Lotta allo spaccio, «in cinque mesi sequestrati 181 chili di droga in provincia». La prefettura di Macerata sottolinea che dal suo arrivo il prefetto Flavio Ferdani ha voluto dare nuovo impulso alla lotta contro lo spaccio degli stupefacenti attraverso una costante opera di coordinamento delle forze dell’ordine. «La programmazione delle attività di prevenzione e contrasto al fenomeno del traffico illecito di droga, definita nell’ambito dei Comitati provinciali per l’Ordine e la sicurezza pubblica, ha permesso di raggiungere obiettivi importanti ed in particolare negli ultimi cinque mesi del 2020 sono stati sequestrati 181,832 chilogrammi di sostanze stupefacenti» scrive la prefettura. Si tratta di risultati, «quelli finora ottenuti, che costituiscono il punto di partenza nel rafforzamento della cornice di legalità all’interno della quale può e deve svolgersi l’ordinaria convivenza della comunità maceratese».
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Possiamo quantificare quelli confiscati,ma quelli che sfuggono ai controlli quanti sono?Quanti fornitori?Da dove?quanti spacciatori?quanti consumatori?Che giro d’affari?Le FdO sono in numero adeguato per il contrasto?Le leggi sono mirate al contrasto?Regolarizzare quelle “leggere”sarebbe utile?……
…di certo regolarizzare quelle “leggere” sarebbe molto utile agli spacciatori, si, per allargare il loro giro dei clienti, confidando che, una volta diventata legale, la droga “leggera” possa indurre ad un bisogno nuovo in coloro che magari non ne hanno mai fatto uso, i quali poi, magari, “sceglieranno” di provare robine un po’ più forti, si, e più rincretinenti; inoltre, per chi già si droga, il messaggio sarebbe chiaro, la droga, in fondo, non fa poi così male e quindi…droghiamoci e riproduciamoci!! Ma per favore!! gv
Secondo le statistiche nazionali le droghe intercettate dalle forze dell’ordine non superano il 10 per cento.
Nessuno sa quanta e quale droga circola e nessuno sa quanti sono gli assuntori.
Quindi se parliamo di un 10% possiamo affermare che il problema è ancora lontano dall’essere risolto e che la situazione sociale attuale permette ipoteticamente che i rimedi siano inutili.Quindi continuare su questa strada senza valutare(non superficialmente come GV)altre strade non è come arrendersi? Domanda per l’Avv.Bommarito più competente in materia, grazie per una sua eventuale disponibilità.
…ma di quale strada superficiale stiamo parlando, carissimo signor Poloni!? Superficiali, e nel vero senso della parola, sono quelli come Lei, che in tutti questi anni hanno probabilmente sottovalutato il problema, credendo che si stava anche facendo repressione (come Lei pensa che si faccia adesso), mentre in realtà i giovani (che sono tra i principali assuntori di droghe, ma sono anche in buona compagnia di tanti adulti), da qualche decennio, sono stati sempre più liberi di drogarsi e di trovare facilmente droghe, mentre molte famiglie li hanno lasciati allo stato brado, fregandosene di tutto quel che poteva accadere, tranne nei casi in cui, arrivato il figliolo ad uno stato quasi terminale, si sono preoccupati. Prima di trattare qualcuno da superficiale, caro signor Poloni, ci rifletta bene, perché quella che Lei crede sia repressione, in realtà non c’è mai stata veramente negli ultimi decenni, mentre di sicuro c’è stato chi, anche politicamente, ha sottovalutato il problema droga ed anzi ha proposto la liberalizzazione, più che la repressione, che, le ripeto, non c’è mai stata veramente. Se Lei vede vera repressione, oggi, nella lotta alla droga, quando chi spaccia e viene colto in flagrante ed arrestato la sera, al mattino torna libero e torna a spacciare, mentre gli assuntori lo fanno sotto gli occhi di tutti e tranquillamente, con tante persone, comprese certe famiglie, che si girano dall’altra parte, allora vuol dire che deve assolutamente cambiare angolo di visuale, perché non è un superficiale, ma è uno che non vuol vedere, anche per posizioni ideologiche, e la cosa è ancora più grave. Tante belle cose, signor Poloni, e non solo…superficiali. gv
Per Alberto Poloni
Il problema droga non solo è lontano dall’essere risolto, ma peggiorerà sempre di più nei prossimi anni, considerato che manca la volontà, a livello nazionale, di contrastarla veramente e di aggredire i profitti della varie mafie italiane che traggono dalla droga il 70 per cento dei loro immensi profitti criminali.
La prevenzione, infatti, è ridotta al minimo ed affidata alla buona volontà di chi ancora si impegna a svuotare l’oceano con un cucchiaino.
La repressione è “finta”, nel senso che viene svolta sulla base di norme blande e non deterrenti che mirano solo ad alleggerire il peso delle condanne degli spacciatori e dei trafficanti che vengono fermati (in buona sostanza, altro che Stato proibizionista: delinquere in materia di stupefacenti conviene molto perchè si guadagnano a tutti livelli somme notevolissime e, nelle poche occasioni in cui si paga, la pena è ridicola).
