Luca Buldorini
«Al di là della campagna elettorale, chiedo al sindaco Calamita: se un suo familiare fosse non autosufficiente vorrebbe portarlo in una struttura sanitaria idonea, con personale preparato ad hoc, oppure in una struttura dove non riceverebbe un’adeguata assistenza?». Questo l’interrogativo che il capogruppo di opposizione e candidato sindaco di Appignano, Luca Buldorini, pone al sindaco uscente Mariano Calamita, anche lui candidato per il bis. L’argomento è sempre il trasferimento dei pazienti della struttura Inrca di Treia, nella struttura per anziani a Villa Falconi di Appignano, con conseguente trasferimento anche di quest’ultimi. Una vicenda che ha sollevato una serie di polemiche tra il primo cittadino e l’Inrca con i familiari degli ospiti della casa di riposo, che hanno definito il trasferimento una sciagura.
«Parliamo di due aspetti completamente diversi: uno riguarda la casa di riposo di Appignano che, per legge, al suo interno, prevede l’assistenza di pazienti autosufficienti – dice Buldorini – Cosa diversa è invece l’rsa dove, invece, sono presi in cura pazienti ‘non autosufficienti’. Pertanto, come già riferito sia dall’Inrca che dall’Ast, i pazienti che risiedono nell’attuale Villa Falconi non sono autosufficienti. Farli restare in quella struttura senza gli adeguati servizi comporta una palese responsabilità nei confronti di quelli che sono i dettati di legge. Tuttavia, l’aspetto che disarma è il vero accanimento da parte di Calamita, che non agisce per il bene dei cittadini. Non può essere una questione di becera strumentalizzazione politica; sono i risultati oggettivi di visite mediche i quali confermano che quegli ospiti, là dentro, non hanno l’assistenza di cui necessitano. Se vogliamo, come io auspico, che tutti, familiari inclusi, desiderino il bene di quelle persone, quest’ultime vanno ricollocate in strutture adeguate al loro stato di salute».
«Soltanto due degli ospiti della casa di riposo risultano essere di Appignano; quattro sono di Treia – aggiunge Buldorini – Per quanto concerne la questione della riabilitazione, quest’ultima è al centro dell’attenzione già da un anno, quando è stato avviato il nuovo piano socio-sanitario con le nuove linee politiche emanate dal governo regionale. Questo spostamento da Treia ad Appignano- prosegue il vicepresidente della Provincia e segretario provinciale della Lega – rappresenta un’opportunità per riportare la riabilitazione ad Appignano, utilizzando gli spazi dell’Ente Falconi. Il ritorno della riabilitazione non riguarda solo la presenza professionisti medici, infermieri ma costituisce anche un volano per la comunità locale. Oltre alle degenze, ci sarebbero i pendolari e le loro famiglie che si recano per la riabilitazione; questi potrebbero diventare clienti delle attività commerciali appignanesi, contribuendo a rivitalizzare l’economia locale».
Dunque, secondo Buldorini questa sarebbe un’occasione da cogliere. «Stiamo rischiando di perderla – continua il candidato sindaco del centrodestra – a causa del fallimento dell’amministrazione politica che finora ha operato. Questa stessa amministrazione ha demolito una casa di riposo funzionante senza avere le garanzie necessarie per la ricostruzione. È fondamentale agire con lungimiranza e collaborazione per garantire che l’opportunità della riabilitazione ad Appignano non sfumi, ma diventi una realtà concreta a beneficio di tutti i cittadini e della comunità locale».
Infine Buldorini chiede le dimissioni dall’Ente Falconi dell’attuale presidente. «Vista l’ormai nota candidatura da parte del presidente dell’Ente Falconi, Francesco Gagliardini, ne chiedo le immediate dimissioni al fine di far lavorare serenamente il cda dell’Ente – conclude – Balza all’occhio che, dopo 20 anni di un’assurda storia come quella della ricostruzione dell’Inrca, puntualmente, l’amministrazione guidata dal sindaco Calamita, si sveglia sempre nel periodo della campagna elettorale. Gli anziani non sono un peso, ma un’inestimabile risorsa; fanno parte della nostra storia, e in quanto tale, vanno tutelati e messi in condizioni di poter usufruire di cure e sevizi idonei. Questa è una priorità e un dovere per una comunità, per un’umanità che si definisce tale. Questo l’ho sempre fatto e lo continuerò a fare».
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