Politiche migratorie e beni culturali high tech: queste le due novità di Unicam che sono state presentate oggi in Regione. Progetti innovativi come quello di formare esperti di governance delle politiche migratorie europee (un corso di laurea magistrale) che è il primo e l’unico delle Marche ed è appena stato attivato dall’università di Camerino. A presentare le novità il rettore Claudio Pettinari con il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, a distanza di poche ore dal riconoscimento di migliore tra i piccoli atenei, per la sedicesima volta, e di quarta in assoluto tra le università statali per la classifica del Censis. «Unicam rappresenta un’eccellenza formativa – ha detto Mastrovincenzo –, soprattutto considerando le tante difficoltà affrontate dopo il sisma del 2016. Nessuno avrebbe scommesso in questa conferma tre anni fa, questo è un merito aggiuntivo che va riconosciuto al lavoro dei rettori, Corradini prima e Pettinari adesso».
Ma Unicam non si ferma e presenta due nuovi corsi, «che allargano l’offerta formativa, guardando al futuro delle Marche e dell’Europa. Le materie sono l’emigrazione e la cultura. Sui flussi migratori occorre fare formazione – conclude Mastrovincenzo – perché solo con l’approfondimento si capiscono meglio le dinamiche». Il rettore Pettinari: «l’Ateneo è una risorsa per la regione e il riconoscimento ottenuto premia il lavoro di squadra. Le novità formative sono il segno della vivacità dell’Università di Camerino e dell’attenzione alla formazione degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro. Si tratta di due tematiche estremamente attuali quali la gestione dei flussi migratori e dell’integrazione in Europa e della conservazione, tutela e restauro dei beni culturali. Con la rimodulazione del corso di laurea in Tecnologie innovative per i beni culturali siamo stati anche precursori del decreto del ministro Bonisoli dello scorso maggio, dove per la prima volta viene introdotta ufficialmente la figura professionale di Esperto di diagnostica e di Scienze e tecnologie applicate ai beni culturali, che è proprio quella che il nostro corso va a formare». Presente all’inaugurazione lo staff di docenti che ha contribuito alla nascita dei nuovi insegnamenti, tra i quali il direttore della Scuola di Giurisprudenza Rocco Favale e il coordinatore del nuovo corso sull’emigrazione Luca Petrelli, la professoressa Anna Cardellini e il responsabile del corso in “Tecnologie innovative per i Beni culturali” Marco Materazzi.
I DUE CORSI –
“Gestione dei fenomeni migratori e politiche di integrazione nell’Unione europea” – L’esperto in flussi migratori Ue sarà in grado di operare sia nell’ambito di istituzioni internazionali, nazionali e locali, che nel contesto di associazioni e organizzazioni no profit che si occupano di migranti, rifugiati e richiedenti asilo, o che programmano e gestiscono progetti di integrazione, nonché progetti di sviluppo e co-sviluppo e di cooperazione. Il corso biennale fornisce ai laureati i metodi e gli strumenti necessari per padroneggiare le complesse fonti del diritto internazionale, del diritto dell’Unione europea e del diritto italiano, garantendo loro altresì la possibilità di sviluppare un approccio multidisciplinare, economico, sociologico, storico necessario per la corretta comprensione dei fenomeni migratori inquadrati nella dimensione europea.
“Tecnologie innovative per i beni culturali” – Prevenzione, valorizzazione e tutela sono gli ambiti in cui opera l’esperto di “Diagnostica, scienze e tecnologie applicate ai beni culturali”, una nuova figura, riconosciuta ufficialmente con un decreto dal ministro Bonisoli lo scorso 20 maggio, della quale l’Ateneo camerte è precursore. La laurea triennale, con sede ad Ascoli, ha rinnovato il suo percorso, introducendo la microbiologia affiancata allo studio dei deteriogeni vegetali. A questo si aggiunge il potenziamento delle materie umanistiche e l’introduzione di nuovi insegnamenti.
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