Alessandro Maccioni, commercialista, è stato direttore dell’Area Vasta di Macerata e direttore amministrativo dell’Usl Umbria
di Leonardo Giorgi
«Io sono l’espressione civica precisa. Ho messo insieme una squadra di ragazze e di ragazzi che, al di là della provenienza politica, sono capaci e sono uniti. La mia storia lo dice, sono stato sempre sostenuto sia da personalità di centro sinistra che di centro destra, perché sono un professionista e non un politico». Alessandro Maccioni, fresco di candidatura a sindaco di Cingoli alle prossime comunali (leggi l’articolo), spiega così la scelta di organizzare una lista senza simboli politici e trasversale: che va addirittura dal Pd a Fratelli d’Italia. Questi i componenti della lista Per Cingoli: Marco Angelucci, Debora Cirioni, Lucia Ciattaglia, Albano Cocilova, Raffaele Consalvi, Floriana Crescimbeni, Francesco Ippoliti, Giancarlo Rosetti, Claudia Spadoni, Annamaria Tittarelli, Massimiliano Tittarelli e Mirko Tobaldi.
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Un caso più unico che raro, nato in seguito alla mancata riparazione della scissione tra il centro destra civico a guida Vittori-Saltamartini e il gruppo cingolano di FdI che, nelle passate comunali, aveva composto una lista che aveva come candidato sindaco Francesco Pacetti. Quest’ultimo non sarà direttamente nella lista Maccioni, ma altri nomi vicini al gruppo sì. Resta da vedere come reagirà alla questione il comitato marchigiano di Fratelli d’Italia alla guida della Regione, dove in giunta lo stesso Saltamartini (Lega) ricopre il ruolo di assessore alla Sanità e vice presidente del governatore Francesco Acquaroli, leader regionale di FdI.
Sulla vicinanza col centro sinistra, Maccioni chiarisce: «Io non appartengo a nessun partito, nasco libero professionista. Non andrei a una manifestazione della Meloni, certo, come magari non andrei a una della Cgil. Io mi esprimo sui temi, sulle norme, sulle leggi, sulle persone». Il candidato sindaco ricorda anche la mossa a sorpresa del luglio 2020, quando diede le dimissioni da direttore dell’Area vasta 3 per ricoprire il ruolo nella Usl 1 Umbria di Perugia (leggi l’articolo). «Io sono andato via da Macerata non perché veniva la destra – sottolinea -. Andai via perché, non essendo più candidato Luca Ceriscioli in Regione, capivo che, anche avesse vinto il Pd, avrei perso un punto di riferimento professionale. Per non parlare di Maurizio Mangialardi che, dopo il mio rifiuto alla candidatura con il Pd, ha fatto certe esternazioni (ndr Mangialardi parlò nel 2021 di “scarti” delle Marche passati all’Umbria, in un attacco diretto alla Lega)».
Filippo Saltamartini, vice presidente della Regione e assessore alla Sanità in quota Lega
Infine, Maccioni riepiloga la sua carriera, portata avanti con incarichi arrivati «da tutte le parti politiche», citando anche l’ex sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini, fondatore della lista rivale che vede come candidato sindaco il primo cittadino uscente Michele Vittori (la lista Centro Destra Civico di Vittori verrà presentata sabato alle 11 allo chalet Arena delle luci di Cingoli). «Nel 2008, Gianfilippo Bacci (Cingoli), Ivana Ballante (Filottrano), Mirko Bilò (Numana), Giuseppe “Pino” Miciti (Sirolo) – ribadisce Maccioni -, tutti sindaci vicini alla destra, mi nominarono presidente di Acquambiente. Quando arrivò Saltamartini, non solo non mi revocò l’incarico, ma nel 2011 propose e ottenne la mia elezione per un altro triennio. Nel 2014 ricevo un altro incarico da presidente, sempre da parte di Saltamartini e altri sindaci, sia di centro destra, come Tombolini, che di centro sinistra».
Nel contesto dell’Area vasta 3, invece, «sono stato voluto da Ceriscioli, sì, ma io ho fatto cose concrete, non politica. In quarant’anni nessuno ha ottenuto quello che ho ottenuto io in quella posizione. E nonostante il lavoro con il Pd, sono andato poi in Umbria, una regione dove la Lega aveva quasi il 40%. Io non sono mai stato un dipendente pubblico, se io avessi toppato mi avrebbero cacciato, a prescindere da chi comandava. Magari dieci le fai giuste e una la sbagli, ma io sono sicuro delle mie capacità. A prescindere dal tipo di governo politico – conclude -, mi sono sempre smarcato dall’appartenenza a un partito, per rimanere a tutti gli effetti un libero professionista». Maccioni presenterà la sua lista domenica alle 17,30 all’Arena delle Luci.
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Caso più unico che raro.... non credo proprio, anche a Mogliano sta succedendo qualcosa di molto simile, con buona pace dei vertici regionali di FdI......(sic.!)
Praticamente la brutta copia della peggior democrazia cristiana.
Poi ti domandi perché la gente non crede più nella politica. Sempre più ridicoli. Povero paese.
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Senza andare ad un giudizio sul Nostro, valuto che Parigi val bene una messa, con Parigi che è Cingoli e con la messa che un’ammucchiata indecorosa di partiti che fingono di essere diversi, ma che hanno una bocca comune a tutti gli attori.