L’assemblea di Confindustria,
Bonomi: «Il Pnrr è per la crescita
Non serve per fare le rotatorie»

MACERATA - L'intervento del presidente nazionale focalizzato anche sul tema del lavoro e della formazione. Sauro Grimaldi rileva come la visione di Mattei di 70 anni fa sia tornata di attualità in questi giorni. Il vescovo Marconi: «Mi sono rotto le scatole, ancora si parla di Marx». FOTO-VIDEO

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L'assemblea di Confindustria
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L’assemblea

di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)

Confindustria Macerata  ha scelto oggi il teatro Lauro Rossi, luogo di riferimento anche simbolico per una città, per l’assembla generale centrata sul tema “Il lavoro che cambia. Orizzonti, strategie e competenze per le imprese del futuro”. Protagonista il presidente nazionale dell’associazione di categoria, Carlo Bonomi, che ha firmato l’intervento di chiusura dell’evento iniziato con i saluti istituzionali (il sindaco Sandro Parcaroli, l’assessore regionale Andrea Maria Antonini, il prefetto Flavio Ferdani, il presidente della Camera di Commercio Gino Sabatini), proseguito con la relazione del prof di Milano Bicocca Serafino Negrelli e con una tavola rotonda – guidata dalla giornalista Mediaset Veronica Gentili – cui hanno partecipato il docente dell’ateneo di Ferrara ed ex ministro, Patrizio Bianchi, da remoto Sonia Bonfiglioli dell’omonimo gruppo industriale, Carlo Alberto Carnevale  Maffè della Sda Bocconi e il segretario confederale Cisl Andrea Cuccello.

Confindustria_FF-13-650x434Trattandosi dell’assemblea di Confindustria Macerata, centrale è stato l’intervento del presidente Sauro Grimaldi che ha ricordato, con l’orgoglio dell’appartenenza matelicese e la rabbia di un sogno interrotto, come in questi giorni si parli del piano Mattei, vale a dire di chi 70 anni fa aveva voluto la nascita dell’Eni e il suo piano di sviluppo solidale. Gremito il teatro: tra i personaggi si sono visti il presidente dell’Istao Mario Baldassarri, il segretario generale Cisl Marche Sauro Rossi, il direttore di Symbola Fabio Renzi, i sindaci di Macerata (Sandro Parcaroli) e di Treia (Franco Capponi) e una folta schiera di imprenditori, dal presidente della Fimag Domenico Guzzini a Mauro Quacquarini dell’omonimo gruppo del settore dolciario e vitivinicolo di Serrapetrona passando per Stefano Severini (Romcaffè), Federico Maccari (La pasta di Camerino), Carlo Resparambia, Stefano Gregori (Sasp) Stefano Belardinelli (Contram), Adolfo Guzzini e Germano Ercoli. Il richiamo a Mattei, e alla visione d’infinito, ma anche territorio, formazione e lavoro nella relazione di Grimaldi.

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Carlo Bonomi

«Si rende necessario – ha osservato Grimaldi – un cambiamento nella politica della formazione, che non sia solo costituita dalla garanzia del posto di lavoro in sé, occorre assicurare alla persona gli strumenti e le conoscenze per gestire al meglio le proprie risorse e professionalità, per essere in definitiva “intraprenditore” di se stesso. Nel fare le scelte aziendali inoltre è indispensabile avere un’attenzione maggiore al benessere e alla qualità della vita dei collaboratori. Creare un ambiente di lavoro positivo, che faccia sentire a proprio agio, comprenderne i bisogni, praticare un dialogo aperto e attento con i collaboratori, è uno dei fattori principali  del successo di un’azienda. Per garantire il benessere reale della persona il fine primario è anche la garanzia della sicurezza del lavoro e nei luoghi di lavoro».

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Sauro Grimaldi

La situazione:  «In questo momento alcuni di questi settori, come quelli della moda e del fashion, sono più in difficoltà rispetto ad altri. La forza delle imprese non basta per ripartire. Per questo Confindustria Macerata sta lavorando con tavoli specifici, con la Federazione e le altre territoriali, a livello regionale e nazionale, per concretizzare azioni di supporto e trovare strategie che consentano il rilancio di un comparto che ha determinato la storia e il benessere della comunità. In quest’ambito si colloca il progetto per realizzare una scuola permanente delle calzature. Ritengo, però, che la ricerca, la selezione, la formazione dei nuovi profili operativi riguardino tutti i settori: dalla Metalmeccanica, all’Edilizia, dal Fashion alla Casa».

Il nodo delle risorse umane: «Un elemento importante poi sarà dato dalla capacità di assumere e trattenere i talenti con la prospettiva di crescita professionale: non solo, quindi,  la retribuzione, ma equilibrio tra lavoro e vita privata. Il benessere fisico, mentale e finanziario dei collaboratori e la loro occupabilità sul lungo periodo non devono più essere scollegate dalla capacità di un’azienda di creare valore, performance sostenibili e resilienza. Secondo recenti indagini, tre aziende su quattro non riescono a trovare i profili ricercati: una percentuale in netta crescita negli ultimi anni, così come  il 70% delle organizzazioni ha previsto un aumento del personale entro i prossimi sei mesi a patto che si riescano a trovare i profili specializzati ed adeguati al proprio business».

