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Il contributo di Enrico Mattei
alla nascita delle scienze spaziali italiane

ANNIVERSARIO - Il 26 aprile 1967 l’Italia lanciava in orbita il satellite San Marco 2 dalla base di Malindi in Kenya. Frida Paolella, referente per la divulgazione scientifica del Servizio Sviluppo e Valorizzazione della Regione Marche, racconta l'apporto fondamentale del presidente dell'Eni

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Enrico Mattei

 

di Claudia Trecciola

Sono passati 53 anni da quando l’Italia lanciava in orbita il satellite San Marco 2 dalla base di Malindi, in Kenya, era il 26 aprile 1967 e dava così inizio ad una straordinaria avventura scientifica nello spazio che tutt’oggi la vede, dopo Urss ed Usa, tra le potenze più all’avanguardia nel settore aerospaziale. L’Italia, infatti, può vantarsi di essere uno dei pochissimi paesi al mondo ad essere in possesso dell’intera filiera spaziale. Nella nostra storia non sono mancati scienziati e visionari di elevato ingegno che hanno contribuito a realizzare il sogno spaziale di un grande pioniere come il professor Luigi Broglio. Tra questi lungimiranti uomini c’è un illustre marchigiano: il presidente dell’Eni Enrico Mattei che ha fornito un grande contributo a questa impresa. Ne parliamo con la dottoressa Frida Paolella, referente per la divulgazione scientifica del Servizio Sviluppo e Valorizzazione della Regione Marche.

In che modo Enrico Mattei ha contribuito al progetto spaziale italiano?

«Mattei cedette al gruppo di ricerca di Luigi Broglio, padre dell’astronautica italiana, la piattaforma petrolifera “Scarabeo” da utilizzare per esperimenti scientifici e pacifici. Per fare questo, però, la stessa fu adattata alle nuove esigenze a Taranto e trasportata con un viaggio di 8mila chilometri in Kenya. Fu un’impresa davvero epica, degna di un romanzo di avventura. Era la prima base al mondo su piattaforma oceanica, per il primo lancio spaziale su piano equatoriale. Ci vollero tutta l’inventiva e creatività del nostro genio italico per realizzare le strutture necessarie, perché all’inizio sembrava proprio di essere nella nebbia, in attesa del sole. Alla fine però, quando tutto fu pronto, sotto gli occhi stupiti di chi dalla spiaggia osservava i preparativi, il 26 aprile 1967 fu lanciato da quella base in pieno oceano, unica al mondo, il San Marco 2. Tutto era opera italiana. Dalla realizzazione del satellite, alla piattaforma, alla gestione delle operazioni di lancio! Dopo Urss ed Usa, l’Italia era a buon diritto la terza potenza aerospaziale. Dalla piattaforma di controllo Santa Rita si comandava un satellite italiano: era il sogno realizzato di uomini che guardavano le stelle! Un evento da ricordare e che trova al Museo Mattei di Matelica la giusta celebrazione, perché l’Ingegner Enrico ha fornito un sostanziale contributo all’impresa».

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Il lancio

Dopo quell’impresa è iniziata una lunga serie di successi italiani nello spazio…

«Con l’episodio di Malindi l’Italia si dotò di un piano di sviluppo della propria industria spaziale, affidandolo in una prima fase al Cnr e poi ad una apposita agenzia, l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) di cui fu primo direttore generale Carlo Buongiorno – contribuì alla progettazione della base di lancio – già ricercatore presso il Politecnico di New York diretto da Antonio Ferri, personaggio chiave in campo aerospaziale, ma anche per la resistenza partigiana del maceratese perchè costituì con suo fratello Giuseppe la “Banda di Fiastra”, contribuendo alla Liberazione di Camerino il 1 luglio 1944.
Tra i progetti Asi ricorre in questi giorni anche l’anniversario del satellite Beppo Sax (lanciato il 30 aprile 1996 e rientrato il 29 aprile 2003) che unì scienza e industria nel nome di un altro illustre marchigiano Giuseppe Occhialini, detto Beppo, padre dell’astrofisica italiana e i cui studi su raggi cosmici e fisica dello spazio posero le basi anche per la nascita dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea. Con orgoglio e ammirazione, dunque, possiamo ricordare il contributo di marchigiani come Enrico Mattei e Giuseppe Occhialini, cui la Regione Marche ha dedicato parte del video realizzato dal Servizio Sviluppo e Valorizzazione delle Marche per celebrare grandi uomini e donne che hanno unito il nostro Paese in nome del futuro.

Riportiamo qui sotto il testo della lettera che Luigi Broglio scrisse ad Enrico Mattei l’8 agosto 1962
(Fonte testo lettera: http://www.raiscuola.rai.it/articoli/luigi-broglio/21651/default.aspx)

Onorevole Ingegner Mattei,
mi riferisco al colloquio con Lei avuto alcuni giorni fa, alla presenza dell’On. Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze. Spero che, nel frattempo, Ella abbia avuto occasione di parlare della questione dello “Scarabeo” all’ingegner Girotti, e mi permetto quindi di rinnovarle la viva preghiera perché con il Suo alto interessamento, la piattaforma in questione possa essere utilizzata per la fine dell’ottobre p.v. dalla Commissione Ricerche Spaziali del Cnr, nella realizzazione degli esperimenti scientifici e pacifici che costituiscono come è noto il nostro programma. Ringraziandola, anche a nome degli studiosi italiani interessati agli esperimenti, la prego gradire i miei ossequi devoti. Suo Luigi Broglio.



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