di Laura Boccanera
Fumo nel reparto di psichiatria di Civitanova, ai pazienti concessa la sigaretta nello spazio comune anche se non ci sono sistemi di aspirazione. E non c’è neanche una stanza separata dove i tabagisti possano fumare senza infastidire chi invece non ha dipendenze dal tabacco. Esiste nei reparti psichiatrici in tutta Italia una specie di deroga dalla legge che consente ai pazienti di fumare nel reparto. Una concessione dovuta alla particolare condizione psicologica degli utenti che non consente di interrompere il vizio del fumo, neanche durante il ricovero.
E così se all’interno di tutto l’ospedale e anche nelle zone esterne, in prossimità del nosocomio è vietato fumare, all’interno della psichiatria è concesso in parte ai pazienti. Una necessità che ha comportato per gli ospedali di prevedere cappe di aspirazioni e apparecchiature per limitare i danni e stanze soggiorno separate per utenti fumatori e non. All’ospedale di Civitanova però la situazione è differente: all’interno della psichiatria infatti non c’è una stanza ad hoc per non fumatori e così tabagisti e “salutisti” sono costretti, nelle ore di relax, quando ci sono visite o semplicemente per guardare la televisione, a convivere nello stesso spazio. E per di più nella sala soggiorno non esiste un sistema aspirante.
Una contraddizione se si pensa appunto che il divieto di fumo si estende a tutto l’ospedale e addirittura anche alle zone esterne, in prossimità degli ingressi e delle finestre. In realtà non si tratta di una novità, ma la questione va avanti da circa 10 anni e anche l’area vasta ne è a conoscenza, tanto che ha preso provvedimenti: «conosciamo benissimo il problema – ha riferito il direttore dell’Area vasta 3 Alessandro Maccioni – va avanti da anni, ma nessuno sembrava interessarsene. Come prima cosa abbiamo dato indicazione di mettere un estrattore di fumo: i lavori cominceranno giovedì e andranno avanti per 15 giorni. Abbiamo dato tempo fa mandato all’ufficio tecnico di occuparsene e prima di Pasqua questo aspetto sarà risolto. E’ un intervento per 10mila euro». Al momento invece, per il reparto è impossibile riuscire a ricavare una stanza da adibire in via esclusiva e non promiscua ai soli tabagisti: «stiamo facendo delle ipotesi, ma al momento ci sono 6/7 posti letto – continua Maccioni – e dovremmo portarli a 16. Avevamo ipotizzato un trasferimento del reparto in un’altra zona, ma occorre rispettare alcuni standard per l’accreditamento, ad esempio il reparto per questioni di sicurezza deve stare al piano terra, per cui è difficile ricavare lì un’altra stanza».
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Non è vietato, ma nulla vieta che si ‘riparta’ e si introduca il divieto.