Confindustria_FF-6-650x434La formazione: «La sfida sul lavoro oggi è ripensare anche al ruolo della scuola. Un percorso che deve cominciare da quella primaria per iniziare a misurarsi con la tecnologia, la conoscenza delle lingue, la sostenibilità, la cittadinanza, il valore della vita, per poi continuare nella scuola secondaria, proseguendo con l’indispensabile potenziamento della già qualificata offerta formativa dei nostri Its. Indispensabile anche rafforzare l’importante collaborazione con le Università. Il collegamento con il mondo del lavoro e delle imprese deve avere inoltre un’accelerazione e un coordinamento sempre più attivo. In questo senso va la creazione delle Academy, un modello di “Bottega di arte e mestieri”, riscoprendo l’arte della manualità, formativo, innovativo, indispensabile per rispondere alle richieste del mercato, per riconoscere e formare  competenze. Fare un’Academy significa investire nel futuro, poiché si tratta di una scuola d’impresa».

Confindustria_FF-4-650x434Prima dell’intervista al presidente Bonomi sale sul palco anche il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi che spiega come sia cambiata anche la formazione dei sacerdoti: «Come è cambiato il lavoro del prete, dal seminario che era una scatola chiusa, agli attuali 4 giorni a scuola poi in parrocchia, l’alternanza di lavoro e formazione: abbiamo cambiato sistema. Mi sono rotto le scatole, ancora si sente parlare di Engels e di Marx, bisogna avere il coraggio di un pensiero nuovo». Da Marx si passa alla banda larga e la battuta del vescovo sui problemi delle nuove tecnologie nel territorio strappa applausi alla platea.

Il microfono arriva a Bonomi che risponde su alcuni temi.  Il giudizio sul decreto lavoro appena varato dal governo Meloni: «Il decreto lavoro – osserva il presidente di Confindustria – è l’inizio di un percorso: da due anni diciamo che ci vuole un taglio importante del cuneo fiscale per le fasce di reddito basso sotto i 35mila euro.

Confindustria_FF-10-650x434L’intervento di 16 miliardi metterebbe in tasca al lavoratore 1200 euro in più, una mensilità: la grande sfida è rendere strutturale questo intervento. C’è stato detto che non ci sono le risorse ma con un bilancio di 1100 miliardi, credo che si possa riconfigurare la spesa pubblica per un interventi di alcuni punti percentuali». La corsa dell’inflazione e gli extraprofitti da tassare o meno:  «La comunicazione condiziona il pensiero: ho sentito dire anche nell’intervento di un imprenditore che gli stipendi italiani non crescono come nel resto d’Europa, è falso. Quanto agli extraprofitti si indicano voci che nella realtà non esistono, si parla di profitti e di passivi semmai.

Mi rifaccio ai dati 2019-2022. Il mol, margine operativo lordo, in Europa è cresciuto del 14% e gli stipendiati dell’8%, in Italia stipendi e mol sono cresciuti del 6%. In Europa la manifattura è cresciuta del 20%, in Italia è scesa del 6%. In Italia i mol sono aumentati nelle costruzioni mentre i salari bassi sono nel commercio e nelle cooperative, non nella manifattura che è la soluzione, è quella che ha mantenuto in piedi l’Italia con il suo export».

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Mario Baldassarri

Formazione e reddito di cittadinanza:« Uno strumento di contrasto alla povertà è necessario, i poveri sono raddoppiati negli ultimi dieci anni, diverso il ragionamento per le politiche del lavoro. Ci sono crisi industriali che finanziamo da 20 anni, non è questa la strada: dobbiamo entrare in una politica vera di formazione e di sostegno. I centri pubblici per l’impiego non funzionano , quanti di voi cercano collaboratori tramite i centri per l’impiego? Nessuno, si buttano solo via soldi, credo che invece un insieme pubblico-privato vada sostenuto. Quando ero ragazzo mi dicevano “se non studi vai a lavorare”, oggi se studi vai a lavorare, oggi la garanzie dei lavoratori sono le competenze, anche per gli imprenditori è così». Si parla anche di fondi del Pnrr. «Per la prima volta l’Europa si dimostra solidale e mette in campo uno strumento che doveva sostenere e stimolare gli investimenti. Purtroppo in italia per fare un’opera sopra i cento milioni di euro ci mettiamo di media 15 anni, allora siamo andati a finanziare opere in corso perchè sappiamo che non siamo in grado di progettare e realizzare nei tempi richiesti dal Pnrr.

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Germano Ercoli

Questi soldi sono a debito, questi progetti devono favorire la crescita, abbiamo chiesto subito, anni fa, di fare modifiche ed oggi siamo qua ancora a chiedere modifiche. Il concetto è: se devo indebitarmi per creare ricchezza ha un senso, se devo farlo per 4 rotonde in più qualche dubbio ce l’ho. La Germania ha chiesto due modifiche al Pnrr, le ha presentate e sono state approvate». La ratifica del Mes: «Accordo già firmato dall’italia, ora si discute delle modifiche. Possiamo utilizzarlo come strumento di politica industriale».

Natalità, immigrazione: «Un tema di cui il Paese non riesce a discutere nel merito, nessun Paese con  la nostra curva demografica può crescere. Due aspetti: immigrazione di qualità  e economica che bisogna governare. Saremo sempre di più soggetti alle pressioni migratorie».

La guerra in Ucraina: «La guerra è sempre preoccupante, il timore che il conflitto potesse proseguire oltre quello che si pensava l’ho avuto nelle mie visite in Ucraina: i giovani di quel Paese si sono sentiti traditi dalla Russia, nessuno si aspettava una aggressione così feroce, crimini efferati. Loro andranno fino in fondo per liberare tutto il Paese». Ricostruzione: «È un Paese che uscirà dalla guerra, c’è necessità di ricostruire Nel Friuli si disse “prima ricostruiamo le fabbriche, poi le chiese”, la ricostruzione dell’economia aiuta le società, abbiamo vissuto anche noi italiani quella situazione».


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Andrea Maria Antonini

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A destra Nando Ottavi

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