Mercatone uno, il sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica: «Oggi non è tempo delle divisioni politiche, dobbiamo lavorare tutti insieme per trovare una rapida soluzione a questo preoccupante problema occupazionale». Tutti i lavoratori del punto vendita del Mercatone uno di Civitanova hanno preso parte all’incontro avvenuto oggi con il sindaco nella sala consiliare. I lavoratori sono stati accompagnati dai due sindacalisti, Michela Verdecchia Filcams Cgil Macerata e Marco Squartini della Fisascat Cisl Macerata, presente anche l’assessore alle Attività produttive Pierpaolo Borroni. I lavoratori hanno chiesto aiuto al sindaco affinché possa attivarsi personalmente a livello istituzione per sollecitare il celere intervento del ministero dello Sviluppo economico a riconvocare un altro tavolo tecnico.
Tavolo che dovrebbe trovare soluzioni affinché i lavoratori non perdano il posto di lavoro, vengano pagati per i mesi in cui hanno lavorato e affinché il Tribunale di Bologna accolga l’istanza di retrocessione sul procedimento di fallimento. Atto questo che permetterebbe l’attivazione della cassa integrazione dando quindi strumenti per poter gestire questa delicata fase di transizione. Momenti di forte commozione si sono manifestati in aula dai loro racconti personali e dalla storia ripercorsa nei loro rapporti con il management della Shernon Holding fino alla sera precedente alla tragica comunicazione di chiusura del punto vendita con effetto immediato. «Un punto vendita, quello di Civitanova – ha detto una lavoratrice – saldo e in attivo, che aveva ricevuto attestati di stima e premi per gli ottimi risultati. Punto di riferimento per tanti clienti della città e di tutte le zone limitrofe, anche per la posizione strategica che il negozio ha, vicina a tutta la rete infrastrutturale viaria senza nessun competitor importante nelle vicinanze». «Noi vogliamo solo lavorare – ha continuato l’impiegata – abbiamo tutti fra i 40 e 50 anni, anni difficili per ritrovare collocazione e poter arrivare alla pensione accumulata fin qui. Ci aiuti, ci aiuti anche in Comune se è possibile».
Michela Verdecchia della Cgil: «Questi lavoratori si trovano in un ‘limbo’ che non può assicurare nessuna certezza al loro futuro. Chiediamo aiuto e impegno, come lo stiamo facendo nelle altre sedi istituzionali». Stesso concetto ribadito da Marco Squartini della Cisl che ha aggiunto: «Ci potrebbe essere la possibilità di frazionare i punti vendita e farli acquisire da imprenditori importanti della zona, il negozio di Civitanova non ha mai avuto momenti di difficoltà». «L’intento della nuova proprietà era chiaro ormai a tutti – ha continuato un altro lavoratore – C’era l’intenzione di far fallire, nonostante le rassicurazioni date a tutti noi fino all’ultimo. Abbiamo dovuto subire l’ulteriore legittimo oltraggio dei nostri clienti affezionati i quali avevano correttamente pagato la merce. Quella merce che non è mai arrivata a destinazione». «Un sindaco non ha gli strumenti per poter decidere di accedere agli ammortizzatori sociali o influire sulle decisioni che spettano ai tribunali, come nel vostro caso» ha detto Ciarapica.
«Il vostro caso nasce da lontano, da almeno 5 anni in cui si erano già evidenziate criticità a causa delle difficoltà operative, finanziarie e gestionali in cui si era trovato ad operare il Mercatone – ha detto Ciarapica -, e la precedente proprietà era andata in crisi tanto che il Governo precedente era dovuto intervenire trovando un acquirente, la Shernon Holding, che si è rivelata totalmente inaffidabile. So che le strade possibili da intraprendere sono tre. Il primo è relativo al Tribunale di Bologna che accogliendo l’istanza di retrocessione sul procedimento di fallimento permetterebbe l’attivazione della cassa integrazione dando quindi strumenti per poter gestire questa fase. Il secondo, nel caso in cui dal Tribunale arrivasse una risposta diversa si potrà intraprendere, un percorso condiviso insieme alle parti sociali chiedendo una nuova convocazione del tavolo al Mise per l’attivazione di strumenti straordinari a sostegno dei lavoratori nonostante il fallimento dell’azienda. Per ultimo, ci sarebbero gli strumenti regionali di ricollocamento, ma l’auspicio, mio e di tutti è quello di poter risolvere la questione con i primi due passaggi in maniera più utile, significativa e incisiva. Ho seguito ieri anche le dichiarazioni del nostro Governatore che andavano in questa direzione. Per quanto mi riguarda, personalmente, ieri ho scritto una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, per sensibilizzarlo su questa difficile vicenda, affinché nel più breve tempo possibile, riconvochi il Tavolo tecnico al Mise, per richiamare l’attenzione e chiedere il massimo sforzo possibile verso una soluzione in tutela di voi lavoratori e dei fornitori coinvolti».
(foto di Federico De Marco)
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