Lo Sferisterio illuminato di rosso per la Notte dell’opera
di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
E’ un’onda rossa di vestiti e magliette quella che alle 19 ha aperto le danze della Notte dell’opera di Macerata. Diversi gli spettacoli in contemporanea anche se l’ouverture vera e propria è stata in piazza Mazzini, con l’esibizione di alcuni dei 100 Cittadini (in bianco però, come preludio del prossimo Macerata opera festival a tema “bianco coraggio”), che dopo l’esperienza al Flauto magico di Vick lo scorso anno hanno voluto “replicare” mettendosi nuovamente in gioco.
La vicesindaco Stefania Monteverde durante l’esibizione del funambolo
Subito dopo nasi all’insù per un funambolo che ha camminato su una corda tesa tra i due lati della piazza. Tantissime le persone che hanno raccolto il dress code della serata, sfoggiando abiti e accessori rossi. Tra di loro la direttrice artistica, Barbara Minghetti, sotto la cui guida lo Sferisterio sta conoscendo una delle stagioni più fortunate per critica e botteghino.
«La cosa bella è che i negozi quest’anno si sono “vestiti” e la città è sempre più rossa – ha detto Minghetti -. Stasera ci sono tanti spettacoli davvero belli anche chicche da scoprire, da incontrare per strada. Vedo tanta gente vestita di rosso».
Luciano Messi, Barbara Minghetti e Romano Carancini
Per il sindaco Romano Carancini la Notte dell’opera è «oramai un appuntamento di cui difficilmente si può fare a meno e in molti lo attendevano. Un grazie sincero a chi partecipa anche solo con un fiocco rosso. Trasmette il senso di una festa di tutti e non di pochi». Carancini ha aggiunto una nota dal sapore politico, riferita probabilmente alle “marette” tra amministrazione e maggioranza: «Speriamo che la Notte dell’opera metta da parte l’odio e ci faccia vivere una serata senza polemiche. Credo che Macerata debba ritrovare un senso di comunità. Spero si riesca ad abbassare i toni e ad avere rispetto reciproco. Si abbia il coraggio di rispettare le persone e che non ci siano capri espiatori o stregoni da abbattere». Polemiche a parte, il colpo d’occhio di quest’anno, senza la parata che era un po’ la “cifra” dell’ex direttore artistico Francesco Micheli, è stato sicuramente diverso con un po’ meno persone che nella prima parte della serata hanno raggiunto il centro. Ma comunque tante, anche considerando la chiusura al traffico oltre che del cuore cittadino anche di corso Cavour e corso Cairoli, che si sono trasformate in teatri a cielo aperto con performance, cibo e intrattenimento ogni pochi metri. Gran finale alle 23 in piazza della Libertà con l’esibizione del circo El Grito.
Danzatrici in corso Cairoli
Corso Cairoli
Carmensita all’Orto dei pensatori
I Pistacoppi
Piero Massimo Macchini in corso Cavour
Le streghe di Macbeth
Alcuni dei cento Cittadini di Vick
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…da Profondo Rosso a rosso, e poi!? gv
C’è un po’ di confusione tra richiesta di legalità e odio.
Quando si organizzano gli eventi,Macerata e i maceratesi rispondono alla grande,in barba ai denigratori rincojoniti
da rincojonito, mi piace dire la mia… Nelle innumerevoli bandiere rosse di Corso Cairoli ho cercato, invano, una falce e martello. Anche il colore rosso dei drappi è in decomposizione, come il paritto che sostiene il sindaco. Con la Falce e Martello mi sarei rallegrato… Però, con quest’afa il “rosso” non ci dice. Fa sentire ancora più caldo. Infatti è a Natale che si addobbano soprattutto i negozi con il colore rosso, per dare vita e riscaldare un po’ dal freddo invernale.
Noto con piacere che la “Macerata la Dotta” si è buttata su l’alcol e su lo magnà. Mbriachi e a panza piena si dimenticano le magnagne cittadine.
Quello Sferisterio in rosso mi dà però l’angoscia…
Mi ricorda il sangue sparso un anno fa ad un chilometro in linea d’aria e quello che sparse nel selciato di quella piazza un povero repubblichino, che – a guerra finita – fu linciato dal popolino delle Casette, diventato “partigiano” all’impronto, e senza che i partigiani della Banda Nicolò potessero fermarlo. Onore ai “resistenti”!