempre più aumentare le occasioni in cui la nostra città acquisti visibilità e abbia il risalto che merita».
LE NOSTRE INTERVISTE AI PRIMARI:
Sono stata operata all'anca due anni fa e vado molto bene grazie Dottore
Bravissimo ortopedico
Grande DOC,
Complimenti ho fatto 3 protesi nella sua ortopedia
Grande professionista ma soprattutto un uomo di grande umanità!
Bravissimo! Doc..
Tamara Salvucci Concordo
Bravissimo Ortopedico e grande Uomo, grazie
UN GRANDE NUN SE DISCUTE
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Noi maceratesi abbiamo un primario ortopedico da tenerci stretto. Bravo professionalmente e umanamente
Primario fantastico ed eccezionale è verissimo ma anche tutti gli altri suoi collaboratori. Tutto il reparto è una vera eccellenza. Gentili e professionali tutti. Mio marito è stato operato all’anca e devo dire grazie veramente grazie a tutti.
CENZO