Le terapie sono sempre meno finanziate e già si comincia a parlare di privatizzare il settore. Il risultato è che i ragazzi alle prese con questo terribile problema e le loro famiglie non sanno veramente dove sbattere la testa e sperano solamente in qualche miracolo divino.
A livello nazionale, invece di intervenire con un radicale cambio di atteggiamento a tutti i livelli, si punta solo ad aumentare, in prospettiva, la platea dei possibili consumatori (esemplare in questo senso, la squallida operazione della cannabis light, enorme regalo alle mafie).
…Il problema droga non solo è lontano dall’essere risolto, ma peggiorerà sempre di più nei prossimi anni, considerato che manca la volontà, a livello nazionale, di contrastarla veramente e di aggredire i profitti della varie mafie italiane che traggono dalla droga il 70 per cento dei loro immensi profitti criminali…
Ma è così da sempre!!
Grazie Avvocato!
La diffusione della droga è un problema globale che coinvolge istituzioni, società civile, lo stesso sistema economico finanziario che certamente fa i conti con gli enormi profitti che genera.Non credo che esistano situazioni soluzioni “una per tutte” in grado di affrontare e risolvere il problema (dove risolvere sta per contenerlo). Da noi si parla da una parte di inasprimento delle leggi e dall’altra di legalizzazione di alcune sostanze. Per quanto riguarda questa seconda opzione, nel corso della mia esperienza amministrativa ho ascoltato la posizione di medici e assistenti che lavorano sul campo e questa è generalmente fortemente contraria. Cosa che obiettivamente mi sembra rilevante. Per quanto riguarda l’inasprimento delle leggi è altrettanto evidente la frustrazione delle forze dell’ordine che si trovano apparentemente senza strumenti efficaci di contrasto nei confronti della piccola manovalanza. Da quel che so però, anche nei paesi dove leggi e norme sono apparentemente molto più coercitive e dure (penso agli Stati Uniti) si finisce per riempire le carceri ma la diffusione della droga non mi sembra venga rallentata. Sarebbe interessante a tale proposito avere a disposizione comparazioni fra i sistemi (leggi+prevenzione socio sanitaria+azioni di contrasto etc)adottati a livello internazionale.Certo fondamentale è il ruolo delle famiglie e della scuola.
Purtroppo legalizzare dà un’idea sbagliata di come contenere il fenomeno.Regolarizzare sarebbe più idoneo come concetto.La droga (parliamo di “leggere”) non si troverebbe sugli scaffali di un cannabis shop ma in farmacia ottenibile con tessera sanitaria e in quantità definita e per un tempo determinato e fornita da fornitori controllati.Quindi aumentare pene per spacciatori fai da te e possessori di quantità oltre il limite sarebbe un primo passo per dare la sensazione che almeno il problema non sia abbandonato a chi ne gestisce i profitti.Giusto che anche la famiglia sia fondamentale ma chi proporrà qualcosa di serio se non c’è vera volontà?
Allora: è la “cultura” della droga, la concezione dell’uso delle droghe che bisogna cambiare, parlare, parlare, parlare (compresi tanti convegni-pagati anche bene), serve a poco. Quarant’anni fa, chi faceva uso di droghe (principalmente eroina all’epoca) era uno “sfigato”, uno che aveva problemi particolari (e che non accettava), personali o familiari, magari, e la concezione della droga era questa, era un atto di debolezza, di sconforto, in cui si rifugiavano alcuni ragazzi (oggi quasi tutti passati a “miglior” vita) per non “soffrire” troppo, per scappare, in un certo senso, da certe problematiche; i drogati erano poi, per così dire, allontanati, emarginati, evitati, e purtroppo, direi, anche lì. Oggi drogarsi (soprattutto tirare di coca o “impasticcarsi” per i più giovani-anche se l’eroina di un certo tipo sta prendendo piede anche oggi tra i giovani) è quasi diventato un cult, una moda, se si sniffa si è più in, più vip, si “vive” al massimo, ci si sente più “forti”, si sta in certi giri, dove, anche, si “cucca” di più in certe situazioni. E’ lì, ed anche lì, che bisognerebbe agire, cambiare proprio “cultura” e mentalità nei confronti delle droghe (che, si, ci sono sempre state, ma mai diffuse come oggi) e, di certo, legalizzare (anche se in farmacia-chissà i cannabis shop, poi, se saranno d’accordo!?) non favorirebbe di certo il cambiare completamente visione nei confronti delle droghe, anzi, tutt’altro. La droga (le droghe, tutte, anche quelle cosiddette leggere) FA MALE, punto, bisogna stargli il più lontano possibile, chi si droga è uno stupido, un “fallito”, un debole, che rovina se stesso, la sua famiglia e la società in cui vive e, se uno dovesse cedere (ci sarà sempre e comunque qualcuno) alla debolezza (perché DEVE essere considerata una debolezza, non un atto di forza o di “vita”!!), va aiutato e seriamente (non il metadone, quindi, per intenderci), da parte delle famiglie, dello Stato e di qualche comunità terapeutica che sa far BENE il proprio mestiere. Il resto lo deve fare la legge, che deve essere severa, molto severa. Un popolo che si droga è un popolo destinato alla fine, tutto quel che resta è il nulla!! gv